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Indice del Clima 2025

L’Italia sempre più sferzata da eventi estremi. A Sud il “clima migliore”

Pubblicata l’annuale classifica dei capoluoghi con il miglior clima elaborata dal Sole 24 Ore

Pubblicato il: 28/04/2025 – 8:26
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L’Italia sempre più sferzata da eventi estremi. A Sud il “clima migliore”

Episodi climatici violenti in crescita. Aumento al Nord delle temperature più marcato (+2,4 C) con 80 notti tropicali. Periodi siccitosi sempre più lunghi, ma d’estate sale l’intensità pluviometrica. L'”Indice del Clima 2025“, l’annuale classifica dei capoluoghi con il miglior clima elaborata dal Sole 24 Ore su dati rilevati e validati da 3b Meteo, traccia i trend climatici degli ultimi 15 anni in 107 capoluoghi con 15 parametri meteorologici relativi al periodo 2014-2024.

L’analisi

Bari in cima con il Clima migliore, bene in generale le città del Mezzogiorno e le zone costiere. Caserta, Terni e Asti sul fondo. L’indagine prende in esame i dati climatici relativi all’ultimo decennio 2014-2024, rilevati e validati dal team di meteorologi di 3Bmeteo, del gruppo Meteosolutions Srl che gestisce l’omonimo portale di previsioni meteorologiche. I dati vengono poi elaborati dall’ufficio studi del Sole 24 Ore e il punteggio finale viene attribuito in base ai 15 parametri climatici presi in esame (soleggiamento, brezza estiva, indice di calore, nebbia, ondate di calore, giorni freddi, precipitazioni estreme, umidità relativa, raffiche di vento, escursione termica, notti tropicali, circolazione dell’aria, caldo estremo, percentuale giorni consecutivi senza pioggia, intensità pluviometrica), ri-parametrati da 0 a 1000. Il capoluogo pugliese, spiega lo studio, si piazza sul primo gradino del podio, dove era salito già l’anno scorso, seguito da due territori della costa Adriatica: la vicina Barletta Andria Trani, al secondo posto e Pescara al terzo posto. Il Sud, in generale, regna sulla top 10, dove figurano anche Enna (prima classificata nell’indice di calore), Chieti e Catanzaro. Tra i primi dieci figurano quasi tutti territori costieri, ma ci sono solo tre capoluoghi di provincia del Centro (Livorno, Pesaro Urbino e Ancona) e uno del Nord, Trieste. Quest’ultima ha debuttato tra le prime dieci grazie alla leadership nell’indicatore sulla brezza estiva, mentre e’ ultima per raffiche di vento. 

I dati

Nelle città del Nord le temperature giornaliere sono cresciute in media di 2,4 C rispetto al 2010 e l’impennata si è tradotta in fenomeni climatici estremi di magnitudo sempre più elevata. Tra i più recenti, la forte tempesta che si e’ abbattuta lo scorso 17 aprile su Milano, con raffiche fino a 67 km/h con ingenti danni come quelli provocati dalla tempesta della notte tra il 24 e il 25 luglio 2024. Il trend più indicativo è relativo all’innalzamento delle temperature. Ne consegue l’aumento delle ondate di calore – quando per almeno tre giorni di fila la temperatura supera i 30 gradi – e dei picchi di caldo estremo, cioè degli sforamenti oltre i 35 gradi percepiti. Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre dall’era pre-industriale. E tra l’8 e il 15 agosto 2024 si è registrata un’ondata di calore record, con temperature massime diffusamente oltre i 35 C tra le regioni del Centro e la Val Padana. 

Temperature in aumento

L’anno scorso al Nord ci sono state otto ondate di calore in più rispetto al 2010, per un totale di 52,3 giorni di caldo consecutivo. Si tratta di 17 ondate nel 2024, contro le nove del 2010. Il Nord si sta progressivamente allineando alle altre regioni, dove questi fenomeni erano già più frequenti: al Centro e al Sud le ondate di calore rilevate sono passate da circa 13 a 20 all’anno, in media in 15 anni. L’aumento delle temperature si traduce in picchi di caldo estremo: al Sud nel 2024 ci sono state 11 giornate in più in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al Centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi. Questo tipo di eventi in passato erano praticamente assenti al Nord (1,9 picchi nel 2010), mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno. Il risultato sono quasi 80 notti tropicali all’anno nelle città settentrionali (con 20 C oppure oltre), 36 in più rispetto a quante se ne registravano 15 anni fa. Gli inverni sono sempre più miti: i giorni freddi, con temperatura massima percepita sotto i 3 C, al Nord sono scesi da 28 a 5 all’anno (-23, in media, rispetto al 2010); negli ultimi due anni la pianura padana non ha registrato nevicate. La maggiore frequenza dei periodi anticiclonici, inoltre, riduce la circolazione e l’aria oggi risulta stagnante (assenza di piogge, vento e nebbia) per oltre 70 giorni consecutivi in media nei capoluoghi (92 al Nord, 70 al Centro, 50 al Sud), un fenomeno in crescita e correlato alla maggiore persistenza degli inquinanti nell’atmosfera. Piove meno ma più intensamente. Tra gli episodi ricordati dall’indagine del Sole 24ore, le alluvioni dell’Emilia-Romagna del 17-19 settembre 2024 durante il quale sono caduti circa 360 mm complessivi, di cui 285 in 24 ore, e quella del 19- 20 ottobre (in 6 ore circa due terzi delle piogge che mediamente cadono nell’intero mese di ottobre, con punte fino a 170 mm a fine evento). Oppure gli allagamenti in Val di Cecina, con accumuli oltre i 100 millimetri in poche ore, del 25-26 ottobre scorso. Così come l’alluvione di Giarre, quando il 13 novembre sono caduti oltre 500 millimetri in 12 ore.

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