Elezioni e ambizioni. L’assetto “variabile” e le incognite del campo progressista

LAMEZIA TERME «Dopo le Amministrative partirà la riflessione del centrosinistra sulle prossime Regionali». La linea l’ha tracciata nei giorni scorsi il riconfermato segretario regionale del Pd, Nicola Irto, che si appresta a ricevere una investitura piena dal congresso in programma nel weekend nel solco della ritrovata (almeno per il livello regionale) unità del partito. Dunque, una volta archiviate le Amministrative, il campo (più o meno largo) inizierà davvero a confrontarsi, al di là dei segnali, dei messaggi, delle ambizioni, delle rivendicazioni e delle scaramucce che finora si sono registrati nel fronte progressista. La linea temporale del resto è quasi una strada obbligata, perché al momento ogni trattativa è chiaramente condizionata da continui “stop and go”, da tanti fattori, anche contraddittori, che inevitabilmente rendono i ragionamenti molto più complicati e il contesto complessivo pieno di incognite. Uno su tutti: il fatto che il centrosinistra in queste Amministrative si è presentato in assetto molto ma molto variabile. C’è quello del perimetro davvero larghissimo di una coalizione realmente alternativa al centrodestra, il perimetro che comprende, oltre a Pd, M5S, Avs, anche Azione e Italia Viva, e questo perimetro si è concretizzato a Lamezia Terme, saldato dalla figura della candidata sindaco Doris Lo Moro. C’è il “caso” – le virgolette sono doverose – di Rende, dove il Pd corre con Giovanni Bilotti e qualche alleato essenzialmente di centrodestra, i socialisti del Psi e Azione corrono con Sandro Principe, il M5S e Avs con la pentastellata Rossella Gallo. Ci sono poi altre situazioni quantomeno curiose come quella di Cetraro dove un campo largo sembra essersi realizzato ma di matrice moderata, a sostegno dell’ex democrat Giuseppe Aieta, che invece non è appoggiato dal Pd. Insomma, un po’ di confusione, alla sinistra del centrodestra.

I segnali contraddittori

Certo, le Amministrative risentono fortemente di dinamiche anche territoriali e individualistiche, ma questo è. Indubbiamente, il voto in realtà come Lamezia sarà sicuramente una “cartina di tornasole”. Il fatto è che anche in queste settimane ultime ore da forze importanti dell’alleanza di centrosinistra arrivano indicazioni non univoche. A esempio, il M5S: nei mesi scorsi l’europarlamentare Pasquale Tridico (ritenuto tra l’altro da tantissimi osservatori un “papabilissimo” candidato governatore) aveva lanciato una Opa esplicita sulla scelta del futuro competitor di Roberto Occhiuto alla presidenza della Regione, ma l’altro giorno a Lamezia Terme, a margine di una iniziativa a sostegno di Doris Lo Moro, ha detto che sì, il campo largo va perseguito ma «partendo però dai temi, partendo dalla cornice che vogliamo costruire, legalità, Stato sociale, difesa della sanità», tutti temi che «noi – ha osservato Tridico – metteremo davanti a qualsiasi altro per le coalizioni». Insomma, quasi una “frenata”, secondo diversi analisti politici. Chissà. Certo non è stata una “frenata” la sortita dei giorni scorsi del leader di Avs, Angelo Bonelli, che – senza tanti giri di parole– ha detto che anche Avs pretenderà spazio e rispetto, potendo contare – ha sostenuto Bonelli –  su nomi spendibili da mettere sul tavolo del centrosinistra (uno – riferiscono i “bene informati” – potrebbe essere il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, che potrebbe incontrare il sostegno ance dello stesso M5S). «Se ne parla dopo le Amministrative», continuano a dire dal Pd, che peraltro sulla candidatura sicuramente dirà la sua e inoltre è perfettamente consapevole che la Calabria rientra in uno scacchiere nazionale e le fughe in avanti non servono a nulla. Se ne parla dopo le Amministrative, allora. Con il rischio però che le incognite possano persino aumentare… (a. cant.)

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