Rende, Bilotti: «Mancato confronto sinonimo di mancata sostanza»
Il candidato sindaco civico sostenuto dal Pd: «I cittadini hanno diritto di sapere chi si rifugia in slogan, promesse e farneticazioni»

RENDE “Che motivo ha il candidato della Federazione Riformista per fuggire da un confronto democratico?”. A chiederselo il candidato a sindaco di Rende, Giovanni Bilotti.
“Stupisce – e non poco – che in una competizione elettorale per guidare una città come Rende non si sia riusciti a garantire un confronto tra i candidati a sindaco. Al di là delle regole basilari legate alla par condicio, qui si perde qualcosa di ben più importante: il senso profondo della politica come luogo di confronto, partecipazione e trasparenza. Un momento pubblico in cui l’elettorato non è spettatore, ma protagonista attivo del processo democratico”, ha proseguito Bilotti.
“La verità è semplice: un confronto aperto e onesto avrebbe permesso di valutare con maggiore chiarezza la reale solidità e concretezza delle sue proposte. Prendiamo il suo programma. Si promette di “recuperare la metropolitana leggera”, ma si omette di dire che i fondi europei sono andati persi da anni. Servirebbe una proposta nuova, concreta, sostenibile. Non il riciclo di sogni ormai superati. Si rilancia la stazione ferroviaria di Santa Maria di Settimo, ma sarebbe forse più logico ripensare al ripristino di quella di Arcavacata, per migliorare i collegamenti con l’Università. Forse è la stessa visione urbanistica che propone di chiudere lo svincolo di Quattromiglia per aprirne un altro. Una strategia raffinata, certo, ma decisamente difficile da comprendere. E quando si passa alla sanità, si arriva perfino a evocare le Asl, come se fossero competenze comunali. Suggestiva come visione, ma totalmente scollegata dalla realtà amministrativa. Sul CUD si afferma che potrebbe diventare un centro per le start-up. Peccato che sia già stato ceduto all’Unical da tempo. Evidentemente il candidato riformista è rimasto fermo a qualche decennio fa. E poi la “Silicon Valley” a Rende, evocata perché – anni fa – al Crai si parlava di intelligenza artificiale. Con tutto il rispetto per l’innovazione, siamo anni luce da quel modello. Abbiamo perfino letto che Mark Zuckerberg sarebbe stato avvistato tra Quattromiglia e la zona industriale. Chi lo sa, forse ce lo siamo perso. Ecco perché il confronto era fondamentale. Non solo per rispetto delle regole democratiche, ma perché i cittadini hanno diritto di sapere chi ha una visione seria e chi invece si rifugia in slogan, promesse in fotocopia e, talvolta, farneticazioni”, ha sottolineato il candidato a sindaco.
“Io il confronto con tutti l’ho sempre chiesto. Perché non ho nulla da nascondere e non temo le domande. Anzi: le pretendo. Perché chi si candida a guidare una città deve metterci la faccia, le idee, la responsabilità. Nascondersi dietro slogan, jovanotti e monologhi autocelebrativi non è politica. È solo paura del confronto. Ma la città non è un palco. È una comunità. E merita verità, confronto, visione e scelte condivise. L’auspicio che faccio all’Onorevole, che vanta un’esperienza quarantennale, è quello di non avere paura del confronto. Perché chi ha governato così a lungo dovrebbe sapere che la democrazia non si teme: si pratica. Noi siamo qui. E ci mettiamo la faccia. Sempre”, ha concluso Giovanni Bilotti.