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ricordi e sentimenti

“La casa del rosmarino”, il canto del Sud e della Calabria di Gregorio Corigliano

Spaccati di vita quotidiana che sono ricchezza autentica nella nuova opera, edita Luigi Pellegrini Editore, con prefazione di Rosy Bindi

Pubblicato il: 13/05/2025 – 13:20
“La casa del rosmarino”, il canto del Sud e della Calabria di Gregorio Corigliano

Si intitola “La casa del rosmarino” ed è il nuovo libro del giornalista Gregorio Corigliano (edito Luigi Pellegrini editore). Un vero «canto del Sud» e della Calabria, di quella autentica che, forse, non esiste più. Nel racconto di Gregorio Corigliano – con la prefazione di Rosy Bindi – c’è la vita successiva al secondo conflitto mondiale, le sue abitudini e i suoi riti: i pranzi e le cene in famiglia, tutti insieme, il giornale radio ascoltato dal padre in religioso silenzio.  
Spaccati di vita quotidiana che sono ricchezza autentica che affiorano sfogliano “La casa del rosmarino”, il cui profumo inondava tutta casa.
Insomma, pagine piene di ricordi e sentimenti, arricchiti con una certa nostalgia per una Calabria certamente diversa, povera ma non meno romantica.

«È il Sud del Sud»

«Un romanzo più che un saggio, di grande coinvolgimento e di grande valore antropologico, dove predomina il linguaggio del cuore e dove la prospettiva è l’immagine melanconica che lo scrittore ci offre, per esempio, dei piccoli cimiteri di paese, dove dietro ogni fotografia e ogni lapide si celano e si conservano storie di famiglie patriarcali deluse dalla vita e frantumate dalle fatiche quotidiane, bellissimo il ricordo del suo medico di famiglia alle prese con le pene di un intero paese», si legge nella prefazione di Rosy Bindi. «È il Sud del Sud, dove tutto cambia ma solo perché nulla in realtà possa cambiare realmente le cose, un Sud ancora fermo, immobile, bloccato dalla storia e dal progresso, che in certi quartieri e in certe realtà periferiche è ancora aria che cammina. Ma a questo Sud così lacerato, così ancora lontano dal mondo, Gregorio dedica le sue pagine più intense, una sorta di lettera d’amore aperta alla terra e alla gente di Calabria che come lui continua a vivere sospesa tra inferno e paradiso».(redazione@corrierecal.it)

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