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l’affondo

Bilotti: «Principe non firma il patto per la legalità. Rende rischia il commissariamento»

A parlare è Giovanni Bilotti, candidato sindaco, che interviene alla sottoscrizione del patto per la legalità

Pubblicato il: 19/05/2025 – 20:52
Bilotti: «Principe non firma il patto per la legalità. Rende rischia il commissariamento»

RENDE – «È chiaro: il continuo sottrarsi dell’onorevole Sandro Principe non è casuale, ma il risultato di una strategia precisa. E allora ci chiediamo: chi l’ha pensata? Chi, forse da posizioni apicali e fuori scena, ha deciso che il candidato riformista dovesse sparire dal dibattito pubblico?». A parlare è Giovanni Bilotti, candidato sindaco, che interviene duramente dopo l’assenza di Principe alla sottoscrizione del patto per la legalità promosso dall’associazione Libera. «Principe non si è presentato. Non ha firmato. Solo un avviso tardivo di un impegno pregresso. Una scelta pesante, politicamente e simbolicamente. Un segnale gravissimo.» Bilotti punta poi l’attenzione sul nodo giudiziario: «È evidente che non si può firmare un patto per la legalità mentre si è coinvolti in due procedimenti giudiziari come Sistema Rende e Rimborsopoli. Quest’ultimo, se dovesse chiudersi con sentenza definitiva o anche solo con prescrizione, attiverebbe la legge Severino. E allora chiedo: chi governerà la città? Chi è il vicesindaco designato? Perché nessuno ha il coraggio di dirlo?». Il candidato incalza anche sulla questione della trasparenza: «Se Principe continua a sottrarsi, almeno ci dica chi è stato indicato come suo sostituto. Invece: silenzio. Un silenzio organizzato, pianificato, imposto.» Bilotti rilancia poi un allarme che circola da giorni: «C’è chi parla di un diktat interno ai candidati della coalizione che vieterebbe loro di partecipare a qualunque confronto pubblico. Se fosse vero, sarebbe un fatto gravissimo: la cancellazione di ogni autonomia, la riduzione della politica a ingranaggio muto. Un’umiliazione per ogni singolo candidato.» Infine, l’affondo sul rischio istituzionale: «Rende rischia seriamente il commissariamento. Non per fatalità, ma per precise scelte politiche: candidare chi non garantisce stabilità e negare ai cittadini il diritto di sapere. Questo è ciò che sta accadendo sotto gli occhi di tutti.» E la conclusione: «Noi siamo un’altra cosa. Siamo qui, ogni giorno, con le nostre idee e la nostra presenza. Non abbiamo paura delle domande, non abbiamo nulla da nascondere. L’assenza di oggi? È stata una risposta. Forse la più sincera che l’onorevole Principe abbia mai dato.»

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