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Tallini: «Dietro le dimissioni di Mangialavori si nasconde un sottile scontro politico?»

L’ex presidente del Consiglio regionale interviene sulle dimissioni del primario di ginecologia e sul caos del nosocomio vibonese

Pubblicato il: 20/05/2025 – 12:06
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Tallini: «Dietro le dimissioni di Mangialavori si nasconde un sottile scontro politico?»

«C’è un passaggio inquietante, dai più poco approfondito, nella lettera con cui il dottore Vincenzo Mangialavori, primario di ginecologia all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, ma anche fratello del deputato di Forza Italia Giuseppe, ha motivato le sue dimissioni dall’incarico». Lo scrive l’ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini. «Il dottor Mangialavori sostiene letteralmente: “Appena insediato, ho protocollato agli uffici preposti le richieste di attrezzature che potessero consentirci di erogare prestazioni sanitarie efficienti ed adeguate. Nonostante innumerevoli sollecitazioni, tali richieste sono a tutt’oggi rimaste inascoltate”. E allora, se anche il fratello di un autorevole esponente di Forza Italia, lo stesso partito del supercommissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto, non riesce a farsi ascoltare dalla Regione, dall’Ufficio del Commissario e dal manager dell’Asp nominato dallo stesso presidente della Regione, c’è qualcosa che non quadra».

«Una sottile vendetta politica»

«C’è il sospetto – ripeto solo il sospetto – che dietro il caos che si è creato nel già malandato ospedale di Vibo Valentia si possa celare una sottile vendetta politica servita fredda, per i noti contrasti precedenti tra Occhiuto e l’ex coordinatore di Forza Italia nonché fratello del medico dimissionario Vincenzo a cui va comunque la mia stima e la mia solidarietà’ come professionista per aver avuto il coraggio di evidenziare le ragioni della sua clamorosa decisione. Rimane da chiedersi perché il commissario alla sanità Occhiuto, che è anche vicepresidente nazionale di Forza Italia, ha ignorato le richieste che venivano da un autorevole primario, ma che è anche fratello del presidente ed ex coordinatore regionale forzista oggi presidente della commissione bilancio della Camera? Perché in tutto questo tempo in cui Occhiuto è stato ed è tuttora il plenipotenziario della sanità in Calabria, detentore di tutte le risorse economiche destinate agli ospedali, non ha preso in considerazione la drammatica richiesta di aiuto che veniva da un eccellente professionista peraltro vicino al suo stesso partito?».

«Vibo non merita tutto questo»

«Da ex consigliere regionale – continua Tallini – eletto anche nel territorio vibonese non mi sento di stare in silenzio davanti allo sfascio della sanità in quella città, con un ospedale che sembra essere diventato il set di un film horror, con episodi di violenza nei confronti degli operatori del pronto soccorso, con sette ambulanze ferme in assenza di posti letto, con un’esposizione mediatica negativa in relazione ad alcuni casi di presunta malasanità. Per questo mi sento di esprimere la mia piena solidarietà al medico Vincenzo Mangialavori che con il suo gesto ha inteso indicare le ragioni e le condizioni in cui molti medici che operano negli ospedali calabresi sono costretti ad operare molto spesso. Vibo Valentia non merita tutto questo, i medici e gli infermieri dello Jazzolino non meritano tutto questo, i cittadini di tutta la provincia di Vibo Valentia non meritano questo. Ma più in generale è la sanità dell’intera Area Centrale della Calabria ad essere penalizzata ed emarginata. Come non pensare ai continui soprusi contro il sistema sanitario di Catanzaro, allo scippo della facoltà di medicina, al piano ordito per fare chiudere il Sant’Anna Hospital per spostare su Cosenza i posti-letto di cardiochirurgia? E’ una battaglia che, purtroppo, sto conducendo in piena solitudine, visto l’asservimento dei consiglieri regionali ai voleri del dominus della sanità calabrese. Sarebbe ben grave – conclude – se quello che è solo un tiepido sospetto fosse invece molto vicino alla verità. Andreotti diceva che a pensar male è sbagliato ma poi spesso ci si azzecca».

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