Dal Tirreno alla Sibaritide, fino alla Valle dell’Esaro: la mappa della ‘ndrangheta cosentina
Omicidi, latitanti e fiumi di droga trasformati in milioni di euro. Il sigillo al tesoro della mala e i legami con Basilicata e Campania

COSENZA Lo spaccio di stupefacenti resta il vero core business della mala cosentina. Il narcotraffico muove milioni di euro e i soldati fedeli ai clan occupano il vasto territorio della provincia cosentina.
La Dda presuppone, da anni, l’esistenza di una “Confederazione di ‘ndrangheta” simile alla “Provincia Reggina” evocata dal procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo nel corso dell’ultima operazione denominata “Millennium“.
La convinzione di chi indaga sulla criminalità organizzata bruzia è che si sia stretto un patto di non belligeranza, deponendo le armi a favore del controllo del territorio e dei danari. Una pax siglata dopo una lunga e sanguinosa faida che a Cosenza e nell’hinterland ha lasciato morti ammazzati per strada e numerosi casi di lupara bianca.
La Dia, direzione investigativa antimafia, nella ultima relazione semestrale ha mappato la presenza di clan e cosche sul territorio cosentino partendo dalle risultanze investigative legate all’operazione nome in codice “Reset” che aveva consentito di documentare l’operatività dei clan Lanzino-Patitucci e del clan degli “Zingari“, attivi nello spaccio di stupefacenti approvvigionati prevalentemente nel reggino e ceduti nel capoluogo e nell’hinterland cosentino.
Il contrasto al patrimonio criminale
Non solo arresti, la criminalità si combatte anche e soprattutto aggredendo il patrimonio costituito da denaro, società, immobili e beni di lusso frutto di proventi di attività illecite. La Guardia di finanza, nello scorso mese di ottobre, ha eseguito il sequestro di 210 beni riconducibili ad un imprenditore cosentino già coinvolto nell’ambito dell’operazione Reset e ritenuto “vicino” alla ‘ndrina Patitucci. I sigilli hanno riguardato: 2 società attive, rispettivamente, nel noleggio di autoveicoli e nell’allevamento di bestiame, 40 beni immobili, 21 beni mobili e 2 rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro.
Dalla Sibaritide alla Valle dell’Esaro
Qualche settimana più tardi, il 15 novembre 2024, i carabinieri hanno eseguito l’operazione “Run up” scaturita dagli sviluppi investigativi dell’inchiesta “Athena” che, il 23 giugno 2023, aveva permesso di ridimensionare il clan Abbruzzese egemone nel territorio della Sibaritide. L’operazione denominata “Run up”, tuttavia, ha permesso di ricostruire l’intera rete di sostegno al latitante Leonardo Abbruzzese detto “Nino Castellino” che si era avvalso anche dell’ausilio del clan Lovreglio.
Dalla Sibaritide alla Valle dell’Esaro, dove il gruppo Presta agirebbe, in un vasto territorio con base nel Comune di Roggiano Gravina. Una associazione di narcotrafficanti, finita al centro del processo “Valle dell’Esaro” giunto in appello. Nei giorni scorsi, la procura ha chiesto, in buona sostanza, la conferma delle condanne emesse in primo grado (qui la notizia).
A Rende, come emerso da diverse inchieste, sarebbe egemone il gruppo che fa riferimento alla famiglia Di Puppo. A Castrovillari, «si registra la presenza del clan Recchia-Impieri». Il 17 luglio 2024, i carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di un soggetto originario di Cassano allo Ionio ritenuto responsabile in concorso di un duplice omicidio avvenuto il 4 aprile 2022 a Castrovillari scaturito dalla contrapposizione di gruppi criminali insistenti nella logica della spartizione territoriale per finalità di narcotraffico.
La vasta area attorno alla terza città della Calabria, Corigliano-Rossano, avrebbe come gruppo criminale di riferimento il clan Acri-Morfò, attivo anche nella Piana di Sibari, mentre sul versante jonico cosentino e fino a Scanzano Jonico (in provincia di Matera) si confermerebbe l’operatività dei clan Abbruzzese e Forastefano di Cassano all’Ionio. Lo scorso primo marzo 2024, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili di detenzione illecita di stupefacenti e di armi. Le indagini hanno consentito di delineare gli assetti di tre distinti gruppi operanti nel territorio di Castrovillari e Cassano all’Ionio, dediti allo spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana, accertando i canali di rifornimento individuati nei predetti Comuni.
Il 15 ottobre 2024, la Guardia di finanza ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro nei confronti di un soggetto originario di Cassano all’Ionio e ritenuto “vicino” alle locali consorterie criminali, già condannato, nell’ambito di diversi procedimenti penali, per reati associativi ed inerenti al narcotraffico. Il provvedimento di sequestro ha riguardato 3 società operanti nel commercio degli autoveicoli, della coltivazione di ortaggi e nel settore degli autotrasporti ed i relativi patrimoni aziendali, numerosi autoveicoli, 3 unità immobiliari e diversi conti correnti.
Droga e sangue lungo il Tirreno Cosentino
Solo 24 ore fa il Tirreno Cosentino è stato scosso dall’ennesimo fatto di sangue. Un omicidio consumato a Cetraro, davanti una officina meccanica lungo la trafficata Ss 18. Un probabile regolamento di conti che ha spezzato la vita di Giuseppe Corallo, 59enne già noto alle forze dell’ordine. Nella zona di Scalea, invece, «risulta attivo il clan Valente-Stummo, contiguo alla cosca Muto, egemone a Cetraro e nell’alta fascia tirrenica cosentina». La circostanza sarebbe cristallizzata grazie ad un intervento datato 22 novembre 2024, quando i carabinieri, a Scalea, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro soggetti ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio e detenzione di stupefacenti in concorso, detenzione illegale di armi comuni da sparo e lesioni personali in concorso, quest’ultimo reato aggravato dal metodo mafioso. Uno degli indagati è ritenuto intraneo alla cosca Muto. Scalea, da sempre, mantiene un canale privilegiato legato al traffico di droga con la Campania. Il gruppo criminale dedito allo spaccio prevalentemente di cocaina, infatti, «si approvvigionava sia in provincia di Napoli che a Cetraro ed era solito imporsi con metodi drastici non disdegnando l’uso delle armi a fini intimidatori».
Pochi chilometri separano Cetraro da Paola, dove «si registra l’influenza dei contrapposti clan Tundis, Serpa e Scofano-Martello «quest’ultimo attivo anche a Fuscaldo». Il 17 gennaio 2024 è giunto in Italia, estradato da Amburgo, Valerio Salvatore Crivello: latitante catturato lo scorso 4 settembre 2023 sull’isola di Sylt (Germania). Ritenuto “vicino” al clan Scofano-Martello era stato condannato all’ergastolo per un omicidio commesso il 27 maggio 2003 a Paola, tuttavia, nel mese di novembre 2020, dopo la pronuncia definitiva della Corte di Cassazione, si era reso latitante.
Il Tirreno Cosentino “ospita” un numero importante di cosche e sodalizi criminali. Ad Amantea, per la Dia, risulterebbe presente il clan Gentile-Aficano-Besaldo mentre nei territori più vicini alla città di Cosenza, Paterno Calabro, Rogliano e Piano Lago si registrerebbe l’operatività del clan Chirillo. (f.benincasa@corrierecal.it)
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