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Referendum, incontri informativi durante il silenzio elettorale: la “sfida” del sindaco vibonese

Fabio Signoretta, primo cittadino di Jonadi, con una direttiva autorizza confronti anche sabato 7 giugno. «Manca informazione istituzionale, è un gesto in nome della democrazia»

Pubblicato il: 03/06/2025 – 17:17
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Referendum, incontri informativi durante il silenzio elettorale: la “sfida” del sindaco vibonese

VIBO VALENTIA Una direttiva ufficiale che mira ad autorizzare confronti pubblici ed eventi informativi il 7 giugno, di fatto andando contro la norma che regola il silenzio elettorale. è quanto ha deciso Fabio Signoretta, sindaco di Jonadi, in provincia di Vibo, in vista del prossimo referendum dell’8 e del 9 giugno. Un’iniziativa che suona come “sfida”, dal momento che nel documento si fa esplicitamente riferimento alla «carenza di informazione istituzionale» degli ultimi mesi. «Non mi sento affatto colui che sfida lo Stato – ha dichiarato il primo cittadino, esponente di +Europa -. Semmai, oggi, mi considero tra gli ultimi a difenderne davvero le fondamenta: partecipazione, pluralismo, trasparenza. Dare voce a tutte le posizioni è un dovere civico, non una violazione. È la nostra Costituzione a chiederci di non restare in silenzio proprio nei momenti decisivi». Nella direttiva il sindaco lamenta una carenza di informazione istituzionale tale da tale da «compromettere seriamente la piena comprensione della materia oggetto di voto da parte dell’elettorato». Come – aggiunge – ha formalmente rilevato l’Agcom. «Autorizzare momenti pubblici di confronto anche alla vigilia del voto non è una provocazione – ha aggiunto – ma un atto dovuto. È un gesto di responsabilità democratica per contrastare una condizione inaccettabile: milioni di persone sono chiamate a votare senza che sia stato loro spiegato chiaramente cosa c’è in gioco. Il problema non è il dissenso, che è legittimo. Il problema è che manca la conoscenza minima per scegliere, anche solo per scegliere di non partecipare». La misura, di cui il primo cittadino di Jonadi ha inteso assumersi ogni responsabilità, rientra in una linea di azione amministrativa improntata alla tutela dei diritti fondamentali, anche nei contesti più difficili: «È un gesto forte – conclude – ma è un gesto in nome della democrazia». 

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