COSENZA Si è chiusa, in Corte d’Assise a Cosenza, la requisitoria del processo che mira a far luce sul tentato omicidio di Alfredo Foggetti, verificatosi a marzo del 2022 a Castrolibero, in provincia di Cosenza. Nove i colpi sparati contro il giovane, raggiunto al torace e trasportato d’urgenza all’ospedale Annunziata della città bruzia. La vittima dell’agguato riesce a salvarsi, dopo aver rischiato la vita, e il suo presunto aggressore, Denny Romano, viene arrestato (qui la notizia). Dopo la sparatoria, il presunto colpevole (difeso dall’avvocato Antonio Quintieri) avrebbe fatto ritorno nella propria abitazione dove la Squadra Mobile di Cosenza, al termine di una perquisizione, rinviene e sequestra alcuni capi di abbigliamento appartenenti a Romano poi riconosciuti da Foggetti come quelli indossati il giorno del tentato omicidio.
Al termine della requisitoria, il pubblico ministero Giuseppe Cozzolino ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena di 12 anni di reclusione.
Nel corso della precedente udienza, in aula, l’imputato – in video collegamento dal carcere – aveva reso dichiarazioni spontanee.
«Sono assolutamente estraneo ad ogni fatto contestato e sono innocente, non c’è un solo elemento scientifica che provi quanto contestato. Secondo la ricostruzione fatta, io sarei arrivato a sparare, ma sui miei vestiti non c’è traccia di polvere da sparo. Sono sorvegliato speciale e sono senza auto, come avrei fatto a recarmi sul posto? Non c’è una prova. Dicono che Foggetti mi abbia riconosciuto dagli occhi, era sera e non so come abbia potuto fare». L’imputato ha nominato come esperto balistico, l’ingegnere Gianluca Lopez.
Nella scorsa udienza era stato escussa anche la parte offesa. Foggetti – sollecitato dalle domande del pm Giuseppe Cozzolino – aveva ripercorso gli istanti precedenti l’agguato: «Poi sono sceso da Castrolibero paese e mentre stavo parcheggiando sento degli spari. Mi giro e inizio a scappare». La sparatoria avviene in via dell’Unità a Castrolibero. «Scappo in direzione opposta all’aggressore, che vedo frontalmente a pochi metri di distanza da me. Era da solo».
E sul presunto aggressore, «Aveva una sciarpa che copriva tutto il viso lasciando scoperti solo gli occhi, scarpe grandi ed una felpa. E’ magro, alto più o meno come me, sul metro e settanta». (f.benincasa@corrierecal.it)
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