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L’iniziativa

A Reggio Calabria il convegno nazionale per dire no a usura ed estorsione

Contrasto, prevenzione e solidarietà alle vittime le parole chiave dell’incontro promosso dalla Fai, federazione antiracket attiva da 35 anni

Pubblicato il: 06/06/2025 – 21:38
di Antonino Casadonte
A Reggio Calabria il convegno nazionale per dire no a usura ed estorsione

REGGIO CALABRIA Reggio Calabria unita per dire no a usura ed estorsione. Si è svolto alla Camera di Commercio della “Città dello Stretto” il convegno nazionale promosso dalla Fai, Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane, che da oltre 35 anni difende e tutela i commercianti vittima della prevaricazione mafiosa. Un incontro per sensibilizzare attraverso le testimonianze di chi ha subito le pressioni da parte delle organizzazioni criminali, come Angela Verbaro, figlia di Giuseppe, panettiere e primo testimone di giustizia reggino, che nel 1997 smise di pagare il pizzo e si rivolse alle autorità, ma anche un’occasione per riflettere su come contrastare e prevenire due fenomeni che spesso affliggono la nostra Terra e che minano allo sviluppo economico e sociale.

«Denunciare per liberarsi da un ricatto odioso». Ma non è sempre facile

Il lavoro della Fai è fondamentale e dal 1990, anno di nascita della federazione, è cambiato, si è evoluto, come d’altronde hanno fatto le organizzazioni criminali, negli interessi e nelle modalità. Per le associazioni antiracket e antiusura dunque non è mai tempo di rilassarsi, come evidenzia il presidente nazionale Luigi Ferrucci: «Stiamo lavorando e abbiamo lavorato bene nel corso degli anni, ma esistono ancora delle criticità che dobbiamo risolvere, ad esempio fornendo gli strumenti migliori possibili ai nostri colleghi operatori economici che vogliono denunciare e liberarsi da questo odioso ricatto mafioso». Un aspetto, quello relativo alle denunce, sul quale si è insistito molto durante il convegno. Tuttavia, per chi subisce soprusi, non è mai facile risalire dal baratro e rivolgersi allo Stato. Uno Stato che attraverso la protezione e i sussidi cerca di proteggere come può le vittime di usura ed estorsione, fondando il suo lavoro su tre pilastri fondamentali, come sottolinea Mariagrazia Nicolò, Commissaria straordinaria per le iniziative Antiracket e Antiusura: «L’impalcatura legislativa dello Stato si basa sul contrasto, la prevenzione e la solidarietà, tre aspetti applicati dalle varie amministrazioni. Purtroppo – aggiunge- se da un lato le denunce per estorsione sono in aumento, dall’altro quelle per usura registrano un trend negativo, per aiutare le vittime dunque lo Stato interviene tramite protezione e benefici economici, l’elargizione nel primo caso e il mutuo nel secondo». Oltre a questi sussidi, potrebbero subentrare altre necessità, a seconda del territorio e delle situazioni: «Forse si potrebbero inserire nelle norme già presenti e che tutelano le vittime altri strumenti, come la figura di un esperto che possa fornire loro supporto», precisa la Commissaria.

Le parole della presidente della Commissione parlamentare Antimafia

Presente tra gli altri anche la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, secondo cui esistono alcune lacune da colmare, su tutte quelle relative alla burocrazia, per far sentire ancora meglio la presenza dello Stato alle vittime di usura ed estorsione: «È evidente – afferma – che i testimoni di giustizia che denunciano spesso non sono soddisfatti dai tempi in cui gli viene data una risposta e oggi siamo in una condizione in cui non ce lo possiamo permettere, dobbiamo essere più forti e più rapidi dei mafiosi. Purtroppo – conclude – la macchina burocratica si inceppa e non ce lo permette a volte, ma dobbiamo tutelare i testimoni, dimostrare che lo Stato c’è e aiutarli a rimanere nelle loro città, dando un segnale forte. Il messaggio deve essere: io commerciante e cittadino onesto non me ne vado da casa mia, sono gli altri, i mafiosi, che se ne devono andare, per il bene di tutto il territorio».

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