Brusca, la ‘ndrangheta e il “comparato” tra Piromalli e Totò Riina «per sistemare le faide»
I vecchi racconti dell’ex capomandamento di San Giuseppe Jato, artefice della strage di Capaci e testimone dell’alleanza strategica tra le due mafie

LAMEZIA TERME Per decenni Cosa nostra e la ‘ndrangheta hanno coltivato un rapporto strettissimo fatto di visioni comuni e scambio di favori, dal traffico di armi a quello della droga, fino a cementare quello che ad un certo punto era diventato l’obiettivo comune da perseguire: condizionare e piegare la stessa vita dello Stato. Ne sono convinti gli inquirenti della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ci sono inchieste e sentenze – come, ad esempio, il processo “Crimine” – a sancirlo, ma anche la più recente inchiesta sulla “‘Ndrangheta stragista”.
“La Santa”
La struttura piramidale, un gruppo di famiglie a dominare tutto il territorio nazionale e non, fino ad arrivare all’esistenza di una struttura sovraordinata alla “Provincia” ovvero “La Santa”, composta da pochissimi personaggi di vertice in grado di gestire relazioni e rapporti riservati, anche con apparati pubblici e istituzionali, nonché massonici e appartenenti ai servizi segreti deviati.
Insomma, un contesto storico in cui però è ancora possibile scorgere figure tuttora attuali come Giovanni Brusca. Il “boia di Capaci”, il capomafia di cosa nostra che azionò il telecomando che innescò l’esplosione il 23 maggio del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, è infatti tornato libero dopo aver scontato, in tutto, 25 anni di carcere, di cui gli ultimi 4 in libertà vigilata.
Il rifugio in Calabria
Il nome del boss di San Giuseppe Jato non è nuovo in quegli episodi che hanno costituito la base ormai storica della ‘ndrangheta calabrese, tutt’altro. È stato lo stesso collaboratore di giustizia, fra le tante dichiarazioni rese, a parlare dello stretto legame tra la mafia calabrese e quella siciliana. Quando, ad esempio, parlò di Antonio Salamone, l’ex capo mandamento di San Giuseppe Jato che, a dette di Brusca «aveva trovato rifugio in Calabria e che, con l’ausilio di esponenti o soggetti vicini alla ‘ndrangheta, aveva tentato di “aggiustare” anche alcuni processi in Cassazione».
È stato ancora Brusca ad aver raccontato dei rapporti esistenti sin dagli anni ‘70 fra Cosa Nostra e la ‘ndrangheta, precisando di avere appreso «dell’esistenza di un “comparato” fra Piromalli e Riina, che si era “messo di mezzo per sistemare le faide”». Circostanza che il pentito siciliano racconta di aver appreso «dal padre, nonché dallo stesso Riina e dal di lui cognato Bagarella».
L’ospitalità a Cefalù, Riina e Bagarella
Così come altri pentiti, Brusca conferma un altro episodio, cioè quello dell’ospitalità garantita presso il villaggio “Euromare”, «gestito da Tullio Cannella, prestanome dei Graviano, ad alcuni calabresi che era entrati in contrasto con altri soggetti». Brusca aveva anche precisato che, dopo il 1992 i rapporti tra i siciliani e i calabresi erano curati da Totò Riina in persona e, dopo il gennaio 1993, cioè dopo la sua cattura, ad occuparsene sarebbero stati per lo più «Bagarella e Messina Denaro, pur non potendo escludere che fossero intrattenuti anche da Giuseppe Graviano».
Le stragi e i calabresi a Formello
In relazione alla condivisione della strategia stragista tra Cosa nostra e la ‘ndrangheta, lo stesso Giovanni Brusca aveva anche raccontato che, nel corso di un incontro con Giuseppe Graviano a Misilmeri, prima dell’arresto dell’imputato, «gli era stato chiesto di contattare, tramite Leonardo Vitale, alcuni calabresi a Formello, vicino Roma, perché commettessero attentati dinamitardi ai danni di monumenti e così proseguire nella strategia stragista». Brusca ha raccontato che questo Vitale «gli aveva parlato di un soggetto calabrese, Pino Franco o Franco Pino di Cosenza, che aveva conosciuto in carcere e risiedeva proprio a Formello, che i calabresi si erano “messi a disposizione”, ma subito dopo era stato tratto in arresto Bagarella e quindi il progetto si arenò». (g.curcio@corrierecal.it)
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