VIBO VALENTIA Non poteva iniziare nel modo peggiore la stagione estiva a Vibo Marina: mare sporco, cantieri (in ritardo) che bloccano parcheggi e rendono complicato l’accesso alle spiagge. Il litorale vibonese può godere di perle come Tropea, Pizzo, Zambrone, ambite mete riconosciute a livello internazionale per il bel mare e l’offerta turistica. Qualità che potrebbe avere anche l’ex Porto Santa Venere, dotato anche del potenziale del più grande porto della provincia, ma che, invece, arranca rispetto alle sue vicine: una presenza ridotta di turisti, poca programmazione a lungo termine, lavori discutibili (come la piazza di Bivona) e qualche evento sporadico, spesso frutto di iniziativa di giovani e associazioni del territorio.
Nella prima vera domenica di mare per tanti vibonesi, le condizioni in cui si sono presentate le acque sono state critiche: plastica, rifiuti e bagnanti impossibilitati a farsi una nuotata. «C’erano una volta i bambini che a mare raccoglievano le conchiglie, ora siamo sommersi di plastica e spazzatura» scrivono con amarezza sui social. «Molte le segnalazioni per il mare sporco» ha scritto il Comune di Vibo, rispondendo alle lamentele. «Si tratta di un fenomeno che non dipende dal depuratore del Silica, che funziona perfettamente e non scarica alcun rifiuto». Per l’assessore ai lavori pubblici Monteleone «risulta evidente che la massa di rifiuti trovata dai bagnanti appartiene a origini ben diverse e facciano parte di flussi che le correnti marine hanno riversato lungo tutta la costa», ma saranno comunque valutati provvedimenti «per tutelare la nostra popolazione». Anche altre località hanno riscontrato gli stessi problemi di Vibo Marina, ma resta ancora incerta l’origine di tutti questi rifiuti.
La plastica e i rifiuti non sono l’unico problema per le acque di Vibo Marina: da anni la frazione, soprattutto nella vicina Bivona, lotta contro l’inquinamento legato ai fossi, da cui derivano acque sporche che rendono il mare “inagibile”. È il caso del fosso Sant’Anna, la causa dei diversi divieti di balneazione emessi per la spiaggia di Bivona. Nell’ultimo periodo preoccupano anche le condizioni del fosso Antonucci, alla cui foce è stato emesso un nuovo divieto di balneazione solo pochi giorni fa. In attesa dei nuovi prelievi Arpacal, il Comune è intervenuto per ripulirlo, con l’uso di ruspe ed escavatori. Ai problemi in mare si aggiungono quelli fuori: nella zona della Rada, un cantiere per l’espansione del marciapiede ha bloccato i parcheggi e reso difficile l’accesso al mare, sollevando polemiche per la scelta di continuare i lavori (in ritardo) a giugno.
Se il problema rifiuti è risolvibile con interventi “tampone”, in attesa di capire se si tratta di un episodio sporadico dovuto alle correnti o ci sono altre cause precise, per la crescita turistica di Vibo Marina servono interventi strutturali e programmazione. In anni in cui le immagini delle meraviglie calabresi e vibonesi fanno ormai il giro del mondo, Vibo Marina resta “zoppa” anche a causa dei grandi edifici industriali che ne “inquinano” il paesaggio. Così sulle spiagge vibonesi un bagnante non è circondato dalla natura o da servizi, ma da depositi petroliferi e da vecchie cisterne arrugginite. Allo stesso modo nel godersi lo “skyline” la vista viene rovinata dall’imponente e abbandonato struttura della Italcementi. Criticità storiche e difficili da risolvere, ma quantomeno da tenere in conto per una necessaria programmazione futura. Altrimenti Vibo Marina rischia di restare l’eterna cenerentola della Costa degli Dei. (ma.ru.)
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