Criticità e segnali di vivacità nel piano triennale degli interventi per il teatro
La “fotografia” del settore nei dati contenuti nel Piano adottato dalla Giunta regionale. Criticità ma anche potenzialità

CATANZARO Ritardi ma anche segnali di vivacità, criticità ma anche prospettive interessanti. «Pur dimostrando grande vitalità e capacità di crescita», il teatro in Calabria «ha bisogno di un supporto maggiore per esprimere appieno il suo potenziale e contribuire in modo significativo allo sviluppo culturale ed economico della regione»: è quanto scrive la Giunta regionale nel Piano triennale degli interventi per il teatro approvato nei giorni scorsi. Il documento si prefigge di descrivere lo scenario regionale, anche nel più ampio panorama nazionale, individuando gli spunti di riflessione per la nuova programmazione. E soprattutto fotografa la situazione di un comparto che in Calabria ancora soffre ma è anche in movimento e guarda avanti.
I dati
Il Piano regionale fa riferimento agli ultimi dati Istat, dai quali emerge che «il 34,2% dei Comuni calabresi non offre ai propri cittadini spettacoli programmati nel corso di un anno solare, valore che si rapporta al 10% della media nazionale». Inoltre «l’11,8% della popolazione calabrese – sempre secondo l’Istat – non usufruisce invece di spettacoli teatrali nel corso dell’anno, mentre la media nazionale è del 2%». Anche per quanto riguarda le infrastrutture, l’Istat, in riferimento a cinema-teatri oppure solo teatri, indica la Calabria con un indice di 3,6 strutture ogni 100.000 abitanti, mentre la media nazionale si attesta a 4,8: «Ciò significa – rimarca la Regione – che, rapportando i numeri al totale della popolazione residente in Calabria, per l’Istat soltanto 72 strutture nella nostra regione sarebbero propriamente definibili come Teatri o Cine-teatri». Per la Regione «un dato positivo, in leggera controtendenza con il valore nazionale, riguarda invece la diffusione sul territorio regionale delle strutture adibite a spettacoli dal vivo ed in particolare i teatri, sebbene con dei distinguo da fare in merito alla capacità infrastrutturale di tali luoghi. In Calabria il 56,5% si trova nei cosiddetti “Comuni polo”, aree urbane attrattive di riferimento, mentre il 43,5% sta nelle aree decentrate e/o interne (media nazionale: 77,6 rispetto a 22,44). Rispetto ai dati nazionali, quindi, c’è una frontiera da conquistare, e per certi versi riqualificare, delle aree interne e periferiche, che hanno i numeri di infrastrutture, sebbene di dimensioni più ridotte, per ospitare programmazioni teatrali. Una programmazione calzante con un più ampio obiettivo di ripopolamento delle aree interne».
Un incremento record di spettacoli in Calabria
Altri numeri, però questi del ministero della Cultura. «I dati recentemente pubblicati dal Mic relativi all’utilizzo del Fondo nazionale dello spettacolo dal vivo (Fsndv) nel 2023 – spiega la Regione nel Piano triennale – offrono un quadro complesso, ma interessante, per quanto riguarda l’attività teatrale in Calabria. La Calabria si distingue come la regione con il maggiore incremento percentuale di spettacoli realizzati: un aumento del 57,49% rispetto al 2022 e addirittura del 105,75% rispetto al 2019. Questo dato testimonia un dinamismo e una vitalità del settore teatrale calabrese che meritano di essere sottolineati. Nonostante questo incremento significativo, la Calabria raggiunge una percentuale di spettacoli realizzati pari al 2,09% del totale nazionale. Un dato che, seppur in miglioramento rispetto al passato, rimane ancora inadeguato se confrontato con la percentuale di popolazione residente in Calabria, che rappresenta il 3,13% della popolazione italiana. i finanziamenti ministeriali del Fnsdv, destinati alle imprese teatrali calabresi, hanno registrato una crescita notevole, con un aumento del 160,55% rispetto al triennio precedente. Tuttavia – anche in questo caso – si legge ancora – risulta insufficiente il dato complessivo raggiunto (1% rispetto al totale nazionale) rispetto alla percentuale di popolazione residente in Calabria. I dati del Mic evidenziano quindi un paradosso: da un lato, una crescita esponenziale dell’attività teatrale in Calabria, testimoniata dall’aumento degli spettacoli realizzati; dall’altro lato, una percentuale di finanziamenti Mic ancora inadeguata rispetto al peso demografico della regione». La conclusione della Regione: «È fondamentale mettere dunque in atto politiche di sostegno più mirate e adeguate. Il teatro calabrese, pur dimostrando grande vitalità e capacità di crescita, ha bisogno di un supporto maggiore per esprimere appieno il suo potenziale e contribuire in modo significativo allo sviluppo culturale ed economico della regione, riuscendo di conseguenza a “conquistare” nuovi spazi di visibilità nei finanziamenti del Mic». (a. c.) (segue)
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