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L’Unical che verrà, l’elezione a tre per diventare Rettore e l’eredità di Leone

Dal policlinico alla terza missione. In cinque anni generato un valore del patrimonio pari a quello ottenuto nei primi cinquant’anni dell’Ateneo

Pubblicato il: 16/06/2025 – 18:20
di Fabio Benincasa
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L’Unical che verrà, l’elezione a tre per diventare Rettore e l’eredità di Leone

RENDE Domani è attesa la conferenza stampa dell’ufficializzazione della candidatura a Rettore dell’Università della Calabria del professore Franco Rubino. Una decisione, quella di scendere in campo, che ha sparigliato le carte rispetto ai due docenti che da mesi sono coinvolti nella competizione per assumere il ruolo di successore di Nicola Leone. Si tratta di Gianluigi Greco, professore ordinario di Informatica e dal 2018 direttore del dipartimento di Matematica e informatica e Patrizia Piro, già pro-rettrice e ordinario di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia. In attesa di conoscere quali saranno i programmi proposti da Rubino, è importante ricordare gli sforzi profusi – in questi anni – per la realizzazione della terza missione dell’Unical. L’apertura al territorio ha dato nuovo impulso a cooperazioni e lavoro in sinergia restituendo all’Ateneo calabrese un volto diverso rispetto a chi lo considerava una torre d’avorio, uno spazio chiuso governato da intellettuali e docenti.

L’Unical per la sanità

Il cambio di passo c’è stato e tra i risultati rivendicati da Leone c’è sicuramente l’impegno dell’Unical per la sanità. Il Corriere della Calabria ha anticipato per primo i contenuti di relativi alla realizzazione del policlinico universitario nell’area ritenuta idonea situata a pochi passi dall’Ateneo e della facoltà di Medicina. Una scelta quella di far sorgere il policlinico nel campus frutto di studi approfonditi e soprattutto – questo il dato chiave – della garanzia rispetto alla possibilità di avviare in un futuro prossimo eventuali lavori di ampliamento della struttura sanitaria. Dunque, il vasto terreno messo a disposizione dall’Unical non solo favorirebbe la costruzione di un presidio sanitario d’eccellenza, ma garantirebbe la possibilità di aggiungere nuovi reparti, ampliare l’offerta sanitaria, creare dei poli in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti. Impossibile tralasciare un altro aspetto, ovvero la sinergia che si creerebbe tra il policlinico e tutte le facoltà presenti all’Unical, specializzate nel campo biomedico.
Il nosocomio è solo una delle variabili che ha caratterizzato il proficuo rapporto tra l’Unical e la Regione Calabria. Un percorso sinergico e di stretta collaborazione per rilanciare il settore sanitario calabrese, combattere l’atavica carenza di organico, migliorare le prestazioni e l’offerta destinata ai pazienti – per anni – rassegnati a curarsi lontano dalla Calabria. Il programma ha previsto, oltre all’acquisto di macchinari di ultima generazione, anche il coinvolgimento dei cervelli di ritorno, eccellenze in campo medico e luminari decisi a tornare in Calabria dopo una carriera spesa in giro per il mondo.

Più laureati e più occupati

Studenti soddisfatti, prospettive occupazionali in miglioramento e un ruolo strategico nel favorire l’inclusione e la mobilità sociale nel Sud Italia. È questa la fotografia dell’Università della Calabria tracciata dal XXVII Rapporto sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati pubblicato dal consorzio Almalaurea. L’Ateneo si colloca al primo posto tra le grandi università italiane per livello di soddisfazione espresso dai propri laureati: il 93,8% valuta positivamente l’esperienza vissuta durante gli studi, oltre tre punti sopra la media nazionale (90,2%). Parallelamente, i dati occupazionali mostrano un’evoluzione favorevole: la quota di laureati magistrali (biennali o a ciclo unico) impiegati entro un anno dal titolo cresce dal 69,1% al 71,1%. Anche a cinque anni dalla laurea si registra un incremento superiore al trend nazionale: si passa dall’82% all’84,3%. Tra i laureati Unical attualmente occupati, oltre la metà lavora nel Mezzogiorno (54,1%), il 32,4% è attivo nel Nord Italia, il 10,1% nel Centro e il 2,9% all’estero. L’Ateneo, pertanto, rafforza il suo ruolo di motore formativo per il Meridione, contribuendo a sfatare lo stereotipo che vuole i suoi laureati costretti a cercare lavoro lontano dal Sud. Un altro dato fa emergere con forza il ruolo di “ascensore sociale” che l’Università della Calabria continua a svolgere per le nuove generazioni di calabresi: ancora nel 2024, il 75,1% dei laureati Unical è il primo nella propria famiglia a ottenere un titolo accademico, un dato che supera di gran lunga la media nazionale (66,7%). 
L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 7.510 laureati dell’Università della Calabria. Tra i laureati magistrali contattati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è salito al 71,1%. A cinque anni dalla laurea, la quota di occupati raggiunge l’84,3%, con un incremento di 2,3 punti rispetto alla precedente rilevazione. 
Anche le retribuzioni seguono un andamento positivo: a un anno dalla laurea il compenso netto mensile medio è salito da 1.355 a 1.403 euro; a cinque anni da 1.616 a 1.676 euro. Il 79,5% dei laureati magistrali considera efficace il titolo conseguito e il 64,3% afferma di utilizzare in modo consistente le competenze acquisite per le attività lavorative. 

I dati economici

La crescita dell’Unical è sorretta anche da dati economici incontrovertibili. Le previsioni di bilancio sono state corrette con numeri che addirittura suggeriscono un miglioramento non previsto. Questo consentirà di programmare un rafforzamento significativo del personale, sia docente che tecnico-amministrativo, per i prossimi mesi. Di fronte ad un quadro economico-finanziario più favorevole rispetto alle stime iniziali, l’ateneo dà un segnale forte: investire nelle persone per continuare a costruire il futuro dell’università.
«Questo risultato è il frutto di una strategia di governance rigorosa e lungimirante, sostenuta dalla coesione e l’impegno di tutta la comunità accademica, strategia che ha puntato sull’ampliamento e l’innovazione dell’offerta formativa, e sviluppato un ambizioso progetto per la sanità che mostra già i primi frutti. Siamo riusciti a coniugare visione strategica e sostenibilità finanziaria, sfruttando le opportunità offerte dal contesto normativo e impiegando al meglio le risorse disponibili. Sono felice di poter rilevare che, nel corso dei sei anni del mio mandato, tra nuove assunzioni e progressioni di carriera, l’Unical ha attivato 470 nuove posizioni per professori e ricercatori e 290 per il personale tecnico-amministrativo. Un investimento concreto sulle persone, motore fondamentale della crescita e della qualità del nostro ateneo», ha sottolineato il Rettore in un post.
L’indicatore di spesa per il personale è infatti migliorato dell’1,12% rispetto alle previsioni, e non per tagli o diminuzione dei costi, bensì per la capacità dell’ateneo di attrarre maggiori risorse, grazie all’incremento degli studenti effettivamente iscritti, il loro maggior reddito (che aumenta la contribuzione), soprattutto nei corsi di area medica, e gli introiti garantiti dalle nuove Scuole di specializzazione sanitaria. Emblematico è l’andamento del patrimonio netto, che dal 2019 al 2024 è raddoppiato, passando da circa 88 milioni a 175 milioni di euro. In soli cinque anni, dunque, è stato generato un valore del patrimonio pari a quello ottenuto nei primi cinquant’anni di vita dell’università. Ai successori il compito di proseguire un percorso virtuoso. (f.benincasa@corrierecal.it)

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