Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 19:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

affari nel regno unito

Da Londra ai paradisi fiscali delle Isole Cayman: così la ‘ndrangheta ricicla e si espande

Dalla Calabria al cuore finanziario londinese. Lo stratagemma per “ripulire” profitti illeciti con la creazione di società “cartiere”

Pubblicato il: 17/06/2025 – 6:01
di Mariateresa Ripolo
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Da Londra ai paradisi fiscali delle Isole Cayman: così la ‘ndrangheta ricicla e si espande

ROMA «Un contesto finanziario che permette il riciclaggio di denaro attraverso attività imprenditoriali e società finanziarie». Per questo il Regno Unito è diventato un «punto di interesse crescente» per le organizzazioni criminali, in primis per la ‘ndrangheta. È quanto viene documentato nell’ultima relazione della Dia che si riferisce alle attività svolte nel 2024. L’attrattiva rappresentata dal Regno Unito, secondo quanto emerge dalle attività investigative, deriva «in parte, dalla flessibilità del mercato anglosassone, che si estende dalla City di Londra fino ai paradisi fiscali e bancari delle isole Cayman». Centro di affari per gli investimenti dei clan calabresi e di Cosa nostra, ma anche un posto per favorire la latitanza degli affiliati alla ‘ndrangheta. Dal rapporto, infatti, emerge anche come nel corso del 2024 il Regno Unito sia stato utilizzato dalle consorterie a questo scopo.

Il sistema e la creazione di società “cartiere”

La ‘ndrangheta, con una spiccata propensione per il riciclaggio e la frode, si è dimostrata particolarmente abile nell’adattare le proprie strategie al sistema normativo anglosassone.
Il rapporto sottolinea come «non si tratta solo di replicare modelli criminali tradizionali in questo contesto, ma soprattutto di sfruttare un ambiente che permette operazioni di “finanza hi-tech” con una facilità non sempre presente in altre nazioni». Se Cosa nostra è presente nel Regno Unito fin dagli anni Ottanta con una particolare presenza nel traffico di stupefacenti, in relazione alle operazioni criminali transnazionali e, in particolare, sulla presenza di gruppi affiliati alla ‘ndrangheta, emerge come i clan calabresi abbiano «iniziato a sfruttare le agevolazioni nel settore societario che il sistema normativo anglosassone offre». In questo sistema sofisticato di riciclaggio, le società offshore ricoprono un ruolo fondamentale, «consentendo il transito di ingenti somme di denaro di provenienza illecita. Questi fondi, una volta “ripuliti,” rientrano nell’economia legale, creando distorsioni e una concorrenza sleale che altera l’intero equilibrio economico».
Un quadro confermato da diverse indagini che hanno smantellato associazioni ‘ndranghetiste dedite al riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di denaro, operanti nel Regno Unito e in altri Paesi grazie al supporto di professionisti specializzati.
Lo stratagemma utilizzato prevede la creazione di società “cartiere” dotate di un’apparenza di regolarità legale, supportata da documentazione fiscale e operazioni finanziarie che poi si sono rivelate fittizie: «Registrate in diversi Paesi europei, queste società trasferivano successivamente la loro sede nel Regno Unito, approfittando di una breve fase di attività simulata per evitare controlli».

Anche un rifugio per i latitanti

Affari nel settore del riciclaggio e non solo. Nel corso del 2024 è emerso, inoltre, che il territorio del Regno Unito è stato utilizzato dalle consorterie riconducibili alla ‘ndrangheta per favorire la latitanza di alcuni suoi affiliati. Infatti, il 22 febbraio 2024 nell’ambito dell’operazione “Gallicò” della Dda di Reggio Calabria, è stato catturato nel Regno Unito un mafioso che era fuggito dall’Italia dopo aver commesso un omicidio nell’ambito di una faida tra gruppi calabresi. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire dinamiche e assetti dell’articolazione di ‘ndrangheta operante nel territorio di Gallico, ricostruendone il ricorso ad atti intimidatori per l’imposizione del controllo del territorio ed un diffuso sistema estorsivo, nonché l’ampia disponibilità di armi e la gestione occulta di diverse imprese economiche.
Il 9 giugno 2024, sempre nel Regno Unito, le autorità locali hanno fermato e arrestao una donna latitante nei cui confronti pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Reggio Calabria per una condanna per traffico di stupefacenti. La donna – emerge dalla relazione della Dia – era stata destinataria di una misura restrittiva, emessa nel 2014 (operazione “Buongustaio”), che aveva interessato gli esponenti della cosca Ietto-Cua-Pipicella di Careri, nel Reggino, attiva appunto nel traffico di droga.
Il 9 settembre 2024, nell’ambito dell’indagine “Gallico”, la Polizia di Stato presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino ha arrestato, estradato dal Regno Unito, un cittadino rumeno destinatario di una misura cautelare per un omicidio commesso a febbraio 2019 nel quartiere reggino di Arghillà. L’uomo, individuato e catturato il 22 febbraio 2024 nel Regno Unito, deve rispondere di omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e del metodo mafioso e porto e detenzione illegale di arma da fuoco.

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x