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la recensione

“Il Parco Nazionale della Sila”, la guida di Francesco Bevilacqua in libreria

«Perché le montagne non sono parchi di divertimento o palestre per la nostra fisicità, ma meritano di essere lasciate come sono»

Pubblicato il: 17/06/2025 – 7:16
di Pier Giorgio Iannaccaro*
“Il Parco Nazionale della Sila”, la guida di Francesco Bevilacqua in libreria

È una mattina di un Maggio di tanti anni fa, quando io e un amico, lasciata la macchina lungo una strada provinciale, ci incamminiamo su una strada sterrata, verso ponente, con lo scopo di raggiungere la cresta delle Montagne della Porcina, in Sila, a cavallo tra il Lago Arvo e la conca di Cecita. Non conosciamo il percorso, lo abbiamo attentamente studiato su una carta topografica dell’Istituto Geografico Militare. E in tasca abbiamo la fotocopia di una pagina del libro “Il Parco Nazionale della Sila”, di Francesco Bevilacqua. La nostra guida lungo un itinerario sconosciuto. Seguiamo fedelmente le indicazioni, non sbagliamo un passaggio. A distanza di molti anni, quando mi trovo con Francesco in situazioni più o meno ufficiali, dico ironicamente che è impresentabile. Nel senso che non ha bisogno di presentazione. È un noto scrittore, saggista, giornalista. È, soprattutto, un profondo conoscitore delle montagne di Calabria. E ancor prima, in quanto camminatore della prima ora, un ambientalista convinto e un antesignano dell’escursionismo che si sarebbe andato affermando negli anni tra Novecento e ventunesimo secolo.
È anche il portatore di una filosofia dell’andar per monti e valli consapevole e profonda, curiosa e rispettosa, indagatrice dello spirito dei luoghi. Di un approccio alle terre alte ispirato da conoscenze geografiche, scientifiche, antropologiche. “Genius loci” è non a caso il titolo di una sua opera di alcuni anni fa. Negli scaffali delle librerie di casa si allineano le sue guide sui gruppi montuosi della Calabria e, da qualche settimana, la sua nuova guida a “Il Parco Nazionale della Sila”, Rubbettino editore, pubblicata di recente (la prima è del 1999). La attendevo da quando l’anno scorso Francesco mi aveva raccontato del progetto editoriale. Non è una nuova edizione dell’opera del 1999, ma un libro completamente nuovo, arricchito di informazioni e di percorsi. Una raccolta di libri in un libro. Con una ricca parte dedicata alla geografia, alla storia, alle tradizioni, a informazioni scientifiche. Una raccolta di itinerari, oltre cento, documentati con dovizia di particolari. Una collezione di foto di pregio. Appendici dedicate al procedere in montagna con consapevolezza e sicurezza.
Non esiste una Lonely Planet o una Routard della Sila, una di quelle guide che mi hanno accompagnato nei miei viaggi per il mondo. In realtà c’è di meglio. “Il Parco Nazionale delle Sila” è in primis la storia di un cammino lungo una vita per luoghi ignoti ai più, “peculiari ed esotici”, ispirato dai grandi viaggiatori del passato, che per primi intuirono quella bellezza che i calabresi, per una miriade di motivi, non vedevano. E di una volontà di condivisione di una cultura della conoscenza che tuttora fa fatica a farsi strada. Il libro è un suggerimento a trasformare la visione di paesaggi, appena abbozzati alla nostra vista, nella lettura di realtà complesse, mutevoli nelle stagioni, ricche di segni dell’uomo. Capaci di suscitare sensazioni ed emozioni che lasceranno tracce nel nostro animo e ci lasceranno diversi, probabilmente in meglio. Naturalmente accompagnati da una o più persone esperte, da un “medium”, come suggerisce Francesco, nel senso di intermediario tra il mondo quotidiano, familiare, e un mondo che attende di essere scoperto. Naturalmente con rispetto. Perché le montagne non sono parchi di divertimento o palestre per la nostra fisicità, ma meritano di essere lasciate come sono. Testimoni di una grandezza che Francesco tra i primi ha intuito.

* Presidente Club Alpino Italiano Sezione di Catanzaro

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