VIBO VALENTIA Tre condanne confermate, una annullata. È quanto ha stabilito la Corte di Cassazione nel processo per l’omicidio di Matteo Vinci, il biologo ucciso con un’autobomba a Limbadi il 9 aprile 2018. Nello stesso attentato era rimasto gravemente ferito il padre Francesco Vinci. Accusata di essere la mandante dell’attentato, Rosaria Mancuso era stata condannata all’ergastolo, ma la Cassazione ha oggi accolto le tesi difensive degli avvocati Francesco Lojacono e Valerio Spigarelli (con la collaborazione degli avvocati Giovanni Vecchio e Francesco Capria) dispondendo l’annullamento con rinvio. Rosaria Mancuso sarà ora scarcerata per la decorrenza dei termini di massima custodia, in attesa del nuovo giudizio. Pene confermate, invece, per Vito Barbara (ergastolo), Lucia Di Grillo (3 anni) e Domenico Di Grillo (6 anni). L’omicidio, secondo i giudici d’appello, è scaturito in «una contesa tra vicini» determinata da «un’aspra conflittualità, sfociata in sentimenti d’odio reciproco», escludendo l’aggravante mafiosa. (redazione@corrierecal.it)
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