Pride di Catanzaro, Si: «Lega in preda a una cecità pericolosa verso i più fragili»
Continua a fa discutere l’organizzazione di un evento Lgbtq. Cambiavento: Le ultime uscite contrarie procurano molta amarezza»

CATANZARO Continua la polemica sul “Road To Pride”, l’evento in programma tra alcuni giorni come lancio del Pride 2026 a Catanzaro. Contro le prese di posizione della Lega arrivano le note di Sinistra Italiana e di Cambiavento. Secondo Francesco Tallarico, coordinatore della segreteria regionale di Si, e Giulia Grandinetti, responsabile Ugs di Sinistra Italia, «mentre la società si evolve e le istituzioni provano a stare al passo e a rispondere alle esigenze pubbliche e personali delle persone, il consigliere comunale della Lega Riccio sembra intrappolato in una dimensione autoreferenziale che mostra una cecità pericolosa verso le persone più fragili, in particolare verso quelle giovani. Vogliamo sgombrare il campo da ogni tentavo ignorante di mistificazione, iniziando a chiarire che la Carriera alias consiste in un semplice accordo di riservatezza tra la/lo studente, la sua famiglia se minorenne, e l’Istituto scolastico di appartenenza ed è un profilo burocratico temporaneo ad uso esclusivamente interno, adottabile dalle scuole superiori e dalle università, che non comporta alcuna modifica anagrafica legale. In questo modo, sul registro elettronico e nei documenti interni alla scuola, viene indicato un nome di elezione come nome d’uso, senza che ciò alteri l’identità anagrafica legale. La Carriera alias è uno strumento necessario e vitale per tue quelle persone giovani che si vedono costrette quotidianamente a fare coming out obbligatorio e costante davanti a compagni e insegnanti, serve a tutelare il loro benessere facendo della scuola un luogo sicuro per tu. Si tratta quindi di una questione di diritto allo studio per garantire diritti e riservatezza a chi ne vorrebbe fare uso, per evitare il più possibile bullismo e discriminazioni. Tallarico e Grandinetti aggiungono: «A differenza del consigliere Riccio, il nostro pensiero e la nostra azione politica sono rivolte alla tutela delle tante persone, in carne e ossa, che vivono gravi situazioni di fragilità e i cui diritti andrebbero tutela, e non calpesta attraverso campagne denigratorie come quelle portate avanti tramite diffida alle scuole da realtà cosiddette “pro vita” e da par di estrema destra, da chi non è capace di provare empatia, guardare al di là del proprio naso ed è vima di ideologie punitive verso la diversità, in ogni sua forma. Anche per questo, chiediamo all’amministrazione di Catanzaro di andare avanti verso il Pride 2026 nella città capoluogo di regione, sollecitando affinché sia reso possibile il massimo coinvolgimento sociale, civile e politico, sia nell’organizzazione che nelle future scelte».
La posizione di Cambiavento
Per Cambiavento, il movimento fondato dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, «procura molta amarezza lo spirito che contrassegna le uscite pubbliche di queste ultime ore, che rivelano uno stato d’animo che non può essere ammesso, che non può generare questo avvilente scontro ideologico cui stiamo assistendo e che non siamo più disposti a sopportare oltre. Il Pride è per ogni ragazzo o ragazza che subisce, da qualche parte e spesso, l’emarginazione dei compagni di classe per le sue convinzioni e i suoi sentimenti. È per ogni ragazzo o ragazza che subisce tutto questo senza reagire, perché non sa come farlo o non può farlo. È per ogni ragazzo o ragazza che ha gettato la spugna rifugiandosi nelle decisioni più estreme, quelle tragiche, che gettano le famiglie nella disperazione. È per quelle famiglie che si sono rassegnate alla disperazione oppure quelle che hanno risposto alla disperazione prendendo concretamente il posto dei figli che hanno perduto invocando giustizia e diritti. Il Pride è per ogni ragazzo o ragazza che invece reagisce e porta avanti la sua vita, con dignità, frionteggiando a viso aperto chi deride, chi sminuisce e chi si volta dall’altra parte. È per ogni lavoratore o lavoratrice che nel proprio luogo di lavoro diviene il bersaglio della discriminazione o di trattamenti comunque intolleranti verso i suoi orientamenti. È per quelle figure che ricoprono cariche istituzionali o comunque politicamente rilevanti e che vengono troppo spesso umiliate dagli avversari e da buona parte delle platee per aver espresso le loro idee a tutela della loro sessualità e della sessualità di tutti. È per chiunque abbia subito tutte le forme di violenza, fino ad essere anche brutalmente ucciso perché difendeva il proprio amore con tutte le forze ed oltre. È per chissà quanti altri ancora che hanno sofferto perché visti “fuori luogo”. Queste storie non le conosce nessuno? Non appartengono a nessuno di noi? Nessuna di queste ci ha mai coinvolto, direttamente o indirettamente? Dovrebbero essere divisive? Il Pride – conclude Cambiavento – è per dire che una comunità non solo invita, esorta ciascuno ad esprimere quello che sente ma ricorda a ciascuno che verrà supportato ogni giorno, su ogni fronte possibile».
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