Catanzaro, Fiorita al traguardo dei tre anni. All’orizzonte un (nuovo) “ritocco” di Giunta?
“Movimenti” a Palazzo De Nobili, con il sindaco che non esclude un altro “tagliando” alla squadra di governo con una possibile “apertura” al Misto

CATANZARO Una navigazione sempre sul filo dei numeri che non ci sono sulla carta ma poi – un po’ per magia ma tanto proprio tanto per opportunismo politico – spuntano fuori, nella dinamica tutta catanzarese della “realpolitik” e della debolezza di un’intera classe politica, la debolezza che accomuna il centrosinistra e il centrodestra. Il sindaco Nicola Fiorita in questi giorni ha traguardato i tre anni della sua amministrazione, quell’amministrazione che nasce dall’”anatra zoppa” del giugno 2022 – una vittoria al ballottaggio quale candidato di un centrosinistra minoranza in Consiglio comunale – e che nonostante questo ha trovato una sua stabilità. Precarissima sempre stabilità. Tre anni e tre Giunte, le prime due sostanzialmente fallite perché frutto di alchimie politiche improponibili, a pensarci bene. Nell’ordine, c’è stata una Giunta con l’alleanza con un’area sostanzialmente di centrodestra riconducibile al consigliere regionale Antonello Talerico, poi un’altra Giunta, una decina di mesi fa, con un’alleanza più omogenea sul piano politico grazie al recupero del rapporto con Azione del competitor Valerio Donato, ma anche questa di fatto tramontata (anche per responsabilità di Azione, beninteso). In altre realtà a questo punto si sarebbe tutti a casa ma non a Catanzaro, dove chi vince e decide è quel “mondo di mezzo” di consiglieri comunali buoni per tutte le stagioni che sono sempre pronti ad evitare la fine anticipata della consiliatura (essenzialmente per pura convenienza, non solo politica…). Al tirar delle somme, il risultato sono stati tre anni all’insegna del “vorrei ma non posso”, da parte di Fiorita: qualche spruzzo e qualche sprazzo di cambiamento in un contesto complessivo di lentezze, incertezze e in alcuni casi di vero e proprio immobilismo, soprattutto sul piano amministrativo, con una discontinuità dal passato rivelatasi spesso solo un’enunciazione di principio.
“Manovre” a Palazzo De Nobili
E’ questo il quadro all’alba di questa ultima fase della consiliatura, che per Fiorita è al solito un cammino accidentato, appesantito dalla sempre più marcata impalpabilità delle forze politiche che fin dall’inizio l’hanno sostenuto ma lo hanno anche spesso messo in difficoltà. Il riferimento è anzitutto al Pd, a Catanzaro come altrove – ma forse più che altrove – più risse che numeri e voti, quel Pd che la mattina del delicatissimo Consiglio comunale aperto sulla sanità, quello che doveva servire a Fiorita a far recapitare al governatore Roberto Occhiuto un forte messaggio di unità sulla localizzazione del futuro (in realtà futuribile) nuovo ospedale, se ne uscì con una nota di disturbo che alla fine causò il flop di quell’assise. A conferma della perdurante instabilità di una maggioranza che si regge in realtà sulla non belligeranza del gruppo più consistente in aula, il Misto: all’incirca una decina di componenti, in gran parte eletti in schieramenti diversi da quello di Fiorita ma oggi non belligeranti, e in alcuni casi salvifica “stampella” del sindaco e della sua gracile Giunta perennemente “anatra zoppa”. Negli ultimi giorni nei corridoi di Palazzo De Nobili gli addetti ai lavori stanno registrando nuovi “movimenti”, piccole e grandi “manovre” che anticiperebbero di qui alle prossime settimane alcune novità negli equilibri della maggioranza. Lo stesso Fiorita a più di un suo interlocutore avrebbe del resto fatto capire che è quasi un rito ormai quello di fare una valutazione dell’attività di governo e dei suoi singoli protagonisti dopo un anno di amministrazione: è quello che avvenuto sia due anni fa sia lo scorso anno. L’obiettivo infatti sarebbe quello di provare a rilanciare l’azione del Comune e provare a lasciare finalmente quel segno di rottura che finora non c’è stato, confidando tra l’altro nella incapacità dello stesso centrodestra, in confusione anch’esso, di dare la spallata a questa consiliatura. E’ per questo fonti qualificate non escludono che di qui a qualche settimana Fiorita possa procedere a un nuovo “tagliando” della Giunta, a una rivisitazione della squadra di governo con uno o due “ritocchi” che diano un segnale di apertura soprattutto a quel gruppo misto sulla cui tranquillità poggia la tranquillità della navigazione di Fiorita. Oltre che un segnale a quel Pd che crea solo problemi con le sue faide interne – basti vedere quello che è successo al congresso provinciale – che poi finiscono con lo scaricarsi sulle istituzioni. C’è insomma da “imbullonare” una maggioranza ancora zoppicante in modo da poter scavallare le urgenze che stanno per arrivare, a partire dall’approvazione del Piano strutturale, il nuovo Piano regolatore che davvero potrebbe rappresentare quella rottura con il passato tanto attesa anche dalla città. (a. cant.)
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