Crotone, confronto sulla bonifica. Errigo: «Tra qui e la Svezia ci sono 2mila chilometri, che Dio ce la mandi buona»
Per il commissario è «ridicolo che qui arrivino rifiuti da tutta Italia e non possono essere smaltiti quelli dell’Eni»

CROTONE Presso l’auditorium dell’Istituto Sandro Pertini, si è svolta una sessione pubblica del tavolo tecnico permanente sulle procedure di bonifica del Sito di interesse nazionale di Crotone – Cassano – Cerchiara di Calabria. All’incontro, aperto a cittadini e associazioni, hanno partecipato, tra gli altri, il commissario Emilio Errigo, i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali e i tecnici di Eni Rewind e del Mase. Una buona occasione, ha detto Errigo, «di dialogo e di cooperazione intellettuale e civile che sono convinto possa portare buone finalità per un futuro migliore per Crotone». Nel corso della seduta, Eni ha relazionato sulle prime attività di scavo e di bonifica, poi la parola è stata data ad istituzioni e associazioni locali.
Errigo: «In questa discarica arrivano rifiuti da tutta Italia»
A margine dell’incontro, il commissario ha fatto il punto della situazione: «Eni si sta attenendo alle prescrizioni del Ministero e ai vincoli presenti nell’ordinanza. Gli organi di Stato – ha rassicurato – sono pronti a monitorare ogni inosservanza che si dovesse verificare in danno della salute pubblica dei crotonesi». Una parte di rifiuti, circa 40 mila tonnellate, come annunciato, verrà trasferita in Svezia, una soluzione che però non convince Errigo in quanto impiegherebbe anni, prescrizioni e diverse difficoltà a trasferirli a oltre 2 mila chilometri di distanza. Anche a causa delle nuove normative europee che rischiano di rallentare l’iter. «Secondo me è una incoerenza che i crotonesi si potrebbero risparmiare. È ridicolo, irragionevole e illogico perché qui arrivano già rifiuti da ogni parte d’Italia e anche dalla stessa Eni in una delle migliori discariche d’Italia e d’Europa. Tra qui e la Svezia ci sono due mila chilometri, quindi che Dio ce la mandi buona…». Errigo continua: «Se fosse per me farei prendere una nave da Gioia Tauro a tutti i rifiuti di Crotone per portarli nel posto più lontano possibile. Questo perché la città ha pagato molto e la popolazione è stata martirizzata, ma io sarei favorevole che i rifiuti vadano dove la legge prevede e cioè nelle discariche autorizzate dalla Regione». Dalla Cittadella, però, non sembrano essere intenzionati a modificare il Paur, che prevede che i rifiuti crotonesi vadano fuori confini regionali: «Quando è stato posto questo vincolo c’erano condizioni diverse, adesso la situazione in Italia è cambiata e non esistono discariche per rifiuti pericolosi. Questo Paur è inattuabile e quando qualcosa è inattuabile e impossibile deve cedere il passo alla ragione, ovvero va rivalutato per consentire ai rifiuti di andare nel più breve tempo possibile fuori e restituire aria pura, acqua pura, benessere ambientale ai cittadini di Crotone».
«Crotone non può sopperire da sola i mali dell’Italia»
Sulla procedura di questi anni Errigo ammette che «sicuramente Eni qualche errore l’ha commesso, ma gli errori umani li possono commettere tutti. L’ha commesso la Regione Calabria e forse l’hanno commesso i commissari che mi hanno proceduto. L’importante è che entri in scena la ragione giuridica che deve cedere il passo a quella che è la soluzione condivisa, che può andare bene alla salute dei cittadini di Crotone sia all’ambiente». «Adesso – ha detto – c’è un commissario che rispetta e fa rispettare la legge e che ha imposto a Eni di procedere a conferire rifiuti lì sia sul suolo di Crotone o italiano, perché in Italia non può esserci solo la discarica di Crotone. Quando sarà satura cosa faremo? Tutti i rifiuti d’Italia dove andranno?» Per questo è importante – conclude Errigo – che il Ministero si impegni a trovare già prima del 2026 soluzioni alternativa perché «Crotone non può da sola sopperire a tutti i mali dell’Italia».
Santilli: «Il Ministero segue tutte le procedure»
«Dopo decenni finalmente partono le bonifiche nella zona di Crotone, un territorio che ha sofferto molto in passato» ha detto il dirigente delle bonifiche per il Ministero dell’Ambiente Nazzareno Santilli. «Il Ministero sta seguendo tutte le procedure per quanto previsto dalla legge, anche con questo tavolo tecnico permanente coordinato dalla Prefettura. L’incontro di oggi è importante per chiarire alcuni dubbi». Partendo dal Paur, che «è di competenza regionale, quindi il Ministero non può intervenire. Ci sono diversi ricorsi in sede amministrativa e non possiamo che aspettare le decisioni». Proprio per quanto riguarda la destinazione dei rifiuti, il principale problema, Santilli spiega che «in questo momento in Italia non ci sono molti impianti ai quali poterli destinare, per cui siamo in una fase di scouting per trovare destinazioni in Italia e all’estero. Il Paur ha dato come vincolo la destinazione fuori regione, ma gli unici impianti al momento sono quelli all’estero. Con una di questi l’Azienda ha attivato delle procedure autorizzative e questo ha consentito di avviare le attività di scavo. Ovviamente non è detto che tutti i rifiuti che vengono scavati siano rifiuti pericolosi». Intanto, procedono i lavori di scavo iniziati ormai diversi giorni fa: raccolte oltre 3 mila tonnellate di materiale, ma soltanto dopo le rispettive analisi verrà verificata la loro pericolosità. Qualora non dovessero essere definiti pericolosi, potrebbero essere spediti anche in altre località all’interno del territorio nazionale.
Mancuso: «I rifiuti devono andare fuori dalla regione»
Presente all’incontro anche il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che ha ulteriormente ribadito la posizione della Regione per quanto riguarda il Paur. «Parliamo di un problema molto importante per Crotone e per il suo futuro sviluppo. Io penso che dopo anni di parole siamo arrivati finalmente ai fatti ed è iniziato diciamo lo smaltimento dei rifiuti. Mai come questa volta comune, provincia, regione sono sullo stesso piano e sono tutti d’accordo che questi rifiuti debbano andare fuori dalla regione. Lo smaltimento è iniziato, ma noi vorremmo garanzie che si porti a termine. Sul Paur c’era chi paventava un cambio, però è rimasto fermo perché è scritto che i rifiuti debbano andare fuori e i vari organismi giuridici ci hanno dato ragione». (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato