Vibo, per la Cgil nessun esubero. «Manca il 40% degli infermieri, situazione drammatica»
Il sindacato contesta l’interpretazione del Dca: «Calcolo sbagliato». La testimonianza degli operatori: «Siamo al collasso»

VIBO VALENTIA Un «conteggio sbagliato» che non tiene conto di diversi parametri e ha portato a una «situazione drammatica»: secondo la Cgil mancano oltre 80 infermieri, 40 oss e 19 profili tecnici solo per la provincia di Vibo Valentia. Sono i numeri allarmanti lanciati dal sindacato in una conferenza stampa convocata stamattina negli uffici di Viale Affaccio a Vibo Valentia, con focus sulla carenza di personale e crisi sanitaria nel Vibonese. Nelle scorse settimane, la stessa Asp aveva lanciato un bando per sopperire alla carenza di infermieri per i soli mesi estivi: concorso andato a vuoto con 150 infermieri che non hanno risposto all’appello, lasciando in emergenza i presidi sanitari della provincia. Nella conferenza della Cgil, alla presenza del segretario dell’Area Vasta Enzo Scalese, dei segretari area vasta della Fp Cgil Franco Grillo e Luciano Contartese, sono stati rilanciati dati ancora più allarmanti, frutto di – secondo il sindacato – un calcolo errato del fabbisogno.
Manca il 40% degli infermieri
«Secondo i nostri calcoli solo a Vibo manca il 40% degli infermieri, almeno 80 più altri 40-45 oss, 19 profili tecnici e 7-8 funzionari amministrativi» spiega Luciano Contartese, che prende come punto di partenza il Dca 92/2024 e le tabelle 8 e 9, che dimostrerebbero come nella provincia vibonese non ci sia un esubero ma carenza di personale. «Noi contestiamo l’interpretazione che loro fanno, perché il calcolo è basato sul fabbisogno minimo e non su entrambe le tabelle. Nella realtà dei fatti a Vibo manca il 40% degli infermieri, ma è una situazione comune in tutta la Calabria in cui mancano – secondo il nostro calcolo – circa 2 mila infermieri rispetto al fabbisogno reale. Ci dicono che attuano il calcolo di Agenas, ma non è vero perché se lo attuassero terrebbero conto di entrambe le tabelle». Il punto – aggiunge Franco Grillo, segretario generale area vasta della Fp Cgil – è «capire che “algoritmo” loro usano per calcolare questo fabbisogno, perché da una parte vengono dichiarati esuberi ma dall’altra è evidente la carenza di personale. Per noi quel conteggio è completamente errato». Carenze che poi si ripercuotono anche sulle prestazioni effettive nei presidi ospedalieri vibonesi: reparti in tilt con personale costretto a doppi turni e che a stento riescano a “reggere” l’urto del boom estivo.
«Situazione surreale»
«Una situazione surreale e a dircelo sono i primari che si lamentano della forza lavoro» continua Contartese. «Se a Vibo, ad esempio, uno dei nostri primari fa un’operazione delicata e va benissimo, il rischio è che per mancanza di assistenza poi la situazione si complichi. È un paradosso: chi oggi lavora sta andando oltre i limiti, riposano poco e si fanno straordinari su straordinari». Per il sindacato l’errore di basse è «il tetto di spesa regionale, che è stato storicizzato male. Ci dicono che non possono fare assunzioni per non superare il tetto di spesa, ma il problema è proprio quello: è calcolato male». Per questo Cgil ed Fp Cgil chiedono un incontro urgente sia con i commissari Asp che con gli esponenti regionali della sanità. «A Vibo c’è una situazione particolare» aggiunge Enzo Scalese, segretario area vasta della Cgil. «La realtà è che mancano operatori e c’è carenza di personale. In Calabria la sanità non sta funzionando e non può essere sempre un problema di risorse. È un diritto che va garantito ai cittadini, quindi bisogna fare chiarezza su ciò che non sta funzionando, partendo da questo calcolo che per noi è sbagliato».
La testimonianza: «Siamo al collasso»
All’incontro hanno anche partecipato alcuni dipendenti, tra oss e infermieri, Rsu, ovvero Domenico Artusa, Domenico Arena e Patrizia Pupo. «A Vibo abbiamo reparti che sono eccellenze per la sanità calabrese, come la neurologia che però ha dovuto ridurre i posti letto per mancanza di infermieri, non di medici. Questo succederà anche per gli altri reparti» afferma Artusa. Allarme lanciato per Serra San Bruno anche da Pupo: «Siamo al collasso, lavoriamo senza riposo e non è solo questo periodo estivo ma ci ritroviamo sempre a stringere i denti e lavorare per garantire il servizio. L’invito che io faccio è quello di venire all’ospedale di Serra per toccare con mano la situazione». (ma.ru.)
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