Se il trasloco di un bar storico fa crollare le certezze dei cosentini
Alla vigilia dei 70 anni, cambiamento “gattopardesco” per il mitico Continental, un monumento su via Roma (non Misasi). Come si disporranno adesso le doppie e triple file?

COSENZA Passare da via Roma e trovare il Continental sul lato sinistro sarebbe come vedere 12 rubinetti ai Tredici canali, è vero, o percorrere la salita di Pagliaro in pianura. Eppure è appena successo! Dopo settant’anni di onorato servizio all’angolo (est) con via Miceli, l’attività ha riaperto i battenti sull’angolo opposto (ovest), in uno di quegli spazi senza pace – nei decenni locali da ballo, gallerie d’arte, luoghi per feste di teenager – che raccontano la stratificazione sociale di una città tra aperture e chiusure, successi e fallimenti e ricordi personali che si fanno universali. In una delle tante vite di questo grande ambiente vetrato su due livelli – per dire – qualcuno ricorda a fine 2002 la coppia Corrado Bafaro – Maria Rosaria Sessa ballare sfrenatamente prima del femminicidio-suicidio che sconvolse Cosenza (e l’Italia) negli stessi giorni del ciclone No Global.
Proprio quel doppio livello – nel piano rialzato trova posto da venerdì la saletta riservata – permetterà al nuovo Continental di differenziare l’offerta e raddoppiare gli spazi che negli anni, appena di fronte, si sono divisi tra avventori del bar, del tabacchi sempre aperto – leggenda metropolitana – e dell’ultima frontiera della “bulletta” che in cosendino è la scommessa sportiva legalizzata ma “muro e muro” con la ludopatia.
La fondazione del Continental (prima bar, oggi caffè come segnala la leziosa doppia C del logo liberty) risale al 1956 e per gli amanti della cabala il 56 è anche il civico della collocazione originaria: anni in cui via Roma era quasi periferia, piazza Loreto era uno snodo del traffico della ex via Nazionale in direzione Napoli e più a nord si susseguivano solo campi di cavoli e qualche casolare di (quella che ai tempi era) campagna.

È chiaro che in 7 decenni la strada è completamente cambiata, a partire dalla toponomastica che ha imposto il cosentino Misasi (chiedete ai cosentini se Nicola o Riccardo, 9 su 10 forse sbaglierebbero) sul tributo alla Capitale ma non è mai entrato appieno nel lessico dei cosentini – forse solo delle agenzie immobiliari e delle entrate – al pari del dittico Fera/Bilotti.
Pedonalizzazioni e riaperture al traffico tra gli altrettanto storici istituti scolastici (elementari Plastina Pizzuti e medie Zumbini) hanno fatto da corredo politico all’evoluzione commerciale che ha reso questo tratto di strada tra le piazze Cappello e Loreto il luogo del cibo e della movida: pizzerie, pasticcerie, cocktail bar dalla vita più o meno longeva e incastonati tra altre due insegne storiche bruzie una sud e una a nord, il Victor e il Bronx anche lui fresco di nuovo corso.
Una strada però è fatta soprattutto dei racconti di cittadini-clienti decennali. Ad esempio Giuliana: negli anni Settanta/Ottanta (no distributori, nessuna libera vendita) grande fila la domenica mattina – la chiesa di Santa Teresa è lì accanto – al Continental per le “pastarelle” post-messa ma soprattutto per le sigarette: “Signore agèe” prima della funzione di don Saverio o don Eugenio “si consegnavano all’attesa del turno all’unico tabacchino aperto – racconta Giuliana, insegnante che ha vissuto quelle atmosfere da bambina e soprattutto per i racconti ascoltati negli anni dai parenti più grandi –. Le due anziane proprietarie, tra Multifilter e Muratti e schifose Kim alla menta, lanciavano il resto alla rinfusa, tubi di duecento e cinquecento lire da srotolare alla velocità del ricambio di acquirenti. Altro che casse automatiche!”.
Per Claudio, da generazioni abitante simbolo della strada che ha dovuto cedere da poco un pezzo di toponomastica al familismo massonico cosentino, il Continental è “il bar più global del centro di Cosenza, nel vero senso e nella vera essenza del termine. Allo stesso tempo ha una forte matrice locale, ma ogni volta che vado lì sento di trovarmi in un bar internazionale, perché è frequentato da una umanità varia e trasversale. È il posto in cui nella saletta riesci ad appartarti e trovare una dimensione. Con Pinù (bar qualche civico più giù sempre su via Miceli, direzione isola pedonale, ndr) sicuramente il mio posto del cuore”.
Residua una questione, non secondaria nel filone traffico-indisciplina-vigili urbani assenti, temi sentiti dal cosentino che si muove in auto anche per percorrere 25 metri: “Sono arrivato ad una conclusione. Se un giorno a Cosenza dovessero rimanere due sole autovetture, saprei senza dubbio dove trovarle: la prima, parcheggiata a Via Roma davanti al Bar Continental; la seconda, parcheggiata in seconda fila, a Via Roma davanti al Bar Continental!”. Applausi.
E adesso? Il cambiamento appare gattopardesco (Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi) più che sostanziale: d’altronde basta attraversare la strada. “Più che un restyling, è una rivoluzione” annunciano però i proprietari del Continental sui social. E il fatto che parlino di via Misasi fa capire che in settant’anni molte cose possono cambiare. Forse non cambieranno davvero solo le due file di macchine in divieto di sosta. (e.furia@correrecal.it)
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