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La ricchezza perduta: con il “triangolo della seta” la Calabria si aggancia all’Europa

Anche Cortale, San Floro e Girifalco nel progetto che parte da Padova per creare un itinerario dedicato al mondo serico

Pubblicato il: 26/07/2025 – 7:39
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La ricchezza perduta: con il “triangolo della seta” la Calabria si aggancia all’Europa

LAMEZIA TERME La capitale della seta spazzata via dal terremoto. Forse non tutti sanno che tra le sciagure correlate allo spaventoso sisma del 1908 sullo Stretto ci fu – oltre alla distruzione delle due città dirimpettaie e alla morte di almeno 75mila persone – la cancellazione totale delle centinaia di filande attive tra Reggio Calabria e la sua provincia, soprattutto sul fronte tirrenico e nel diretto entroterra.
Qualche mese fa, la pubblicazione sul Corriere della Calabria di un articolo che raccontava la ricchezza perduta – una delle tante – della nostra regione suscitò un’ondata di commenti di lettori che riportavano quella tradizione perduta: “Anche in casa mia si praticava la bachicoltura”, “i miei nonni mi raccontavano di aver visto un telaio”…
Nel corso del XX secolo la tradizione si è poi spostata e consolidata nel Cosentino (Mendicino è uno dei poli) ma soprattutto nel Catanzarese: in particolare a Cortale, San Floro e Girifalco «la comunità ha compreso che si poteva ripartire dalla tradizione serica per renderla un’occasione di sviluppo economico anche in un territorio, lontano dai flussi turistici, in paesi soggetti a spopolamento», spiega Carolina Scicchitano, direttore del Gal “Serre Calabresi”, agenzia di sviluppo che negli anni ha sostenuto l’attività intrapresa dai privati e oggi partecipa a un progetto di ricerca e divulgazione di respiro europeo, con base a Padova.

«Anche l’Arsac ha lavorato a stretto contatto con il territorio.  Le aziende ed in particolare i giovani imprenditori riuniti in cooperativa sono stati capaci di coniugare agricoltura, artigianato, turismo e di portare visioni nuove, come la vendita via internet, la comunicazione via web, l’offerta di pacchetti di turismo esperienziale.  Gli agricoltori e artigiani più anziani – aggiunge – hanno trasmesso un sapere. Si sono comprese: l’importanza delle tradizioni locali, come risorsa, e l’opportunità di fare rete. Tornare alla produzione della seta ha innescato un meccanismo virtuoso che ha coinvolto diverse realtà. Si spazia dalla bachicoltura, dalla produzione e trasformazione della seta e alla valorizzazione dei frutti del gelso.  La riscoperta della tradizione serica ha promosso il turismo lento, in un territorio incontaminato, ma dove poche sono le infrastrutture di accoglienza turistica.  Si è avviato così un processo di sviluppo che interessa via via un sempre più ampio territorio» conclude Scicchitano.

Il progetto

Creare un itinerario culturale europeo della seta, certificato dal Consiglio d’Europa, questo è l’obiettivo del Living lab, promosso dal Crea–Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente, Laboratorio di Gelsibachicoltura di Padova, punto di riferimento per lo studio, la conservazione e la valorizzazione della produzione serica in Europa, e dal Gal Delta 2000, con il supporto della Rete Pac – Rete Leader 2023.
Progetto al quale anche il Gal “Serre Calabresi” partecipa e nel cui ambito si inserisce la study visit che porterà partner dell’iniziativa ed esperti a visitare, dal 28 al 30 luglio, il “nuovo triangolo della seta”: Cortale, San Floro, Girifalco.
Attraverso il Living lab si intende collaborare per arrivare alla redazione di un dossier di candidatura da presentare al Consiglio d’Europa per la certificazione ufficiale, per valorizzare l’eredità produttiva, commerciale e culturale legata alla seta in Europa, creando un ecosistema di innovazione che connetta attori pubblici, privati e accademici.

In particolare, con la collaborazione fra Crea, Gal e stakeholder della seta, si sta lavorando per identificare e mappare patrimoni materiali e immateriali legati alla seta, per delineare un itinerario di agri-biodiversità, artigianale-esperienziale, culturale e turistico, partecipando ciascuno per la propria parte alla costruzione del percorso attraverso il proprio territorio, valorizzandone le peculiarità storiche ed economiche.
La study visit arriva in Calabria, ed in particolare nell’area del “nuovo triangolo della seta”: il tour nel territorio delle Serre calabresi, inizierà lunedì 28 da Cortale, con una tavola rotonda alla quale prenderanno parte i Gal di diverse realtà territoriali. Si proseguirà con la visita all’Azienda “Dal baco alla seta” di Marianna Bertuca, all’Associazione “Spazio Donne Onlus” e al centro storico. Martedì 29, sono in programma, in particolare, la visita al Centro Sperimentale Arsac di Lamezia, al Museo della Seta e alla Cooperativa “Nido di Seta” di San Floro. Mercoledì 30, tappa conclusiva a Girifalco, per la visita al Laboratorio Vitaliano Couture e del centro storico. (redazione@corrierecal.it)

Nella foto: seta esposta al Museo di San Floro (Catanzaro)

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