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il ricovero del “monaco”

Padre Fedele potrà tornare a dire messa: la promessa di Checchinato

L’impossibilità, una volta finito il calvario giudiziario, legata al non essere più nell’ordine dei cappuccini né incardinato in alcuna diocesi

Pubblicato il: 05/08/2025 – 18:46
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Padre Fedele potrà tornare a dire messa: la promessa di Checchinato

COSENZA Un sogno che prende forma nel momento più difficile. Monsignor Giovanni Checchinato, che ieri ha fatto visita a padre Fedele Bisceglia ricoverato da qualche giorno all’Inrca di Cosenza, ha detto sì all’appello dei cosentini che avevano fatto propria la volontà del “monaco ultrà” ovvero tornare a dire messa. «Appena ne avrà le forze potrà tornare a celebrare messa in pubblico, ha il mio permesso: sono pronto a firmare» ha detto Checchinato intervistato da Repubblica.
La testata romana fa riferimento al processo che padre Fedele si è trascinato per dieci anni, conclusosi nel 2015 con l’assoluzione dall’accusa di avere stuprato una suora che lo accusava di violenza sessuale. Per Fedele Bisceglia un calvario che era coinciso anche con l’addio all’Oasi Francescana, struttura che per un paio di decenni ha rappresentato un porto sicuro per gli ultimi della città e non solo, come oggi è il suo Paradiso dei Poveri che fino a pochi mesi fa lo vedeva impegnato in centro città a raccogliere fondi e catalizzare solidarietà.
L’impossibilità a dire messa – ricostruisce il vaticanista Andrea Gualtieri sul sito della testata diretta da Mario Orfeo – è legata anzitutto alla «gravità delle accuse che gli venivano rivolte e poi, chiarita la vicenda giudiziaria», a «un incredibile incastro ecclesiastico: lasciato l’ordine dei cappuccini, padre Fedele non è mai stato incardinato in una diocesi, quindi è rimasto prete ma gli è impedito il ministero tra la gente». Repubblica, specificando che Checchinato è in contatto con i frati cappuccini, riporta anche la mobilitazione di un’intera provincia tra raccolte di firme, petizioni, appelli alla curia diocesana e al Vaticano: «Proprio nella Santa Sede, secondo quanto si apprende, si è bloccato l’iter dopo che già ai tempi di Benedetto XVI era stato concesso almeno di celebrare i sacramenti in forma privata. Manca ancora un nulla osta per l’incardinamento in diocesi, ma il vescovo è determinato a risolvere la vicenda». (redazione@corrierecal.it)

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