Caro ombrellone e spiagge vuote, «un calo tra il 25 e il 30%»
Per la ministra Santanchè, «parlare di crisi del turismo è allarmistico e fuorviante»

ROMA Spiagge piene soltanto nel weekend, ombrelloni chiusi nel resto della settimana. Un calo medio nelle presenze negli stabilimenti balneari tra il 20 e il 30%. Consumi ridotti al minimo per i servizi di bar, ristorante, noleggio attrezzature. È il bilancio preoccupante dei mesi di giugno e luglio stilato dagli operatori del settore, che sperano in una ripresa nelle settimane centrali di agosto, ma sanno bene che questa falsa partenza peserà sul fatturato della stagione. Colpa del caro ombrellone, puntano il dito le associazioni dei consumatori.
Le stime di Assobalneari vedono una contrazione «sia in termini di presenze che di consumi»: un fenomeno legato alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie e al rallentamento del turismo straniero, soprattutto europeo, «Influenzato da uno scenario internazionale instabile e incertezze economiche». Per il Sib, se a giugno si è registrato «un aumento complessivo di circa il 20% di presenze e di consumi» rispetto al 2024, a luglio invece c’è stata «una riduzione complessiva di circa il 15% (con punte di 25% in alcune Regioni come la Calabria e l’Emilia Romagna)».
Sulle nostre spiagge «ci sono meno italiani e più stranieri». Stagione deludente anche per Fiba Confesercenti, che segnala «un calo tra il 25 e il 30% nelle presenze tra giugno e luglio». Le associazioni dei consumatori invece non hanno dubbi: il mare è diventato “un salasso per le famiglie”, sostiene il Codacons, che parla di “lacrime di coccodrillo” da parte dei gestori degli stabilimenti e stila la lista dei servizi di lusso, dalla tenda imperiale del Twiga da “1.500 euro al giorno” alla zona exclusive del Cinque Vele Beach Club di Pescoluse “che per la data del 16 agosto costa 940 euro”.
L’Unione Consumatori punta il dito contro “il caro vita”, ma ricorda che “stabilimenti balneari, piscine e palestre a luglio sono rincarati in appena un mese del 3,7%, collocandosi al sesto posto della top ten dei rialzi congiunturali. Un dato che va di pari passo con i rialzi dei villaggi vacanza, +15,7%, o dei pacchetti vacanza, al primo posto con un astronomico +16,1%”.
E Assoutenti punta l’indice sulle alle politiche tariffarie folli adottate dai gestori dei lidi che “dopo i rincari legati alla pandemia e al caro-bollette, non hanno ribassato i listini”. Una lettura “superficiale e fuorviante” secondo il presidente di Fiba, Maurizio Rustignoli. “Gli aumenti, laddove ci sono stati, si aggirano sul 4-5%, percentuali molto basse. Si continuano a ventilare costi giornalieri tra i 40 e i 60 euro per ombrellone e due lettini, ma se parliamo di servizi standard, comprese la vigilanza e la sorveglianza in mare, si va dai 18 ai 30 euro”. Ma sullo sfondo resta “la grande incertezza che grava da dieci anni sul comparto balneare: gli imprenditori sono chiamati a investire senza conoscere il loro futuro”.
Per Santanchè, «parlare di crisi del turismo di agosto è allarmistico e fuorviante. I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione online travel agencies che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor come Grecia e Spagna, dall’altro».