Botulino killer a Diamante, affidato l’incarico per le autopsie. Due nuovi ricoveri
In procura a Paola è stato conferito l’incarico al team di consulenti. I familiari di Di Sarno: «Vogliamo la verità»

PAOLA Questa mattina, in procura è stato conferito l’incarico al team di consulenti scelti per gli esami autoptici da eseguire sulle salme delle due persone decedute per intossicazione da botulino dopo essersi intossicate mangiando panini con salsiccia e cime di rape acquistati da un food truck a Diamante. Parte del team effettuerà oggi a Catanzaro l’autopsia per Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante, deceduta mercoledì 6 agosto 2025. In questo caso, sarà necessario prima provvedere alla riesumazione nel cimitero di Cirella, frazione di Diamante, dove la donna è stata seppellita dopo il funerale celebrato il giorno successivo al decesso. Gli altri periti si occuperanno invece dell’autopsia sulla salma di Luigi Di Sarno, 52enne di Cercola, nel Napoletano. L’esame sarà svolto all’ospedale San Giovanni di Lagonegro (in provincia di Potenza). L’uomo è deceduto nei pressi dello svincolo autostradale del centro lucano mentre rientrava a casa in automobile.
Del pool – come anticipato dal Corriere della Calabria – fanno parte Isabella Aquila, Matteo Antonio Sacco, Eugenio Garofalo, Angelo Nobile, Fabrizio Anniballi. Intanto, altre due persone sono state ricoverate all’ospedale di Cosenza per intossicazione da botulino. Si tratta di due ragazzi con sintomatologia botulinica, ma con un quadro clinico stabile e per questo motivo sono stati ricoverati in osservazione nel reparto di pediatria. Al momento, quindi, sono 17 i pazienti ricoverati nell’ospedale Annunziata. Di questi, 5 in terapia intensiva, 5 in pediatria e 7 nei reparti di area medica. Dei cinque pazienti in Terapia intensiva, tre sono in miglioramento e due presentano un quadro clinico più complesso. Restano sette i sieri anti-botulino iniettati.
L’esame autoptico
L’autopsia sarà fondamentale per confermare in maniera scientifica le cause del decesso e per accertare eventuali responsabilità penali, già oggetto dell’inchiesta coordinata dal procuratore Domenico Fiordalisi, che vede attualmente indagate dieci persone tra esercenti e operatori sanitari. «Non si può morire così. Chiediamo giustizia, vogliamo la verità». E’ l’appello che, attraverso l’avvocato Angelo Pisani che li assiste insieme ai colleghi Sergio Pisani, Maria Napolano e Marco Antonio Cioffi, i familiari di Luigi Di Sarno lanciano attraverso l’Adnkronos dopo la morte del 52enne napoletano per sospetta intossicazione da botulino. «Si tratta di una vicenda tragica – spiega il legale – Sono stati commessi errori e omissioni che hanno portato alla morte di due persone e all’intossicazione di altre, che fortunatamente si sono salvate. Ora siamo al tribunale di Paola, a Cosenza, per il conferimento dell’incarico dell’autopsia. Chiediamo che si accertino le responsabilità e lavoriamo perché con questa tragedia si dia impulso per una maggiore attenzione verso l’alimentazione. Ogni boccone può essere come un colpo di pistola, specie se non ci sono le possibilità di intervenire immediatamente, come nei posti di vacanza, nei concerti. Non dobbiamo solo puntare alla punizione dei responsabili, che pure è prioritaria – ribadisce – ma alla prevenzione sui prodotti destinati al consumo e alla gestione delle fasi di un’ipotetica emergenza da parte delle istituzioni».
L’indagine
La procura di Paola, diretta da Domenico Fiordalisi, prosegue le indagini, coordinate sostituto procuratore Maria Porcelli, per l’accertamento di eventuali e ulteriori responsabilità. Sono attesi approfondimenti sugli esami svolti dall’Iss che nei giorni scorsi ha confermato, attraverso le analisi di laboratorio, la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti giunti all’ospedale Annunziata di Cosenza. La vicenda, secondo la ricostruzione della procura, ha avuto inizio tra domenica 3 e martedì 5 agosto, quando le vittime e i contagiati hanno consumato un alimento potenzialmente contaminato. Tra le 24 e le 48 ore successive sono emersi i primi sintomi. Dopo i primi ricoveri presso l’ospedale di Cosenza, la procura ha disposto il sequestro del furgone adibito alla vendita ambulante, al fine di impedire la prosecuzione dell’attività e consentire i necessari accertamenti tecnici. (f.b.)
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