Teti: «Pontificano con le mani in tasca»
«Da sempre auspico, non polemiche, ma un dialogo e una collaborazione tra chi è andato via, chi torna, chi è rimasto»

«Rimasti e partiti siamo tutti schegge di un universo esploso. Siamo fratelli. Da sempre auspico, non polemiche, ma un dialogo e una collaborazione tra chi è andato via, chi torna, chi è rimasto. La Calabria non ce la farà senza l’impegno e l’amore di tutti i suoi figli sparsi nel mondo. Eppure, dinnanzi a posizioni come quelle che giustamente critica Paola Militano, mi sembra giusto rivendicare il diritto e la dignità, la fatica e i bisogni di chi resta. Anche il loro diritto al rispetto e a un sostegno concreto, anche alla gratitudine perché vittime di politiche a cui molti si oppongono quotidianamente». Così sui social l’antropologo e studioso Vito Teti commenta l’ultimo editoriale apparso sul “Corriere della Calabria” a firma del direttore, Paola Militano “Non è l’inferno né il paradiso. È la Calabria”.
«Dinnanzi a posizioni indignate e retoriche dei pigri e languidi vacanzieri non certo con i tanti calabresi che tornano con amore e si impegnano concretamente e sapientemente per la terra di origine, sono d’accordo con Paola Militano. A questi amabili calabresi, il cui ritorno aspettiamo anche d’inverno per sistemare un po’ di buche davanti alle loro abitazioni, aggiungerei gli amatissimi calabresi che se ne sono andati anche se sono rimasti e pontificano con le mani in tasca, complici silenti di chi deturpa i loro luoghi. Ai fuggiti rimasti aggiungerei i pochi carissimi non calabresi che sono, per fortuna, i nostri più simpatici e fortunati coabitanti che ci ricordano sempre che la Calabria è sole, mare, Paradiso e se ne fregano di mafie, paesi vuoti, degrado politico e morale. Tanto loro sono belli e devono guardare solo le bellezze. Le macerie sono lasciate a quei brutti e cattivi che sono rimasti e che, naturalmente, non capiscono il bello e non fanno danze quotidiane di gioia per essere abitanti di un Paradiso senza diavoli».