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Il giovane ruggente contro il politico di lungo corso. La sfida Scopelliti-Loiero e il trionfo del centrodestra

Le elezioni regionali del 2010 videro la netta vittoria dell’ex sindaco di Reggio, poi “stoppato” dalla condanna del 2014

Pubblicato il: 31/08/2025 – 15:16
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Il giovane ruggente contro il politico di lungo corso. La sfida Scopelliti-Loiero e il trionfo del centrodestra

LAMEZIA TERME Uno scontro politico e anche generazionale. Il politico di lungo corso e l’enfant prodige del centrodestra. La sfida delle Regionali del 2010 ha tutti i crismi dei grandi appuntamenti della storia: da una parte il governatore uscente Agazio Loiero, che si ricandida presidente della Regione che ha amministrato per 5 anni, dall’altra Peppe Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria forgiato nella dura e identitaria storia della destra nazionale, calabrese e reggina, giovane ruggente che ha bruciato le tappe e corre alla guida del centrodestra. Nel rispetto della logica dell’alternanza, vince, anche nettamente, Scopelliti, aprendo una stagione politica anche questa – come quasi tutte, peraltro – parecchio tormentata.

Le elezioni

Non sarebbe stata tormentata, per il centrodestra, invece, la fase che porta alle elezioni del 2010. Il vento soffia impetuoso a favore della coalizione che ha nel Popolo della Libertà – frutto della fusione tra Forza Italia di Silvio Berlusconi e Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, “mentore” di Scopelliti – il suo baricentro. Sono gli anni del massimo fulgore del centrodestra, un centrodestra arrembante che per la guida della Calabria sceglie il candidato più aderente a questo corso, Peppe Scopelliti, un predestinato (è già stato il più giovane presidente del Consiglio regionale, prima di diventare sindaco di Reggio e “alfiere” di quel Modello Reggio che però sarà la sua nemesi). Di contro, il centrosinistra si avvia all’appuntamento elettorale dilaniato al proprio interno, con un Pd diviso tra ex Ds ed ex Margherita e con un presidente uscente, Loiero, circondato da molto scetticismo, soprattutto a Roma. Per un paio di settimane tra l’altro per il centrosinistra “ballano” anche altri nomi, ma Loiero “resiste” e la spunta, strappando la candidatura alla presidenza. Ma per il centrosinistra è una corsa in salita che si scontra con la dura realtà delle urne il 28 e 29 marzo 2010: Scopelliti trionfa con oltre il 57%, Loiero si ferma al 32%, complice anche la corsa in autonomia di Pippo Callipo, l’imprenditore re del tonno che conquista un buon 10% con il sostegno dei radicali di Marco Pannella, di Italia dei Valori e di un’area che fa riferimento all’ex pm di Catanzaro Gigi De Magistris, una coalizione insomma “spina nel fianco” soprattutto del centrosinistra.

L’amministrazione

Con il vento in poppa della straripante vittoria elettorale, Scopelliti si insedia a Palazzo Alemanni a Catanzaro e inizia a correre: i primi due anni della sua amministrazione saranno ricordati dagli analisti come i più operativi dagli albori del regionalismo calabro. Per “celebrarli” Scopelliti e la sua maggioranza addirittura promuovono una “marcia” su Cosenza, una mobilitazione evocativa e muscolare che stravolge il senso della piazza (in genere riservata a chi è all’opposizione…) Sempre con il vento in poppa, Scopelliti si fa anche nominare commissario della sanità calabrese, il primo commissario, con una mossa che a lungo andare pagherà personalmente, perché il piano di rientro da lacrime e sangue a cui la Calabria viene sottoposta richiede il sacrificio di diversi ospedali e tagli draconiani che incidono sulla carne viva dei calabresi. Piano piano l’idillio tra Scopelliti e la Calabria si appanna mentre il “modello Reggio” che lui ha incarnato finisce sotto la lente della magistratura. Il “tagliando” della legislatura è un centrodestra che inizia a farsi litigioso, con le prime frizioni con il gruppo del Pdl riconducibile ai fratelli Gentile. A fine marzo 2014 Scopelliti viene condannato in primo grado a Reggio Calabria a sei anni per falso in atto pubblico come ex sindaco della città dello Stretto: il giorno dopo, in un drammatico “redde rationem” con la sua coalizione a Palazzo Alemanni, Scopelliti si dimette da presidente della Regione. «E’ necessario fare un passo indietro, le sentenze vanno rispettate soprattutto quando si è uomini delle istituzioni, ma non posso esimermi dal commentare quella che mi riguarda. Una sentenza clamorosa che lancia un messaggio inquietante e pericoloso per tutti gli amministratori del Paese. Lavoreremo e torneremo in campo come sempre a combattere la battaglia da postazioni e con ruoli diversi. Oggi è una giornata molto importante e penso che da questa partita esco con la maglietta bagnata e con la testa alta», dirà Scopelliti. Il ruolo “diverso” sarà per Scopelliti una candidatura alle Europee con il Nuovo centrodestra creato da Angelino Alfano impegnato nel tentativo di ribellarsi a Berlusconi, ma Scopelliti non sarà eletto, mentre la Regione infila il viale del tramonto con la guida della facente funzioni Antonella Stasi. Uno stillicidio che durerà 7 mesi, fino al novembre 2014, quando la Calabria sarà di nuovo chiamata alle urne per rinnovare una Regione sempre senza pace.  (a. c.)

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