Sindrome «ansioso depressiva» ma era stremato dalla movida: il paradosso dei falsi certificati nella Locride
«E’ estate e fa le ore piccole» dice la madre del ragazzo mentre va a ritirare per lui il falso certificato medico

LOCRI La diagnosi era «sindrome ansioso depressiva», ma il paziente era tutt’altro che ammalato. Anzi, al momento del rilascio del certificato di malattia era «serenamente a letto» dopo aver fatto le ore piccole fuori casa la sera prima. Un episodio che si inserisce nell’indagine della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura di Locri, che ha portato all’arresto di due dottoresse a Bovalino, nella Locride, e che vede indagate in totale 144 persone. Tra gli indagati anche una terza dottoressa per la quale tuttavia il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare in quanto ormai in pensione.
I soggetti destinatari delle certificazioni false erano per la maggior parte braccianti agricoli che sfruttavano le tutele assistenziali assicurate dallo Stato, come l’indennità di malattia erogata dall’Inps a soggetti impediti al lavoro da motivi di salute. I certificati – hanno dimostrato le indagini – venivano rilasciati in tempi rapidi e spesso si basavano su semplici conversazioni tramite piattaforme di messaggistica telefonica o demandando a terzi il ritiro di certificati già precompilati.
«E’ estate e fa le ore piccole»
Come nel singolare episodio del giovane per il quale la madre va a ritirare il certificato presso lo studio medico di una delle due professioniste. Per gli investigatori un caso che evidenzia, insieme a tutti gli altri episodi registrati – a decine – un pericoloso «contesto d’illiceità diffusa» a danno della spesa pubblica, e «uno scenario allarmante sull’esercizio distorto della scienza medica e dei poteri certificativi».
«E’ estate e fa le ore piccole», dice candidamente la madre del ragazzo, descritto come «allettato – ricostruiscono gli investigatori – in quanto stremato dai divertimenti notturni che la stagione estiva in corso stava offrendo». Una condizione – si legge – «difficilmente compatibile con uno stato di ansia e depressione)». dalla madre del giovane, insomma, una vera e propria ammissione davanti alla professionista, che tuttavia non esita a rilasciare la certificazione con una prognosi di 20 giorni, dimostrando – scrive il gip – «l’assoluta indifferenza mostrata di fronte ai falsi ideologici così confezionati in serie». (m.r.)
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