Ingegneria e sicurezza: ad Amantea il confronto su gallerie, formazione e futuro
Alla 117ª Conferenza AEIT si è discusso di laurea abilitante, ruolo dei docenti, nuove sfide per l’ingegnere elettrico e ventilazione in galleria. Presentato il caso Coreca

AMANTEA Nel suggestivo scenario di Amantea, dove è in corso la 117ª edizione della Conferenza Internazionale AEIT, si è svolta una delle tavole rotonde più significative del programma, dedicata a un tema di cruciale attualità: “Competenze professionali nell’ingegneria specialistica: le gallerie stradali”. A moderare l’incontro, il presidente generale di AEIT, Giuseppe Parise, che ha guidato un dibattito ad alto contenuto tecnico e culturale. Al centro, le sfide dell’ingegneria moderna, tra esigenze di formazione, sicurezza delle infrastrutture e transizione energetica.
Protagonisti del dibattito
Tra i partecipanti, figure di primo piano del mondo accademico, istituzionale e tecnico: Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI); Paola Verde, Presidente GUSEE e docente dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale; Luigi Mupo, Responsabile Struttura Territoriale ANAS Calabria; Emanuele Renzi, Direttore Generale per la Sicurezza delle Infrastrutture Stradali e Autostradali e Presidente della Commissione Permanente per le Gallerie Stradali ANSFISA; Mario Lanciano, AD Italobierica e Presidente PIARC CT 4.4 “Gallerie”; C. Maeri, esperto di infrastrutture e sistemi complessi; Antonio Gallo, ingegnere ANAS, che ha illustrato le soluzioni adottate nella Galleria Coreca.
Un confronto che ha toccato snodi centrali per il futuro dell’ingegneria italiana: la laurea abilitante, il paradosso normativo sull’esercizio professionale dei docenti universitari, e il ruolo emergente dell’ingegnere elettrico come figura cardine per l’innovazione infrastrutturale.
Laurea abilitante: un’opportunità ancora incompiuta
A suscitare particolare interesse è stato l’intervento del presidente CNI, Domenico Perrini, che ha lanciato un chiaro appello sul tema della laurea abilitante in ingegneria, introdotta dalla Legge n. 163/2021, ma ancora in una fase di applicazione parziale e incerta. «È un’occasione storica – ha detto Perrini – per rendere il percorso formativo più efficiente, senza abbassare la qualità. Ma serve volontà politica e un coordinamento efficace tra università e istituzioni». La riforma, che già riguarda professioni come quella medica, prevede che la prova pratica venga integrata nel percorso di laurea, eliminando l’esame di Stato tradizionale. Tuttavia, nel mondo ingegneristico, l’adozione resta a rilento, rischiando di frenare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro proprio in un momento in cui le competenze tecniche sono più necessarie che mai.
Il paradosso dei docenti-ingegneri
Il dibattito ha inoltre messo in luce una profonda contraddizione normativa: a differenza dei medici, i professori universitari di ingegneria non possono esercitare la professione. Una rigidità che solleva interrogativi non solo normativi, ma anche etici e formativi. «Nessuno si farebbe operare da un chirurgo formato da un professore che non è mai entrato in sala operatoria – è stato osservato – eppure accettiamo che ingegneri vengano formati da chi non può progettare né dirigere lavori». Una situazione che rischia di creare una frattura tra teoria e pratica, impoverendo il valore della didattica e rallentando l’innovazione.
L’ingegnere elettrico: il motore della transizione
Ampio spazio è stato dedicato alla figura dell’ingegnere elettrico, sempre più centrale non solo nel settore energetico ma in tutti gli ambiti legati a smart cities, infrastrutture, mobilità sostenibile e digitalizzazione. Un profilo che richiede competenze ampie e al contempo molto specialistiche, in settori come: progettazione in bassa, media e alta tensione, automazione industriale e sistemi di controllo, illuminotecnica e risparmio energetico, fonti rinnovabili, accumulo, microgrid, stabilità dei sistemi elettrici, mercati energetici e geopolitica delle risorse. Una formazione così articolata impone l’urgenza di corsi di laurea innovativi e docenti con esperienza diretta sul campo, in grado di trasmettere competenze applicabili a scenari reali e complessi, come le infrastrutture energetiche e le gallerie stradali.
Sicurezza nelle gallerie: il ruolo cruciale della ventilazione
Un altro tema chiave emerso nella tavola rotonda riguarda la ventilazione nelle gallerie, componente determinante per la sicurezza di utenti e operatori.
L’intervento di vari esperti ha evidenziato due aspetti fondamentali: Ventilazione ordinaria (sanitaria): garantisce il contenimento di inquinanti come CO, NOx e particolato, attraverso impianti intelligenti e monitoraggi in tempo reale; Ventilazione di emergenza (in caso di incendio): deve permettere la canalizzazione dei fumi lontano dalle vie di fuga, assicurando corridoi sicuri e visibilità per i soccorsi. Tecnologie sempre più avanzate – come sistemi di controllo automatico, sensori distribuiti e algoritmi predittivi – permettono oggi di migliorare notevolmente la gestione del rischio, ma richiedono professionisti altamente specializzati.
Caso studio: la Galleria Coreca
A portare un contributo pratico è stato l’ing. Antonio Gallo di ANAS, che ha presentato il progetto della Galleria Coreca, nel comune di Amantea. Un esempio concreto di come progettazione impiantistica, ricerca e tecnologie applicate possano convivere per aumentare la sicurezza e l’efficienza delle infrastrutture. L’intervento ha mostrato l’importanza di integrare le competenze ingegneristiche con soluzioni tecnologiche avanzate, in linea con le più moderne normative europee sulla sicurezza stradale.
Le proposte emerse dal convegno
Al termine del confronto, sono emerse con forza alcune proposte condivise da tutti i relatori, indirizzate al legislatore e agli organi di governo del settore: Attuare pienamente la riforma della laurea abilitante in ingegneria, per velocizzare l’ingresso nel mondo del lavoro senza sacrificare la preparazione tecnica; Consentire ai docenti universitari di esercitare la libera professione, superando le attuali limitazioni che penalizzano la qualità della formazione; Valorizzare la figura dell’ingegnere elettrico, riconoscendone il ruolo strategico per la sicurezza delle infrastrutture e la transizione energetica; Promuovere una didattica integrata tra teoria e pratica, attraverso tirocini qualificati, laboratori e progetti reali. Rafforzare la sicurezza nelle gallerie, con particolare attenzione a ventilazione, impianti di emergenza, monitoraggio continuo e automazione intelligente.
La tavola rotonda di Amantea ha rappresentato molto più di un confronto tecnico. È stata un’occasione per ribadire che la qualità delle infrastrutture parte dalla qualità delle competenze, e che solo una formazione ingegneristica realmente integrata tra università, professione e innovazione può garantire al Paese sviluppo, sicurezza e resilienza. Un messaggio forte, che richiama la responsabilità del mondo accademico, delle istituzioni e della politica nel dare strumenti e regole adeguate a chi è chiamato a costruire, progettare e custodire il futuro.
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