«Oggi Calabria e Regione sono come separati in casa, necessario aprire una stagione delle riforme»
Il candidato di Democratici e Progressisti Francesco Pitaro: «Bisogna imprimere una rigenerazione democratica alla Regione»

«Con Tridico presidente sarà necessario aprire la stagione delle riforme, per imprimere alla Regione una rigenerazione democratica e soprattutto per renderla utile ai cittadini, perché così com’è oggi la Regione e la Calabria sono come separati in casa». Lo afferma Francesco Pitaro, candidato nella lista Democratici e Progressisti a supporto di Pasquale Tridico. «Una Regione – continua – che non valorizza la sua capitale, anzi la umilia, e non agisce con una visione complessiva dei punti di forza e delle criticità di tutti i territori ma è ostaggio dei preponderanti apparati politici e amministrativi, non serve alla comunità. Dopo il primo Statuto (1971) e quello vigente (2004), è tempo di aggiornarne l’architettura istituzionale con riforme che, potenziando il ruolo del Consiglio, anzitutto scongiuri il ripetersi di un presidente che, con una scelta individuale e arbitraria, stacca la spina della legislatura come si trattasse di cosa propria, benché i costi di questo imprevisto giro elettorale ricadano sulla collettività. Il profilo dei ‘governatori’ di Regione dopo l’introduzione dell’elezione diretta (1999), si è allontanato dalla ratio della norma costituzionale.
«Presidenti che agiscono da autocrati insofferenti al dissenso»
«Si voleva garantire la governabilità, ma si è finito con presidenti che, avvilendo l’autonomia e l’indipendenza dei consiglieri, agiscono da autocrati, insofferenti al dissenso e protesi a conseguire i loro obiettivi anche contro gli interessi generali. C’è poi tutto il procedimento legislativo da aggiornare alle trasformazioni della società, per meglio garantire la dialettica maggioranza-opposizione e il diritto alla partecipazione dei cittadini. Lo sforzo cui la politica è chiamata, anche per fiaccare le tesi di chi insiste sull’autonomia differenziata, è responsabilizzare la Regione nell’utilizzo produttivo della spesa, rendendo
trasparente, in particolare al momento del voto, il ‘fatto’ e il ‘non fatto’ da parte di chi ha governato, cosicché il consenso elettorale, affrancato dal ricatto assistenziale, non sia condizionato dalla propaganda e dalla demagogia».
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