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l’iniziativa

«Sostegno al riconoscimento dello Stato di Palestina»: mozione dell’opposizione a Lamezia

Documento presentato dai gruppi consiliari Pd, Azione, Per Vivere Bene

Pubblicato il: 24/09/2025 – 15:47
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«Sostegno al riconoscimento dello Stato di Palestina»: mozione dell’opposizione a Lamezia

LAMEZIA TERME I gruppi consiliari Pd, Azione, Per Vivere Bene presentano congiuntamente in Consiglio comunale di Lamezia Terme «una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia e dell’Unione Europea, chiedendo all’Amministrazione comunale di assumere una posizione chiara e impegnata a favore della pace, della legalità internazionale e del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese». La mozione – firmata dai consiglieri Lidia Vescio, Fabrizio Muraca, Doris Lo Moro, Gennarino Masi, Annita Vitale e Bernardette Serratore – «si inserisce nell’attuale contesto internazionale segnato da gravi violazioni dei diritti umani, crisi umanitaria a Gaza e inasprimento del conflitto israelo-palestinese, con migliaia di vittime civili e continue infrazioni del diritto internazionale umanitario. I punti chiave della mozione: Riconoscere la Palestina come Stato sovrano e democratico entro i confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa, accanto a Israele; Sostenere l’ammissione della Palestina come membro a pieno titolo dell’ONU; Condannare le azioni del governo Netanyahu, ritenute dalla Corte Internazionale di Giustizia “plausibilmente genocidarie” e sottoposte a indagine dalla Corte Penale Internazionale; Sospendere la vendita di armi a Israele, in coerenza con i trattati internazionali; Richiedere la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas; Promuovere, anche attraverso ANCI, iniziative diplomatiche, umanitarie e culturali per il cessate il fuoco, la protezione dei civili e il rilancio del processo di pace basato sulla soluzione dei due Stati; Esporre presso la sede comunale la bandiera della pace e quella della Palestina, come simbolo di solidarietà verso tutti i popoli oppressi». La mozione – prosegue l’opposizione – «si fa eco delle recenti decisioni di diversi Stati membri dell’ONU – tra cui Spagna, Irlanda, Norvegia, Canada, Francia e Regno Unito – che hanno riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina, e chiede che l’Italia esca dall’ambiguità e assuma una posizione chiara e coerente con la sua tradizione diplomatica e costituzionale. Ripercorre, nel corpo del testo, le principali tappe internazionali legate al riconoscimento dello Stato di Israele e alla questione israelo-palestinese, includendo il ruolo delle Nazioni Unite, della Corte Penale Internazionale e della Corte Internazionale di Giustizia, e richiama l’attenzione sulla posizione storicamente assunta dall’Italia, fondata sul dialogo, sul diritto e sulla promozione attiva della pace come valore costituzionale e come bussola della politica estera.  «È  il momento di scegliere con chiarezza-affermano i consiglieri- non basta più esprimere solidarietà a parole: occorre compiere atti concreti che indichino da che parte stare. Noi crediamo che la pace passi dal riconoscimento dei diritti e dal rispetto della dignità di ogni popolo .Il riconoscimento dello Stato di Palestina non è in alcun modo una negazione dell’esistenza dello Stato di Israele – dichiarano i promotori della mozione – al contrario, rappresenta la condizione imprescindibile per costruire una coesistenza pacifica e duratura tra due popoli, fondata sul reciproco riconoscimento, sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela dei diritti umani universali.» affermano i promotori. L’opposizione targata centro sinistra, con questa mozione, non resta spettatrice ma si fa protagonista di una posizione chiara e coraggiosa: una città che alza la voce che sceglie di non voltarsi dall’altra parte e che decide di stare dalla parte giusta della storia. I promotori della mozione auspicano che su un tema così profondamente umano e civile, prima ancora che politico, vi sia una convergenza larga e trasversale all’interno del Consiglio comunale e della Giunta, perché esistono oggi tutte le condizioni politiche e morali per un atto condiviso di responsabilità, dignità e coraggio istituzionale».

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