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Salvini (tra Ponte e contestatori) infiamma Reggio. E piazza De Nava applaude Scopelliti

Il vicepremier, accompagnato dal vicesegretario Vannacci, ha messo al centro le grandi opere come strumento per ridisegnare il rapporto Nord-Sud

Pubblicato il: 03/10/2025 – 21:19
di Paola Suraci
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Salvini (tra Ponte e contestatori) infiamma Reggio. E piazza De Nava applaude Scopelliti

REGGIO CALABRIA Piazza De Nava gremita, bandiere, palloncini e cori: la chiusura della campagna elettorale della Lega a Reggio Calabria ha avuto i toni di una sfida nazionale più che di una semplice partita regionale. Matteo Salvini, accompagnato dal vicesegretario Roberto Vannacci e dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ha messo al centro del comizio le grandi opere come strumento per ridisegnare il rapporto tra Nord e Sud.
La piazza è piena, sono arrivati in tanti per il ministro e i due maxi schermo ai lati del palco consentono di seguire a tutti.

Il Ponte sullo Stretto è la più grande opera contro la ‘ndrangheta

“Il Ponte sullo Stretto non è un sogno, ma un diritto per calabresi e siciliani, il Ponte è la più grande opera contro l’Ndrangheta”, ha ribadito Salvini, presentandolo come il simbolo di una stagione di modernizzazione che dovrebbe coinvolgere l’intero Mezzogiorno. Non solo Ponte, però: sul palco sono tornati anche i temi dell’immigrazione, lavoro insieme allo stanziamento già deliberato di 50 milioni di euro per la sicurezza stradale.
Vannacci ha invece richiamato il valore identitario della Lega, legandolo alla difesa del territorio e delle comunità locali.

I contestatori in piazza

Ma in piazza non ci sono solo i sostenitori della Lega, sono arrivati anche i No Ponte: un piccolo gruppo di contestatori con lo striscione e la bandiera della Palestina.
Così ecco che Matteo Salvini, durante il suo lungo intervento, ha “dialogato” con i contestatori e ai loro cori ha risposto: “Siete benvenuti, e siete la dimostrazione del fatto che siamo diversi. Noi non andremmo a disturbare un comizio di altri, ce ne stiamo a casa, si vede che non avete altro da fare”, ed ancora “Compagni se vi piacciono i clandestini portateveli a casa vostra… Come diceva il grandissimo Silvio Berlusconi, siete sempre e solo dei poveri comunisti”.

“Sono a processo da quattro anni e mezzo a Palermo perché, quando mi avete votato l’ultima volta, avevo promesso di bloccare gli arrivi dei clandestini. E lo abbiamo fatto, perché per me la parola data è sacra”.
“Il tribunale di Palermo nel dicembre scorso mi ha assolto ‘perché il fatto non sussiste’. Ma la procura ha fatto ricorso diretto in Cassazione. L’11 dicembre entrerò in Cassazione e la sera stessa uscirò con due ipotesi: A, la Cassazione conferma l’assoluzione e tornerò qui da uomo libero a festeggiare. B, la Cassazione annulla l’assoluzione e mi rimanda a processo in appello”, ha spiegato Salvini. “Non serve essere giuristi per capire che se ti annullano l’assoluzione, l’alternativa è la condanna. La procura ha chiesto sei anni di carcere per aver difeso i confini del mio Paese. Ma io non ho paura: tornerò comunque a Reggio, perché difendere l’Italia è un dovere e lo rifarei altre cento volte”.

L’obiettivo politico: liberare Reggio Calabria

Parla Matteo Salvini, incita la folla, e il suo messaggio è chiaro: la Lega non intende limitarsi a fare da supporto nella coalizione di centrodestra, ma punta a consolidare una presenza autonoma e radicata nel Sud.
A poche ore dall’apertura delle urne, la partita calabrese si carica così di un significato che va oltre i confini regionali, toccando gli equilibri interni alla maggioranza di governo e la sfida del Carroccio a costruire un nuovo rapporto con il Mezzogiorno.
Con questa chiusura di campagna, Salvini prova dunque a ribaltare lo schema che vede la Lega in affanno al Sud, presentando il partito non più come una forza “ospite” ma come un attore politico deciso a radicarsi. L’esito delle urne dirà se la piazza di Reggio Calabria avrà rappresentato soltanto un passaggio simbolico o l’inizio di un nuovo equilibrio nella geografia politica del Mezzogiorno, soprattutto a Reggio Calabria. Qui, subito dopo la sfida delle Regionali, si aprirà un’altra partita cruciale: il rinnovo di Palazzo San Giorgio.
Lo dice chiaramente Matteo Salvini: “La Lega non c’era in Calabria ognuno di voi aveva altre idee, votava altri politici, magari a sinistra, ma qual è il problema che se deve arrivare la Lega a dare una risposta ai cittadini di Reggio della Calabria è perché la sinistra a Reggio ha fallito e deve andare a casa e ce la metterò tutta non solo per vincere in Regione domenica e lunedì, ma la prossima vittoria, è liberare la città di Reggio Calabria e restituirla ai reggini, dare un’amministrazione con la A maiuscola magari con un sindaco della Lega che faccia un po’ di pulizia per le strade del Reggio Calabria”.

Il sostegno di Scopelliti

La gente applaude, invoca Matteo, ma quando il leader della Lega richiama l’impegno di Giuseppe Scopelliti, la piazza esplode in un lungo applauso. E lui, Peppe, c’è: sta tra la gente, in piazza, e prima del comizio ha stretto mani, salutato tutti perché lui, ex presidente della Regione e sindaco della città, delfino di Gianfranco Fini tra il Fronte della Gioventù e Alleanza Nazionale, pur non essendo candidato, ha scelto di scendere in campo e sostenere la Lega in vista delle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. Il suo sostegno non passa inosservato: la lunga esperienza politica e la rete di contatti costruita negli anni, dalla guida della città fino alla presidenza della Regione, conferiscono peso alle sue parole e possono influenzare l’orientamento degli elettori locali. Tra applausi e slogan, Scopelliti ribadisce la sua vicinanza al partito, diventando protagonista di una chiusura di campagna che vuole segnare la differenza sul territorio calabrese.
Non è un mistero che il Carroccio e i cosiddetti “grandi elettori” della città, a partire dall’ex sindaco ed ex governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, guardino a quell’appuntamento come all’occasione per imprimere un segno forte. L’obiettivo dichiarato è quello di piantare il vessillo leghista nel cuore della più grande città calabrese, trasformando la vittoria amministrativa in un passaggio strategico per l’intero Mezzogiorno.

Un banco di prova

La chiusura della campagna elettorale in Piazza De Nava è stata dunque anche un banco di prova per misurare la capacità di mobilitazione del partito in vista di una sfida che va oltre le Regionali. Reggio Calabria diventa così la chiave di volta del progetto leghista: un test politico e simbolico, in cui Salvini e i suoi puntano a dimostrare che la Lega non è più una forza “del Nord” in trasferta, ma un attore intenzionato a radicarsi stabilmente anche nel cuore del Sud.
Alle elezioni regionali in Calabria del 2021 la Lega Salvini Calabria ottenne a livello regionale 63.459 voti, pari all’8,33 % delle preferenze. Nel Comune di Reggio Calabria la lista della Lega raggiunse 5.728 voti, pari al 9,07 % delle preferenze per il candidato Occhiuto nel capoluogo. La sfida adesso è superare questo dato. (redazione@corrierecal.it)

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