Pd sconfitto, Bozzo: ora le primarie per tornare a vincere come con Loiero e Oliverio
Il vicesegretario provinciale di Cosenza: il partito deve recuperare il rapporto con la società e i cittadini, libero da influenze romane

COSENZA “Finita la bagarre elettorale è tempo di riflessioni. Occhiuto ha vinto oltre ogni nostra previsione, riconosciamo la sconfitta e proverò anch’io a fare una analisi. Prima ancora vorrei ricordare ai calabresi alcune vicende e fatti, ora che le parole ed i pensieri espressi non vengono lette con l’intenzione di modificare il voto ma solo con l’intento di far riflettere” : inizia così la riflessione di Elio Bozzo, vice segretario provinciale del Partito democratico di Cosenza.
Sanità e alta velocità negate
“Con Occhiuto al governo della regione è migliorata l’assistenza sanitaria, è diminuita la migrazione sanitaria, le liste d’attesa sono migliorate, i pronto soccorso sono collassati o no? A me pare che niente di tutto ciò sia migliorato. Ed ancora che dire del ruolo avuto da Occhiuto nella vicenda dell’Autonomia differenziata (che ho sempre chiamato Secessione) considerato che nella conferenza Stato-regioni ha votato a favore e poi tornato in Calabria ha pianto lacrime di coccodrillo affermando che aveva chiesto “una definizione dei livelli essenziali di assistenza”, mentre la sua compagna sottosegretaria ed il fratello senatore a Roma davano manforte al governo votando a favore della legge Calderoli. Se a questo aggiungiamo il continuo processo di privatizzazione della sanità portata avanti da Occhiuto osservo una forte regressione della democrazia e della esigibilità dei diritti fondamentali”.
Bozzo aggiunge poi “la scarsa o nulla incisività avuta dalla regione nella vicenda dell’Alta velocità che si è fermata in Basilicata un po’ più sotto di Eboli dove notoriamente si è fermato Cristo. Ad aggravare questa condizione di subalternità della Calabria ai desiderata degli amici romani (la regione come ente è diventato un postificio). Non dimentichiamo la vicenda del Ponte sullo Stretto, operazione che permetterà a Salvini di favorire i suoi amici e di portare un bel po’ di quattrini al nord dove si trovano le imprese in grado di partecipare al bando di gara. Tutto ciò mentre la 106 continua a mietere vittime, la linea ferrata dello Ionio non è elettrificata, la rete infrastrutturale interna è pessima e non consente spostamenti rapidi, l’autostrada Mediterranea la nostra per intenderci presenta lunghi tratti di difficile percorrenza se non pericolosa. Per cui – argomemta l’esponente dem bruzio – si attraverserà il ponte in dieci minuti ma ci vorranno dieci giorni per arrivarci dal resto d’Italia e pensare che il governo amico ha chiesto ad Occhiuto per il ponte una parte del Fondo di coesione della regione destinato ad altre opere.
E per finire l’uso inquietante, da parte di Occhiuto, della democrazia piegando le regole a proprio uso e consumo con “le dimissioni”, e trattando i calabresi come merce di scambio sull’altare dei propri interessi”.
I nodi giudiziari e l’analisi di una sconfitta
“Ci sembra fuori luogo l’affermazione di Occhiuto subito dopo l’elezione: abbiamo sconfitto chi voleva batterci per via giudiziaria – continua Bozzo – perché il tema non è stato usato né da Tridico né da altri in campagna elettorale perché noi volevamo vincere con la politica non con la giustizia. In merito Occhiuto non ha fatto nomi ma probabilmente si riferiva al fuoco amico della sua coalizione tant’è che il senatore Orsomarso si è affrettato a dire che la cordata istituzionale ha funzionato ed ha dato i suoi frutti per non restare indietro nella assegnazione della vittoria. Tutto ciò a futura memoria. Ma ora – aggiunge il vicesegretario provinciale del Partito democratico di Cosenza – vorrei dare un contributo all’analisi della sconfitta. In un momento come questo a molti viene facile sparare sulla croce rossa come si suol dire, ed io trovo ciò oltre che inopportuno totalmente inutile perché sterile esercizio di critica. In una regione con un tessuto sociale fragile dove il diritto spesso diventa favore e dove l’economia per larghi settori dipende dai contributi regionali è più semplice per chi detiene il potere avere riscontri elettorali. È del tutto evidente che il Pd deve recuperare il rapporto con la società tutta, con le organizzazioni sociali (sindacato, associazioni, terzo settore) e con tutte le rappresentanze dei cittadini e di utilizzare capacità ed intelligenze che questi mondi possono offrire“.
Ripartire dalle primarie
Secondo Elio Bozzo “bisogna ricostituire la rete degli enti locali che rappresentano la prima stazione istituzionale, promuovendo alle elezioni comunali anche nei piccoli comuni coalizioni di area progressista per una omogeneità di rappresentanza. Niente recinti ideologici per carità ma senso di appartenenza alle idee ed ai valori del centrosinistra e dell’area progressista. Bisogna stimolare la partecipazione attraverso incontri su temi specifici che coinvolgono la vita di tutti i giorni dei calabresi, attivare i circoli dove esistono e promuoverne altri nei comuni dove non ci sono per offrire a tutti la possibilità di luoghi di incontro e discussione, raccogliere istanze e difficoltà e proporre soluzioni. La sconfitta parte da lontano ma la rinascita deve cominciare da subito, bisogna riporre nelle mani dei cittadini, attraverso le primarie, il nome del prossimo candidato alla regione come accaduto con Loiero prima ed Oliverio poi vincendo in entrambi i casi la competizione; bisognerà che il partito in Calabria si autogoverni e si renda libero dalle influenze romane che spesso non hanno colto la voglia di rinnovamento che si alimentava nella società e dentro il partito. Queste elezioni ci hanno dimostrato che si può fare perché hanno risvegliato il senso di appartenenza e la voglia di riscatto” conclude Bozzo.