Nuovo ospedale e città unica, i grandi assenti della campagna elettorale che ora possono tornare in agenda
Sul Policlinico Unical non si spegne lo scontro politico mentre sulla fusione il centrodestra non ha mai arretrato. Il ruolo di Orlandino Greco

COSENZA Sono stati i grandi assenti della campagna elettorale ma sono due temi “macro” che possono tornare in agenda ora che il centrodestra calabrese a trazione cosentina è tornato al timone delle istituzioni regionali. Il nuovo policlinico Unical e la città unica sono usciti dai radar durante il mese e mezzo di campagna elettorale eppure c’è da scommettere che se ne discuterà nella prossima consiliatura.
Il policlinico Unical
Pure in un confronto acceso tra i poli che sostenevano i candidati presidente Occhiuto e Tridico, in tema di sanità il nuovo ospedale di Cosenza ha attraversato solo carsicamente il dibattito politico della campagna elettorale lampo: se le argomentazioni si sono concentrate da un lato sulle strutture già avviate o riavviate (Sibaritide e Gioia Tauro in primis), il nuovo polo universitario si è affacciato come possibilità in uno scenario mutato dal punto di vista della governance, se si pensa che tanto il Comune coinvolto (Rende) quanto l’ateneo hanno cambiato la loro guida rispettivamente con il sindaco Sandro Principe e il rettore appena eletto Gianluigi Greco. Saranno loro a dover gestire un eventuale processo, confrontandosi con il livello politico-istituzionale regionale. Di contro, verranno rilanciate le ragioni dei detrattori che da un lato puntano sul rafforzamento dell’ospedale civico dell’Annunziata e dall’altro propongono di realizzare la nuova struttura nell’area di Vaglio Lise, dove già insiste uno studio di fattibilità. Lo scontro politico di recente si è acuito con la presa di posizione del sindaco di Cosenza, Franz Caruso («Scippare l’hub al capoluogo di provincia è un danno per tutti») cui ha risposto il centrodestra rendese ribadendo le proprie. La speranza è che la questione non si riduca a rivendicazioni di campanile.
La città unica
A dieci mesi dal voto referendario per la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero potrebbe tornare attuale anche l’ipotesi Comune unico, pure dopo il No dei cittadini nella consultazione di inizio dicembre. A caldo, uno dei promotori a Palazzo Campanella, Pierluigi Caputo, aveva specificato come la partita non fosse affatto chiusa. Ora proprio Caputo – e la meloniana Luciana De Francesco – tornano al timone della maggioranza incassando invidiabili risultati personali di preferenze e non si esclude che riporteranno un focus sul tema fusione. Intanto, che fine ha fatto quella proposta di legge? «È una pagina che non è affatto chiusa» commentava poco tempo fa il consigliere rieletto nella lista Occhiuto Presidente, a ridosso della data-feticcio (5 febbraio 2025, scadenza poi slittata di due anni) che doveva dare il via alla Grande Cosenza. Il Consiglio regionale dovrà calendarizzare eventuali scadenze sull’iter legislativo della norma di cui lo stesso Caputo è autore ma non è escluso che nella maggioranza ci siano ulteriori valutazioni in corso perché quell’idea rimane sempre in piedi. Al netto di una variabile: uno dei tre sindaci coinvolti, il castroliberese Orlandino Greco, tra i più strenui oppositori della fusione, si trova oggi nei banchi del centrodestra. C’è da chiarire quale sarà la sua posizione adesso, a scenari mutati. (redazione@corrierecal.it)
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