Calabria regionali, la sottosegretaria Wanda Ferro bolla come gossip ogni ipotesi di manovre interne al suo partito
Smentite nette alle voci di correnti interne e di presunti (ri)equilibri, in vista delle nuove nomine nella giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto

In un incontro casuale con la sottosegretaria di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, non ho resistito alla tentazione di porle qualche domanda sulle indiscrezioni che circolano da giorni nelle chat degli addetti ai lavori e rilanciate da testate locali, che vedrebbero l’uscita di scena della Ferro alle ultime elezioni come l’effetto di un calcolo politico, destinato a riequilibrare i pesi interni a FDI, in vista delle nuove nomine nella giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto.
Interrogativi spinosi ma il Sottosegrerio agli Interni ha scelto di rispondere.
Nelle ultime settimane si è (s)parlato di un attivismo inedito da parte di alcune componenti del suo partito destinato a ridisegnare equilibri e rapporti di forza sul territorio. C’è chi legge in questo protagonismo, il tentativo di rimescolare le gerarchie interne di FDI, magari a scapito di chi, come lei, ha costruito negli anni radicamento e consenso sul campo. È plausibile pensare alla sua mancata elezione anche alla luce di queste dinamiche interne?
«No, semmai c’è la volontà di rafforzare la presenza di Fratelli d’Italia in tutti i territori. Non penso ci siano macchinazioni che servano a spostare equilibri, innanzitutto perché non ci sono equilibri in discussione, come hanno chiarito in campagna elettorale figure di primo piano del partito come Giovanni Donzelli, Arianna Meloni, Francesco Lollobrigida. Poi perché Fratelli d’Italia è un partito che ha costruito la propria forza rifiutando la logica delle correnti e dei personalismi, valorizzando invece il merito, la serietà e la coerenza. È anche un modo per onorare il lavoro straordinario che Giorgia Meloni sta portando avanti nel guidare la Nazione e nel far crescere il partito in maniera seria, credibile e coerente con i propri valori. In questa cornice va collocata la mia candidatura: una scelta politica chiara, fortemente identitaria, richiesta dai vertici nazionali e indicata come espressione della linea e dei valori di Fratelli d’Italia. Il sostegno a questa candidatura avrebbe dovuto essere un atto di unità e di responsabilità da parte di tutti. Che ciò non sia accaduto, purtroppo, è evidente anche a chi non è abituato, come me, a leggere i dati elettorali da più di trent’anni. Detto questo, considero il mio risultato un grande successo: oltre diecimila preferenze raccolte in meno di un mese di campagna elettorale, affrontando candidati molto forti che preparavano da anni questa sfida, sono state per me una grande gratificazione umana e politica. Un riconoscimento del lavoro svolto con impegno e serietà, ma anche la conferma di un legame forte con amministratori, militanti e giovani che credono in un modo di fare politica fondato sulla lealtà, sulla coerenza e sulla disponibilità al sacrificio. È una soddisfazione resa ancora più profonda dall’apprezzamento sincero ricevuto dal partito, in cui c’è consapevolezza di quanto questo nuovo impegno sia stato difficile e faticoso».
C’è chi ipotizza che lei possa lasciare il ruolo di sottosegretario per assumere la vicepresidenza nella nuova giunta di Roberto Occhiuto. Quali interessi potrebbero celarsi oggi dietro questa narrazione?
«Non vedo spazio per le dietrologie, che spesso servono solo per alimentare gossip politico. Il nuovo governo Occhiuto nasce su basi solide, con un equilibrio chiaro e con la piena fiducia dei partiti della coalizione. Il presidente Occhiuto ha sempre riconosciuto la lealtà e il contributo di Fratelli d’Italia, e le parole di apprezzamento che mi ha rivolto sono per me la conferma di una collaborazione sincera e di un rapporto di fiducia costruito nel tempo. Detto questo, io sono e resto una militante del partito: il mio impegno al Ministero dell’Interno rappresenta già un modo concreto di lavorare per la Calabria. Se il partito dovesse ritenere utile che io metta la mia esperienza al servizio di un altro incarico, sarò come sempre disponibile a fare la mia parte. Sono pure convinta che in Calabria abbiamo uomini e donne all’altezza, che hanno la capacità e il dovere di dare il proprio contributo. Aspettiamo la proclamazione degli eletti, poi, come coordinatrice regionale, mi confronterò con il presidente Occhiuto ed i vertici del partito, a partire dal responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli, sulle proposte più adatte, con grande serenità e rispetto del contributo di tutti».
A proposito, quale errore dovrà assolutamente evitare il nuovo governo Occhiuto in questo secondo mandato?
«Non parlerei di errori, ma della necessità di un metodo di lavoro più partecipato e condiviso. Credo che la nuova fase del governo regionale debba poggiare su una collegialità più forte, su una condivisione piena non solo delle responsabilità ma anche dei risultati. Occorre proseguire e rilanciare l’ottimo lavoro fatto finora, che è stato riconosciuto e premiato dai cittadini. Se c’è un ambito su cui concentrare gli sforzi, credo che la priorità resti la sanità. È giusto riconoscere che negli ultimi anni sono stati compiuti passi avanti significativi: si è rimesso ordine nei conti, si sono avviate nuove assunzioni, si sono sbloccati cantieri che erano fermi da decenni. Altro che gli slogan della sinistra: qui ci sono risultati concreti. Ora serve un ulteriore scatto per ridurre le liste d’attesa, rafforzare la rete territoriale e contenere la migrazione sanitaria. È su questo terreno che si misura la capacità di incidere davvero sulla vita delle persone, soprattutto dei cittadini più fragili, di chi affronta i momenti di sofferenza o di paura. L’uscita dal commissariamento, annunciata da Giorgia Meloni dal palco di Lamezia Terme, segnerà la svolta decisiva: restituirà alla Calabria la piena responsabilità della propria sanità, e con essa la possibilità di riformare il sistema per renderlo più vicino ai bisogni reali dei cittadini».
Quale pronostico si sente di fare sulle prossime regionali in Veneto, Campania e Puglia?
«In Veneto il risultato è già scritto, il centrodestra vincerà con un consenso larghissimo, mentre in Campania e Puglia la sfida è certamente più complessa, ma tutt’altro che chiusa. Quando la sinistra è costretta a mettere insieme figure come De Luca e Fico, vuol dire che non ha un progetto, ma solo paura di perdere il potere. È un’alleanza di comodo, tenuta insieme da un unico collante: contrastare il centrodestra. Ma se questo ha già aperto sipari di grande comicità in campagna elettorale, ciò che si prospetta sul governo di queste regioni, se dovessero effettivamente finire in mano alla sinistra, è preoccupante e drammatico.
*Direttore del Corriere della Calabria
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