La “golden share” di Forza Italia. La piazza di Reggio ridisegna gli equilibri nel centrodestra
La convention con Occhiuto e Cannizzaro conferma la leadership degli azzurri. I messaggi agli alleati. E a un centrosinistra sempre più fermo

LAMEZIA TERME La piazza di Reggio Calabria ridisegna la politica in tutta la Regione. Com’era prevedibile la convention griffata Forza Italia per celebrare il trionfo di Roberto Occhiuto nella riconquista della Regione e preparare l’assalto alla guida della città dello Stretto ha lasciato il segno, ma un segno che è andato ben oltre le aspettative e le previsioni della vigilia, anche da parte degli analisti. L’annuncio del coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro di candidarsi come sindaco di Reggio Calabria, con il sostegno pieno e anche diretto dello stesso Occhiuto, è destinato infatti a “scompaginare” e comunque a condizionare gli equilibri dell’intera politica regionale, in primis ovviamente del centrodestra.
La “golden share” di Forza Italia
Un po’ di elementi si possono desumere dalla convention reggina. Il primo è un asse ora strettissimo e robustissimo tra Occhiuto e lo stesso Cannizzaro: nel contesto delle dinamiche anche romane di Forza Italia è un dato di una lampante importanza politica. Secondo: Forza Italia, con il suo 30% elettorale espresso dalle Regionali del 5 e del 6 ottobre, ha la “golden share” su tutte le partite del centrodestra in Calabria. Dal palco di Reggio Calabria infatti è stata praticamente delineata una distribuzione delle future caselle delle candidature alle Amministrative nei capoluoghi. Sono sfide nelle quali la coalizione di governo al momento è in gran parte oggi all’opposizione e l’obiettivo dunque è quello di ribaltare il trend allineando anche le grandi città calabresi al governo della Cittadella e di Palazzo Campanella. Dunque: Forza Italia a Reggio e Crotone, considerando il sindaco pitagorico uscente Vincenzo Voce, sicuro ricandidato, ormai in quota azzurra vista l’alleanza con lo stesso Occhiuto e il neo eletto consigliere regionale Sergio Ferrari, la Lega a Catanzaro (Filippo Mancuso da mesi sta “accarezzando” un’idea che è anche un sogno) e Fratelli d’Italia a Cosenza (Fausto Orsomarso?). Si vedrà, ovviamente, con le future trattative nel centrodestra (che naturalmente riguarderanno anche Reggio, viste già le prime “frenate” dagli alleati) ma la linea tracciata dai leader azzurri in riva allo Stretto appare una “Maginot”.
Lo stop alla Lega
C’è poi ovviamente tutta la partita reggina, non disgiunta da quella per la composizione della prima Giunta regionale dell’Occhiuto bis. La mossa di Forza Italia – a pensarci bene nemmeno tanto a sorpresa, perché una candidatura di Cannizzaro a sindaco di Reggio è nell’ordine delle cose politiche (del resto, i dati elettorali non ammettono repliche…) sembra la risposta “muscolare” – che in tanti peraltro si attendevano – alla Lega, che nelle ultime settimane aveva messo nel mirino Palazzo San Giorgio con il serrato forcing avviato dall’ex governatore ed ex primo cittadino Peppe Scopelliti (sostenitore del candidato alla Regione Francesco Sarica) e dai leader nazionali, a partire dallo stesso Matteo Salvini, che non a caso aveva scelto Reggio come location per la chiusura della campagna elettorale del Carroccio. Un forcing che oggettivamente – spiega più di un analista politico – registrerebbe quanto meno uno stop dopo la convention forzista. Certo, ora l’attenzione si sposta anche sulle trattative per definire gli assetti alla Regione, lato Giunta e lato Consiglio, perché per tanti analisti è evidente oltre che scontato che la “partita” Reggio è destinata a incidere anche sugli equilibri regionali, con Forza Italia, e Cannizzaro in primis, che potrebbe essere tentato di fare la voce grossa nei confronti degli alleati, anche se ovviamente Occhiuto metterà in campo tutta la sua capacità di mediazione.
Il centrosinistra che non c’è
In ogni caso, sul piano politico in Calabria sono ore e giorni di grande intensità. Ma a questo “gran ballo” continua a non esserci il centrosinistra, che non più tardi di due settimane fa ha subìto la terza e larghissima sconfitta consecutiva alle Regionali e però sembra fermo anche sui territori, soprattutto sulle piazze chiamate al voto nel 2026, Reggio Calabria e Crotone, con la città dello Stretto che tra l’altro vivrà una fase molto particolare, visto che il sindaco in carica, Giuseppe Falcomatà, è stato eletto consigliere regionale con il Pd ma ha già annunciato di non dimettersi per evitare lo scioglimento anticipato del Comune. Dappertutto il fronte progressista appare chiaramente in netto ritardo nelle scelte, una “impasse” che si è plasticamente rivelata nel flop del 5 e 6 ottobre. E che rischia di riflettersi anche sui prossimi appuntamenti elettorali nelle grandi città, che oggi in buona parte guidate da un centrosinistra che però non sembra in grado di arginare la prepotente “rimonta” avversaria. (a. cant)
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