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il testo bollinato

Manovra, resta la stretta sugli affitti brevi

Cambierà in Parlamento. FI punta i piedi anche sui dividendi: la norma va modificata

Pubblicato il: 23/10/2025 – 8:11
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Manovra, resta la stretta sugli affitti brevi

ROMA La manovra cambia un po’, ma non a sufficienza da consentire un approdo blindato al Senato. Il testo bollinato dalla Ragioneria arriverà, infatti, nei prossimi giorni in Parlamento con una serie di nodi ancora da risolvere anche all’interno della maggioranza. In primis quello dell’aumento della cedolare sugli affitti brevi, una misura di piccola portata – minimizzano dal governo – ma che quasi certamente verrà modificata nel passaggio parlamentare.
Nell’ultima versione della legge di bilancio resta, infatti, l’innalzamento dal 21 al 26% della tassa per l’affitto della prima casa escludendo solo coloro (una percentuale minima secondo le stime della Ragioneria) che non fanno ricorso per la locazione a intermediari o piattaforme come Booking o AirBnB. La manovra, secondo quanto si apprende, è stata trasmessa al Senato. Il testo bollinato inviato al Colle è stato autorizzato dal capo dello Stato alla trasmissione alle Camere.

Emendamenti anche dalla maggioranza

Una correzione che, però, non basta alle associazioni di categoria ma anche a parti della maggioranza con Forza Italia, in primis, che annuncia che presenterà emendamenti. Il ministro Giancarlo Giorgetti ne illustra la logica: l’incremento degli affitti brevi – evidenzia – pesa sulla possibilità di trovare alloggi soprattutto nelle grandi città. “Per questo – sottolinea – si è ritenuto di inserire un’apposita disciplina in materia fiscale avente oggetto le locazioni concluse tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici”. FI non ci sta (“forse il Mef è rimasto ai tempi dei cartelli ‘Affittasi'”, ironizza il responsabile turismo Carlo De Romanis) ma anche Matteo Salvini garantisce che alla fine “verrà cancellata in Parlamento”.

FdI getta acqua sul fuoco

Mentre da FdI si getta acqua sul fuoco: “Una soluzione in Parlamento si troverà”, assicura Gianluca Caramanna. Insomma, messe così le cose la retromarcia sembra dietro l’angolo tanto più che, relazione tecnica alla mano, si tratta di una misura su cui sicuramente bisognerà trovare coperture ma che quota appena 100 milioni dal 2028.
Non è però solo la norma sugli affitti brevi a creare malumori e divisioni in maggioranza. Con i partiti agguerriti su una manovra mai così light – e forse mai così aperta alla battaglia alle Camere – e con tutte le forze politiche pronte ad avanzare richieste e a piazzare bandierine. A pochi giorni dall’approvazione in Consiglio dei ministri c’è, ad esempio, da capire se la partita delle banche sia completamente chiusa.
“Seguirò il dibattito in Parlamento”, fa sapere il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Forza Italia ha intanto messo a verbale la sua “forte contrarietà alla modifica proposta in materia di tassazione dei dividendi contenuta nell’articolo 18” del bilancio.
Da banche e assicurazioni si stima un gettito di circa 4 miliardi l’anno prossimo ma la Lega ha recentemente fatto sapere che valuterà se chiedere anche di più. Così come c’è da aspettarsi che provi a chiedere l’estensione della soglia a 35mila euro di lavoro dipendente per il mantenimento della flat tax degli autonomi. Noi moderati punta sul ripristino del bonus libri e su Opzione donna la cui proroga, come di Quota 103, non è al momento prevista. Altro fronte aperto resta quello dei tagli ai ministeri. La stretta sui fondi del cinema è leggermente allentata ma il settore resta comunque in subbuglio. Nel complesso la spending porterà in dote oltre 7 miliardi in 3 anni con il Mit che risulta il più colpito. E poi c’è il capitolo delle Forze dell’ordine: il ministro Matteo Piantedosi garantisce che le risorse ci sono ma il Siulp torna all’attacco di “misure penalizzanti” per il comparto. Le opposizioni, intanto, puntano il dito sulle pensioni: “da Giorgetti una pezza colorata”, dice la Dem Maria Cecilia Guerra.

I 5 Stelle e i sindacati

Nel testo bollinato – ironizza il capogruppo M5s Stefano Patuanelli – “cercavo l’abolizione della legge Fornero, ma non l’ho trovata. La parola ‘spernacchiare’ mi piace tantissimo… e siccome il ministro Salvini aveva detto in campagna elettorale ‘se tra un anno non avremo abolito la Fornero, siete tutti autorizzati a spernacchiare’…”. Dai sindacati, intanto, se la Cisl chiede il finanziamento della legge sulla partecipazione la Cgil mantiene il giudizio critico su una manovra che, accusa Landini, “è contro il Paese e i lavoratori”. 

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