A Cetraro il futuro della diabetologia pediatrica: la rete calabrese modello nazionale
Innovazione, ricerca e collaborazione al centro della XIV edizione del Congresso della Rete Diabetologica Pediatrica Calabrese. «Obiettivi un tempo utopici oggi sono realtà»

CETRARO Si è chiusa con successo la XIV edizione del Congresso della Rete Diabetologica Pediatrica Calabrese, appuntamento ormai consolidato e di riferimento per medici, operatori sanitari e associazioni impegnati nella cura del diabete in età pediatrica.
Due giornate intense di confronto, aggiornamento e condivisione scientifica, che hanno visto la partecipazione di numerosi esperti provenienti da tutta Italia e dall’estero, sotto la guida dei responsabili scientifici Fiorella De Berardinis, Dario Iafusco e Framcesco Mammì.
Il tema di quest’anno – “La Diabetologia Pediatrica nel Primo Quarto del XXI Secolo” – ha offerto l’occasione per riflettere su una disciplina in rapida evoluzione, dove le innovazioni tecnologiche, la ricerca genetica e l’approccio multidisciplinare stanno ridisegnando i confini della cura e della prevenzione.
Durante il Congresso si è parlato di nuovi strumenti per il monitoraggio continuo del glucosio, terapie personalizzate, intelligenza artificiale applicata alla gestione del diabete e dell’inserimento di nuove figure professionali, come il chinesiologo delle attività motorie preventive e adattate, a supporto dei team diabetologici.
«Non è solo un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambiamento d’epoca – hanno sottolineato gli organizzatori –. Oggi obiettivi che fino a pochi anni fa sembravano utopici diventano realtà, e la rete calabrese vuole continuare ad essere un laboratorio di innovazione e collaborazione».
Il Congresso ha confermato il ruolo della Calabria come punto di riferimento nazionale nella diabetologia pediatrica, una rete in continua crescita che coniuga ricerca, formazione e assistenza al servizio dei più giovani pazienti e delle loro famiglie.
Un’edizione che lascia un segno concreto e apre nuove prospettive per il futuro: un passo in più verso “l’isola pancreatica che non c’è”, simbolo di una cura sempre più vicina alla normalità della vita quotidiana dei bambini e ragazzi con diabete.
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