I deepfake sbarcano in Calabria: la nuova frontiera (pericolosa) dell’intelligenza artificiale
Si tratta di foto e video alterati con l’IA. Dal filmato (falso) di Salvini sulle ultime elezioni in Calabria all’arresto per revenge porn a Reggio

Immaginate navigare sul web e trovare un proprio video o una foto intima, diffusi sui social senza consenso e senza averli mai postati. Anzi, senza nemmeno averli mai fatti. È il lato oscuro dell’intelligenza artificiale, una rischiosa e pericolosa nuova frontiera che consiste nell’alterazione di un contenuto digitale in base ai desideri del “committente”. In sintesi, chiunque abbia le nozioni base e la capacità di “smanettare” con i nuovi strumenti digitali può creare contenuti falsi su chiunque e diffonderli sui social. È quello che in gergo si chiama “deepfake”, una pratica già diffusa da anni ma che con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale sta diventando più accessibile e alla portata di tutti, tanto da “sbarcare” anche in Calabria.
Truffe, manipolazione politica e revenge porn
Di episodi simili, in ambito nazionale, se ne contano a centinaia e svariano da casi di revenge porn, tentativi di manipolazione politica o vere e proprie truffe. In quest’ultimo caso, ad esempio, tramite l’utilizzo del “voice cloning” che consente la “clonazione” della voce di un personaggio reale. Eppure, secondo i dati Ipsos in Italia solo il 41% afferma di conoscere l’esistenza dei deepfake. Il 21% ne ha solo sentito parlare, mentre il 38% non conosce proprio il fenomeno. Un pericolo maggiormente avvertito dai giovani: secondo un’indagine di Telefono Azzurro il 40% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni teme che un contenuto alterato dall’intelligenza artificiale possa distruggere relazioni sociali e la reputazione.
Foto rubate e alterate: un arresto in Calabria
Pochi giorni fa un 39enne di Reggio Calabria è stato tratto in arresto dalla Polizia con le accuse di stalking, revenge porn, molestie, accesso abusivo a sistema informatico, trattamento illecito dei dati personali e violenza privata. Le indagini sono partite dalla denuncia di diverse donne vittime di deepfake. In particolare, secondo quanto ricostruito dai pm, l’uomo avrebbe preso delle normali foto postate sui social dalle ragazze per poi manipolarle e trasformarle in foto di nudo, chiedendo loro di soddisfare le sue richieste e minacciandole di diffonderle sul web.
Il video fake su Salvini e le elezioni in Calabria
Ma i deepfake sono tra gli strumenti preferiti anche per chi cerca di manipolare l’informazione politica. Un caso emblematico è avvenuto proprio al termine delle ultime elezioni regionali in Calabria: su Facebook è apparso un video di Matteo Salvini, leader della Lega, in cui definisce Giorgia Meloni «figlia di un narcotrafficante» e ammettendo che in Calabria si è vinto grazie ai voti delle ‘ndrine. Un filmato ovviamente falso e alterato con l’intelligenza artificiale, come ha dimostrato anche il debunker David Puente su Open.
Il reato di deepfake
Due episodi diversi che dimostrano la pericolosità e la diffusione dei deepfake. Un allarme lanciato da tempo dagli esperti di intelligenza artificiale che ha portato, settimana scorsa, all’entrata in vigore ufficiale del reato di deepfake, previsto dalle nuove disposizioni sull’IA varate dal Governo. In particolare, viene vietata «la diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale». Non la creazione, dunque, ma la diffusione che provochi «un danno ingiusto ad una persona, cedendo, pubblicando o altrimenti diffondendo, senza il suo consenso, immagini, video o voci falsificati o alterati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità». Pena la reclusione da 1 a 5 anni. (ma.ru.)
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato