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lavoro e welfare

A Vibo presentato il rendiconto Inps: disoccupazione in calo, ma crescono emigrazione e divario di genere

Preoccupa il calo demografico e il tasso relativo all’inattività femminile. In aumento i posti di lavoro, ma solo a tempo determinato

Pubblicato il: 27/10/2025 – 18:09
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A Vibo presentato il rendiconto Inps: disoccupazione in calo, ma crescono emigrazione e divario di genere

VIBO VALENTIA In 10 anni la provincia di Vibo Valentia ha perso circa 6 mila abitanti: è il dato più allarmante riportato dal rendiconto annuale dell’Inps, presentato oggi presso la Sala Antonino Murmura della Camera di commercio. I numeri, relativi al territorio vibonese, sono in linea con quelli regionali e caratterizzati da un leggero aumento dell’occupazione, ma anche un preoccupante calo demografico e un divario di genere più ampio rispetto alla media calabrese. Cala anche il tasso di disoccupazione, ma crescono i lavori a tempo determinato rispetto a quelli di tipo indeterminato. Il report è stato presentato dal presidente del Comitato provinciale Ips Rinaldo Tedesco, dal Direttore provinciale Maurizio Arlacchi e dal Direttore regionale Giuseppe Greco.

I dati: preoccupa il divario di genere

I dati relativi al calo demografico mostrano un trend negativo continuo: nel 2023 il saldo conta -613 abitanti, causato per lo più dal rapporto tra nascite e decessi. Si tratta di un dato triplicato rispetto a quello del 2013, così come quello relativo al flusso migratorio in entrata: in 20 anni si passa dagli 81 del 2003 ai 356 del 2023, che vanno in parte a mitigare l’alto numero di emigrati (286). Per quanto riguarda il mercato del lavoro cala il tasso di disoccupazione, cresce quello relativo all’occupazione ma si tratta per lo più di assunzioni a tempo determinato. Più allarmante il dato relativo all’inattività femminile, con un tasso più alto rispetto a quello regionale. «Il divario di genere – si legge nel rapporto – è ben lontano dall’essere risolto e lascia indietro, e sostanzialmente senza tutela economica, una delle categorie più deboli, da sempre votata alla cura della famiglia». Allarmanti anche i dati relativi alla regolarità contributiva delle aziende: per l’Inps la provincia vibonese si conferma «fragile e vulnerabile» per le numerose irregolarità riscontrate.

Greco: «Dati non confortanti»

«I dati – spiega a margine Giuseppe Greco, direttore regionale Inps – non sono confortanti così come non lo sono nel resto della regione. Anche se la provincia di Vibo ha una specificità che la rende unica nel panorama regionale: ha un tasso di occupazione che è assolutamente superiore in media a quello del resto della regione. Anche se è ancora ben lontano dal 67% del livello nazionale». Greco commenta poi i dati sulla retribuzione femminile e sull’inattività: «Il divario di genere è un problema qui come altrove, abbiamo delle retribuzioni medie assolutamente inferiori a quelle del resto del paese, assolutamente distanti quelle femminili rispetto a quelle maschili. Questo è un fenomeno su cui si dovrà lavorare molto per cercare di livellare».

Un primato nazionale per Vibo

Vibo vanta, però, il primato assoluto per quanto riguarda le prestazioni connesse al riconoscimento dell’invalidità civile. «Noi siamo la regione più performante.  Solitamente la Calabria è la cenerentola d’Italia quando parliamo di sanità, noi siamo riusciti a recuperare la posizione di bassissima classifica, portando questa regione ad essere quella con i tempi medi di liquidazione di prestazione più basse d’Italia, siamo a 67 giorni dal momento in cui si presenta la domanda al momento in cui si percepisce la prestazione. Vibo Valentia vanta il primato di liquidare le prestazioni connesse agli accertamenti sanitari in materia di invalidità civile in 57 giorni. Questo grazie ovviamente all’impegno di tutto il personale, a partire da quello sanitario, grazie all’ottima conduzione del Centro Medico Legale, che fra l’altro è a prevalenza femminile, questo ci fa ancora più piacere».

Calo demografico: «Rendere più attrattiva la nostra regione»

Preoccupa il calo demografico anche se, spiega Greco, è «un problema che riguarda tutto il paese. Sappiamo benissimo che ci sono poche nascite, sono molto più i decessi che i nati. Ma quello che è ancora più preoccupante è il saldo fra immigrazione e emigrazione, che assolutamente propende in questa realtà a favore dell’emigrazione. Tanti nostri giovani, loro malgrado, sono costretti a lasciare la propria terra per cercare un lavoro corrispondente alla loro formazione, generalmente di alto livello. Le nostre famiglie fanno grandi sacrifici per formare i propri figli, ma il vero problema è che poi questi investimenti vengono spesi altrove, vengono riversati il più delle volte nelle regioni del nord Italia, ma tantissimi ormai si orientano verso altri paesi d’Europa e del mondo. Questo in effetti è un po’ un fenomeno per certi versi inarrestabile perché la globalizzazione prevede una mobilità che solo qualche decennio fa era impensabile, ma noi dobbiamo fare tutti uno sforzo, il decisore politico prima di ogni altro, per cercare di rendere più attrattiva la nostra regione e creare le condizioni perché i giovani abbiano le condizioni minime per decidere di restare in questa terra». (ma.ru.)

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