Cosenza, lo streamer Saetta sui social: «Così bullizzano e umiliano mio fratello a scuola» – VIDEO
Il 21enne racconta su Instagram le discriminazioni subite dal fratello minore alla scuola Spirito Santo. «Non voglio vendetta, voglio solo che la gente sappia»

COSENZA Una storia di dolore e coraggio arriva da Cosenza, dove un giovane streamer ha deciso di rompere il silenzio su una vicenda che tocca nel profondo. Saetta, 21 anni, conosciuto online per i suoi contenuti ironici, ha raccontato sui social le discriminazioni e le umiliazioni subite dal fratello minore Christian, studente della scuola media Spirito Santo.
Nel video pubblicato su Instagram, la sua voce tradisce l’emozione mentre parla di un «ragazzo speciale», come lui stesso lo definisce. «Da anni subisce prese in giro e cattiverie dai compagni – spiega – e mi sono stancato di tacere. Voglio che tutti sappiano cosa sta accadendo».
L’episodio che ha spinto il giovane a esporsi pubblicamente riguarda una festa di compleanno: un invito rivolto a tutta la classe, tranne che a Christian. Quando il ragazzo lo ha scoperto, è tornato a casa in lacrime. «Mi ha chiesto perché viene sempre escluso – racconta Saetta – e io non ho saputo cosa rispondergli».
Ma dietro quella ferita ci sarebbe molto di più. Secondo quanto riferito dallo streamer, il fratello sarebbe stato vittima anche di atti di bullismo più gravi, come una videochiamata in cui alcuni compagni lo avrebbero costretto a spogliarsi mentre ridevano e registravano la scena. Tentativi di dialogo con i genitori degli altri studenti, dice, non avrebbero portato ad alcuna ammissione o assunzione di responsabilità. «Non sono abituato a fare video seri – ammette Saetta – ma questa volta dovevo. Non cerco vendetta, voglio solo che la gente capisca e che certe cose non accadano più». Il suo appello, partito da un profilo social, è diventato in poche ore una denuncia collettiva contro il bullismo e l’indifferenza. Perché, come ricorda Saetta nel finale del suo messaggio, «il vero problema non sono solo i bulli, ma chi resta a guardare in silenzio». (redazione@corrierecal.it)
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