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“Semi di legalità”, la sfida della Cisl Magna Graecia per «una Calabria che cambia» – VIDEO

Il segretario Daniele Gualtieri: «In questo territorio a mancare non è il lavoro ma le competenze che il mercato locale richiede»

Pubblicato il: 27/10/2025 – 14:13
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“Semi di legalità”, la sfida della Cisl Magna Graecia per «una Calabria che cambia» – VIDEO

CATANZARO Costruire una rete che abbia come obiettivo quello della piena e compiuta affermazione della legalità in una terra con molti problemi ma con altrettante opportunità.
E’ questo il senso, ed anche la sfida, dell’incontro “Semi di legalità” promosso dalla Cisl Magna Graecia e dal suo segretario Daniele Gualtieri che oggi, nel Teatro Comunale di Catanzaro, hanno letteralmente chiamato a raccolta Istituzioni e Scuola, società e mondo del lavoro per avviare un percorso che, in ragione dei contenuti, si segnala per la ferma fiducia in un diverso e possibile futuro del territorio.
«Il messaggio che vogliamo lanciare – dice Daniele Gualtieri – è quello della costruzione di una rete, ecco perché qui oggi ci sono magistrati altissimo profilo, istituzioni, imprese vincenti, forze nell’ordine».

Aprendo i lavori, che hanno registrato la partecipazione dei Procuratori della Repubblica di Napoli e Catanzaro, Nicola Gratteri e Salvatore Curcio, Gualtieri ha tenuto a sottolineare come il sindacato voglia essere «ponte tra mondo della scuola e mondo del lavoro, costruendo una rete che abbia nella prevenzione e nella legalità le basi per una società più forte e più libera di quella che abbiamo ereditato». Con riferimento alle possibilità occupazionali il segretario della Cisl ha evidenziato, «in questo territorio a mancare non è il lavoro ma le competenze che il mercato locale richiede, la sfida dunque è quella di recuperare il gap tra domanda e offerta di lavoro offrendo ai giovani la concreta possibilità di rimanere in Calabria».

L’intervento di Callipo

Nell’iniziativa di Catanzaro significativa è stata la testimonianza dell’imprenditore Pippo Callipo che con la Cisl vanta relazioni sindacali che, a loro modo, hanno fatto storia in Calabria e si sono spesso segnalate all’attenzione nazionale. «Nella vita – ha detto Callipo alle centinaia di studenti presenti – bisogna avere un punto di riferimento certo e sicuro. E questo punto di riferimento, sono le forze dell’ordine. Il resto sono scorciatoie che non pagano. Scegliete sempre la strada giusta nella vita: forse sarà più lunga, forse ci metterete più tempo ad arrivare, ma è quella che vi darà risultati veri e duraturi». Emblematiche poi le parole dell’imprenditore vibonese sul “metro” di giudizio per le aziende «un’azienda non si misura solo da come produce o vende un prodotto, ma anche dai comportamenti e dagli atteggiamenti di chi ci lavora. Su questi aspetti purtroppo non esistono libri: si imparano con l’esempio, dagli amici più grandi, dai genitori, da chi ha vissuto prima di noi». Infine il tema del lavoro nero o sottopagato in Calabria: «Molti giovani, dopo essersi laureati a Cosenza, Catanzaro o Reggio, tornano qui e trovano offerte di 900 euro al mese. È comprensibile che decidano di andarsene altrove. Di questo problema – ha sostenuto Callipo – si parla poco, ma è cruciale: non basta invitare i giovani a restare nella propria terra, bisogna creare le condizioni perché possano restare. Se non si interviene in modo serio – facendo lavorare l’ispettorato del lavoro, sanzionando chiudendo le aziende irregolari – non solo si danneggiano le imprese oneste, ma si spingono i giovani migliori ad andare via».

Il messaggio di Maniago

Infine, il messaggio dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago che muovendo da una pagina del Vangelo ha sottolineato il profilo di ogni persona ad essere terreno che accoglie i semi: «Non esistono persone “dalla parte della legalità” e persone che possono permettersi di non esserlo. Tutti noi – ha detto Maniago – siamo terreni: terreni che devono accogliere i semi della legalità, perché solo da semi buoni possono nascere frutti buoni, di bene comune, giustizia e solidarietà. Questi semi – ha proseguito monsignor Maniago – non servono solo ad abbellire la nostra società, ma a renderla davvero condivisibile, attenta alle persone più fragili, tra cui i giovani, che hanno particolare bisogno di esempi e speranza». Per monsignor Maniago «una giornata come questa deve allora essere per tutti noi un invito, un monito: non semplici spettatori della legalità, ma terreni che la accolgono e la fanno crescere. Non possiamo lasciare soli coloro che sono in prima linea a seminare e a custodire questi valori. Ognuno di noi deve impegnarsi ad accogliere nella propria vita questi semi, a farli propri, a viverli nel quotidiano. Perché la legalità o si vive insieme, come comunità civile, oppure rischia di non mettere radici. Semi buoni, come quelli della nostra Costituzione, richiedono cura, impegno, responsabilità. Ci sono persone che hanno dato e continuano a dare la vita perché questi semi possano germogliare e crescere: per questo è dovere di coscienza chiederci che tipo di terreno vogliamo essere. Solo così il raccolto sarà fruttuoso, e potremo costruire insieme un futuro migliore, un futuro che – ha concluso l’arcivescovo – non si lasci vincere dall’indifferenza e dall’individualismo — atteggiamenti che oggi vanno tanto di moda — ma che, al contrario, apra strade di comunione, di collaborazione e di bene condiviso. Un bene che sia davvero di tutti». (a. c.)

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