La setta dei giornalisti estinti: Gruber e Giannini provano a bruciare Silvia Salis
Mantiene la calma e, lealmente, difende la sua segretaria di partito

ROMA Ieri sera su La7, durante la puntata di “Otto e mezzo”, si consuma l’ennesima sceneggiata orchestrata da quella setta giornalistica che ha tra le proprie file Mieli, Rampini, Gruber, Giannini, Cazzullo, Riotta, Floris, Fazio, De Gregorio, Parenzo e via cantando. La setta responsabile della più grave crisi della sinistra italiana degli ultimi decenni. La setta che pianifica giornalmente, fingendo di tenere per la sinistra, la sua completa disfatta in onore delle élite e delle lobby che governano l’Europa e che essi ben rappresentano. Gruber intervista Silvia Salis, la giovane sindaca di Genova, quarant’anni, ex atleta nel lancio del martello, dirigente del CONI, laureata in scienze politiche, sposata con il regista Fausto Brizzi, mamma di un bimbo di due anni, vittoriosa alle amministrative del 2025. Silvia buca il video, parla con pacatezza ma anche con determinazione. Tra le cose più giuste che le ho sentito dire prima di ieri sera è che la sinistra deve spiegare alla gente ciò che vuol fare e non scagliarsi scompostamente contro i suoi avversari, che prima di pretendere di vincere le elezioni deve capire cosa vuole e farlo capire all’opinione pubblica.
Sennonché, i soliti opinionisti obnubilati che affollano le testate giornalistiche nazionali, nei giorni scorsi, si sono accorti dell’efficacia mediatica della Salis, hanno ritagliato delle frasi dai suoi discorsi e ne hanno fatto l’anti Elly Schlein, attuale leader del Dem. A loro dire, le ultime debacle elettorali della sinistra devono attribuirsi proprio alla Schlein che avrebbe spostato il PD troppo a sinistra, mentre pare loro che le elezioni si vincono al centro (Renzi docet). E pretendono di aver trovato nella Salis chi potrebbe far fare l’ennesima giravolta ad un partito che nasce già male, da una relazione impossibile: la fusione a freddo, nel 2007, fra Democratici di Sinistra (reduci del PCI) e Margherita (frattaglie cattoliche). Una Gruber più presuntuosa del solito e un Giannini più depresso che mai, dunque, ieri sera provano a fare il colpaccio per essere loro ad incoronare pubblicamente la Salis come successore della Schlein. E la tempestano, in modo assertivo, incalzante e maleducato, di domande cretine tipo: non crede che le elezioni si vincano al centro? Non pensa che Schlein abbia sbagliato ad allearsi con Conte?
La Salis mantiene la calma e, lealmente, difende la sua segretaria di partito, insiste nel dire che è appena stata eletta sindaco di Genova e quello intende fare almeno per cinque anni ed anche per un altro mandato se verrà rieletta. Volendo dire quel che pare ovvio a tutti: perché una che è appena entrata in politica ed ha promesso di amministrare una grande città come Genova dovrebbe tradire il mandato ricevuto dai cittadini candidandosi alla guida del proprio partito? Autoproclamandosi costituenti della “nuova sinistra” che dovrà sconfiggere le “destre destre” (come le chiama insistentemente la Gruber col suo fare da saputella), i due membri della setta di cui sopra insistono idrofobi sino alla fine, tentando di far confessare alla loro ospite che ha ambizioni da nuovo capopopolo della sinistra. Ma Silvia Salis resiste, stringe i denti, da brava sportiva, e non abbocca. Gruber e Giannini hanno un travaso di bile. Si dovranno accontentare di altri riti mediatici in compagnia dei loro compari della setta dei giornalisti (si spera presto) estinti.
*Avvocato e scrittore