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Dalla diagnosi alla perdita del lavoro: il cancro mette in ginocchio intere famiglie

La malattia spinge il 16% delle donne e il 15% degli uomini a lasciare il lavoro. L’analisi Aiom sul dramma della “tossicità finanziaria”

Pubblicato il: 07/11/2025 – 19:17
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Dalla diagnosi alla perdita del lavoro: il cancro mette in ginocchio intere famiglie

Il lavoro che diventa un miraggio ed i costi che finiscono per mettere in ginocchio intere famiglie.
Ammalarsi di tumore può significare anche questo: in Italia il 16% delle donne e il 15% degli uomini colpiti dal cancro ha dovuto abbandonare il lavoro, a seguito della diagnosi. E ogni paziente oncologico paga di tasca propria oltre 1.800 euro all’anno, per coprire spese che vanno dai trasporti per raggiungere il luogo di cura ai costi di integratori, farmaci supplementari e visite specialistiche. Ma anche la quotidianità può diventare insostenibile da un punto di vista economico, come per l’acquisto di parrucche o reggiseni post intervento per le donne con tumore al seno.
E’ l’analisi degli oncologi presentata in occasione del congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) che si apre oggi a Roma. Ed è italiano il primo strumento al mondo in grado di analizzare le cause della tossicità finanziaria, cioè della crisi economica a carico dei pazienti generata dal cancro e dai trattamenti. Si chiama Proffit (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity) ed è un questionario che, come evidenziato nello studio pubblicato su Journal of Cancer Policy, misura la tossicità finanziaria in un sistema sanitario pubblico. “Abbiamo già dimostrato, in uno studio su 3.760 cittadini con tumore in Italia, che al momento della diagnosi il 26% deve affrontare problemi di natura economica e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento – spiega Francesco Perrone, presidente Aiom – Questi ultimi, inoltre, hanno un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto”. In un sistema privato come quello statunitense, in cui le assicurazioni coprono l’80% del costo delle cure, “è accettato come inevitabile che chi è colpito dal cancro debba affrontare problemi finanziari – afferma Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom – Negli Usa, il rischio di morte per i pazienti oncologici che vanno in difficoltà economica è di circa l’80% superiore. La diagnosi di cancro può mettere in ginocchio intere famiglie. Non deve invece essere così in Italia e negli altri Paesi con sistemi universalistici, in grado di garantire le cure a tutti”.
Da qui Proffit che ha anche evidenziato, sottolinea Laura Arenare, biostatistica all’Istituto Tumori Pascale di Napoli, “notevoli differenze a livello territoriale, perché i pazienti oncologici delle Regioni meridionali devono affrontare maggiori problemi economici”.
Nel 2024, in Italia, sono state 390.100 le nuove diagnosi di tumore, ed è costante l’incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni e, in base alle stime, supereranno i 4 milioni nel 2030. Per molti, però, la tossicità finanziaria non è causata solo dalla perdita di reddito.

Le cause

Dai questionari Profitt, compilati dai pazienti, emergono cause che possono essere ricondotte a tre grandi macroaree. La prima, affermano gli oncologi, riguarda la capacità di presa in carico da parte del Ssn e questo aspetto può essere affrontato rendendo davvero funzionanti su tutto il territorio le Reti Oncologiche Regionali, oggi attive solo in circa la metà delle Regioni. La seconda causa della tossicità finanziaria è rappresentata dalla distanza tra la casa e il luogo di cura e dalle conseguenti spese per i trasporti. La terza riguarda le spese che il Ssn non copre: farmaci supplementari, integratori, visite specialistiche successive alla diagnosi.
Questi costi, spiega Elisabetta Iannelli, segretaria Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), “possono pesare in modo significativo. Il nostro sistema garantisce l’accesso ai farmaci anticancro, ma prestazioni come fisioterapia, chirurgia ricostruttiva o cure odontoiatriche restano escluse. Anche protesi e ausili fondamentali, come parrucche o reggiseni post-operatori per le donne operate di tumore al seno, rimangono a carico delle pazienti”. Parlare di ritorno alla vita dopo il cancro significa considerare anche questi aspetti: “La guarigione dal cancro non può prescindere dalla sostenibilità economica della vita quotidiana, altrimenti – conclude Iannelli – la vittoria clinica rischia di diventare una sconfitta sociale”. (ANSA)

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