Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

la sentenza

Cade l’accusa di corruzione: assolti un ufficiale della Guardia di Finanza e gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo

Il finanziere era accusato di aver agevolato il dissequestro di alcune somme di denaro degli imprenditori. Per il gup «il fatto non sussiste»

Pubblicato il: 12/11/2025 – 16:44
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Cade l’accusa di corruzione: assolti un ufficiale della Guardia di Finanza e gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo

Non c’è stato alcun patto corruttivo tra il colonnello della Guardia di Finanza Albano Formoso e gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo. È quanto ha stabilito il gup di Catanzaro con la sentenza di assoluzione emessa oggi nei confronti dei tre imputati accusati di corruzione, con l’aggiunta dell’aggravante mafiosa per i fratelli Sgromo. Per l’ufficiale delle Fiamme Gialle, difeso dall’avvocato Francesco Gambardella, era stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici, mentre per Eugenio Sgromo, difeso da Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale, e Sebastiano Sgromo, difeso dall’avvocato Giuseppe Fonte, erano stati ordinati gli arresti domiciliari. La Corte di cassazione lo scorso anno ne aveva annullato le ordinanze, ritenendo non ci fosse alcuna prova della corruzione. Il gup ha oggi assolto gli imputati «perché il fatto non sussiste».

L’accusa di corruzione

La vicenda giudiziaria gira intorno a un debito fiscale dei due imprenditori, che avrebbero beneficiato del rapporto amicale con l’ufficiale della Guardia di Finanza per ottenere la revoca del sequestro disposto a garanzia della somma dovuta all’Agenzia delle Entrate. Il tenente colonnello avrebbe fornito una consulenza, oltre che consigli tecnici e parere favorevole finalizzato al dissequestro del denaro. L’accusa avrebbe ipotizzato quindi il reato di corruzione per i tre imputati, mentre ai due imprenditori venivano anche contestati pagamenti a soggetti ritenuti vicini ad ambienti criminali. La Procura aveva chiesto per loro una condanna a sei anni di carcere, oltre che il sequestro di 300 mila euro, per l’ufficiale delle Fiamme Gialle e 7 anni per i fratelli Sgromo. Il giudice ha, invece, accolto le tesi difensive dei legali, disponendo così l’assoluzione perché il fatto non sussiste. (redazione@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x