M contro M. Se a Lamezia l’oppositore di Murone è (anche) interno
Dai fondi Pinqua a Color e ora al bilancio, così l’ex sindaco Mascaro “punta” il suo successore (e alleato, almeno sulla carta)

LAMEZIA TERME Ogni mattina c’è un ex sindaco che si alza e controlla se ci sono dichiarazioni del suo successore da confutare. Accade a Lamezia Terme, dove in primavera un’amministrazione di centrodestra (guidata da Paolo Mascaro) è stata rimpiazzata da un’altra amministrazione di centrodestra (guidata da Mario Murone), ma evidentemente non è proprio un cambio in continuità.
Chiamatelo sindaco ombra, chiamatelo anti-sindaco. Fatto sta che siamo davanti a un gioco che inizia a diventare appassionante e infatti scatena post, reazioni e commenti sui social. Una specie di faida interna, fratelli coltelli, parenti serpenti e via di allegorie. Di certo, meme a parte, è un dato anche politico che il centrodestra al governo di una delle città più importanti della regione sia “impallinato” tanto dal centrosinistra – e fin qui è normale metodologia e comunicazione politica – quanto da un altro centrodestra. Evidentemente i due Pd presenti a Reggio Calabria e Cosenza hanno fatto scuola.
Dalla querelle sul Natale ai fondi Pinqua
A Natale dovremmo essere tutti più buoni ma la regola non vale sempre. Nella sua “operazione verità” permanente, quella che sembra una missione verso i suoi concittadini prima che ex elettori, Mascaro tre giorni fa ha smontato la delibera della giunta Murone su disavanzo e Natale “al risparmio” bollandola come «scelta politica». L’anti-sindaco – affiancato dall’ex assessore Zaffina – in conferenza stampa ha “chiarificato”, manco fosse il burro per quanto la vicenda sia altrettanto scivolosa, il tema del disavanzo e le recenti segnalazioni della Corte dei Conti, che hanno spinto l’amministrazione attuale a ridurre il budget destinato alle festività natalizie. Mascaro ha tenuto a ribadire che «la situazione finanziaria lametina è quella di un Comune in grado di pagare tutte le proprie fatture commerciali in un termine medio di 23 giorni e che, nel contempo, possiede disponibilità liquide sul conto di tesoreria. Tant’è che dal 2019 non fa ricorso ad affidamenti da parte delle banche». Quello di Murone è dunque un «errore matematico» perché «il Comune non ha debiti. Non si accetta tutto supinamente…».
È chiaro che i conti in ordine e le casse lasciate in salute sono la rivendicazione principe di un ente che anzitutto su quello è chiamato a dare conto tanto alla cittadinanza quanto allo Stato centrale in tutte le sue articolazioni istituzionali e giuridiche.
Non a caso già a inizio maggio – a urne appena chiuse – Pasquale Natrella, componente del direttivo lametino di Forza Italia, in una sorta di consuntivo del decennio Mascaro definito «l’amministrazione del fare», aveva annotato: «Ora che l’Ente è risanato l’avv. Murone saprà colmare anche quegli aspetti che necessitano di miglioramenti». Quasi un mettere le mani avanti per dire: non sprecate quanto fatto finora da noi.
Ai primi di agosto, nelle ore del terremoto dimissioni di Roberto Occhiuto, ecco il primo affondo di Mascaro nei confronti di Murone: «I fondi Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, ndr) sono stati intercettati dalla mia amministrazione»; l’ex sindaco in quel caso interveniva in risposta alla comunicazione diffusa qualche ora prima, con tanto di raggiante corredo fotografico, dall’attuale primo cittadino lametino a margine di un incontro al ministero dei Trasporti («Salvata parte del finanziamento del Programma Pinqua (…) Poste le basi per la salvaguardia delle altre opere»), incontro durante il quale l’avvocato si era intestato meriti evidentemente non suoi, al contrario facendo notare – pur senza mai nominare Mascaro – che «il Mit aveva avviato con comunicazione del 26 giugno 2025 il procedimento di revoca dei finanziamenti, in quanto i chiarimenti comunicati con nota protocollo del Comune di Lamezia del 18 aprile 2025 non avevano dato contezza del livello minimo di avvio della procedura di realizzazione delle opere oggetto di finanziamento, nonostante il tempo trascorso dalla sottoscrizione della convenzione». Tutto ciò che ha il classico gusto della frecciatina, cui l’ex sindaco nonché anti-sindaco aveva prontamente rintuzzato: «Quanto dichiarato, oltre ad essere totalmente inveritiero, può essere giustificato unicamente capendo le infinite difficoltà di una amministrazione che ad oggi non è ancora riuscita a rispettare una sola scadenza, neanche la più banale. Pertanto, sarebbe opportuno che vi fossero meno viaggi, meno parole, meno inesattezze e più lavoro». Tié, specchio riflesso.
Sul Color Fest il primo screzio
Ma non solo i conti hanno scatenato la guerra di Paolo contro Mario. Un evento all’apparenza lieto come il Color Fest in piena estate è stato un secondo terreno di scontro: Paolo Mascaro sceglie facebook per scrivere che il festival musicale «spostatosi da Lamezia durante la nefasta gestione commissariale, con delibera di Giunta Comunale del 09 gennaio 2025 è stato riportato dall’Amministrazione Mascaro nella sua sede naturale. Evento splendido che consentirà alla nostra Città di essere protagonista per 3 indimenticabili giornate nella cornice inimitabile del Lungomare Falcone e Borsellino, location specificamente indicata dagli organizzatori e subito recepita dall’allora Assessore Luisa Vaccaro e dall’intera Giunta Comunale. Grazie di cuore a Mirko ed a tutti gli organizzatori: siano 3 giorni di splendida festa». Una puntualizzazione, stavolta niente attacco frontale.
Cos’era successo? Un’ora prima, il successore di Mascaro alla guida della città, sullo stesso social scriveva: «Il Color Fest torna a Lamezia: promessa mantenuta! All’inizio della campagna elettorale, durante un’intervista a una trasmissione locale, mi fu chiesto se, qualora fossi diventato sindaco, avrei lavorato per riportare il Color Fest in città. Oggi quell’impegno è diventato realtà. (…)Come Amministrazione siamo orgogliosi di ospitare una manifestazione che porta cultura, turismo e bellezza a Lamezia Terme, contribuendo alla crescita della nostra comunità».
Tra i commenti al post auto-apologetico si leggeva: «Questa è una burla però, Sindaco, suvvia! Location e nuova edizione sono state ufficializzate a inizio anno, dai!». E c’è stato subito chi ha fatto notare che «No, non è stata mantenuta alcuna promessa. La location di quest’anno del Color, è stata decisa e comunicata ben prima della campagna elettorale. Volete le prove? Vi metto lo screenshot di uno dei primi post pubblicati sull’edizione di quest’anno, che risalgono a gennaio 2025. Le elezioni sono state a il 25 e il 26 maggio con ballottaggio l’8 e il 9 giugno, giusto? Questo post è solo una bugia per prendersi un merito che l’amministrazione attuale non ha». Fact checking: quando si dice che i social possono essere anche utili. E ancora: «merito vostro un c… L’unica cosa fatta finora è stato perdere un mese di tempo per la composizione della giunta. Siete convinti di prendere in giro i cittadini e questa cosa la dice lunga su ciò che verrà in futuro». Bisognerebbe controllare se tra i like al commento non ci fosse anche quello dell’anti-sindaco, di sicuro avrà letto e apprezzato. (EFur)
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