Sanità vibonese in crisi, protesta davanti l’Asp. «La nostra è la provincia più penalizzata»
Sit in del comitato don Mottola che ottiene la pubblicazione del piano per la rete territoriale ma trova anomalie. Una delegazione ricevuta dall’azienda

VIBO VALENTIA Continua la protesta, iniziata quasi due anni fa, del Comitato don Mottola in difesa della sanità vibonese. Familiari, caregiver e dipendenti della Rsa di Drapia che, nonostante sia accreditato è ancora in attesa della convenzione con l’Asp di Vibo Valentia con pazienti costretti a pagare per evitare di spostarsi in altre province. Si è svolto stamattina di fronte la sede dell’azienda sanitaria in via Dante Alighieri, un nuovo sit in di “sensibilizzazione civica” finalizzato a chiedere la pubblicazione della delibera sul piano di riorganizzazione della rete territoriale, che darebbe il via all’iter per la soluzione del problema.


Taglio di fondi e pochi servizi
«Si tratta di una delibera importante che formalizza in Regione il fabbisogno e quindi le risorse necessarie per la sua attuazione» spiega il dottore Soccorso Capomolla. Fondi di cui l’Asp vibonese necessita, considerato il taglio di circa 31 milioni di euro degli ultimi anni. «Un dato ormai acclarato dall’analisi dei vari Dca sulla ripartizione dei fondi tra il 2022 e il 2024». In questo periodo – spiega – «c’è stata una fluttuazione dei tetti di budget per le varie province, ma l’unica a pagare le conseguenze è stata Vibo Valentia che è stata vista come un salvadanaio. Questo non è più tollerabile perché i cittadini devono avere un accesso equo alla salute». Il direttore sanitario del don Mottola rimprovera una mancanza di governance delle risorse e invita le istituzioni a confrontarsi per ottenere una redistribuzione equa. A farne le spese, soprattutto, i pazienti.

La testimonianza: «Ci negano il diritto alla salute»
«Mio marito è ricoverato al don Mottola in condizioni molto serie» racconta Antonella, familiare di un paziente che per l’ennesima volta si ritrova a protestare di fronte l’Asp. «Ha avuto un’emorragia cerebrale, un ematoma in seguito a una caduta ed è stato operato. Purtroppo le sue condizioni sono peggiorate. Non mangia più, è disfagico e ha difficoltà serie a deambulare». È ricoverato al don Mottola, dove «ha trovato una struttura che lo cura adeguatamente. Altrimenti saremmo dovuti andare fuori provincia». La sua situazione è simile a quella di tanti altri pazienti, come una coppia di anziani costretta a vendere casa per curare la figlia affetta da sclerosi multipla. «La salute è un diritto di tutti noi ma in questa provincia ci è negato costantemente. Io mi sento mortificata, mi vergogno a tornare qui per protestare ancora. Ma mi rendo conto che dovrebbero essere loro a vergognarsi perché ci considerano malati di serie b».
L’Asp ha pubblicato la delibera in mattinata
Durante la protesta, l’Azienda ha provveduto in mattinata a pubblicare la delibera con il piano di riorganizzazione della rete territoriale. «Inaccettabile» è stato il commento del dottor Capomolla insieme ai manifestanti alla prima lettura. Secondo il nuovo piano, sono 20 i posti destinati alla Rsa medicalizzata, ritenuti per nulla sufficienti dal Comitato che ha chiesto un incontro immediato con la la terna commissariale. La dirigenza Asp ha ricevuto una delegazione, tra cui il dottor Capomolla, per ascoltare le contestazioni e cercare una soluzione. (ma.ru.)
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