La Calabria per Mariano, 22mila euro in 48 ore dopo l’appello del Corriere della Calabria
In meno di due giorni, la raccolta fondi permette al dodicenne di affrontare le cure senza ansie economiche. Garantito dalla Regione il trasferimento.

LAMEZIA TERME In meno di 48 ore 549 persone hanno versato attraverso la piattaforma GoFundMe oltre 22mila euro per il piccolo Mariano Guzzo, che ha 12 anni e pesa 180 chili a causa di una malattia rara che gli ruba il fiato, la vista, il sonno e la possibilità di camminare con autonomia. La raccolta fondi serve a permettere a lui e famiglia di partire senza ansie economiche verso un grande ospedale del Nord, dove Mariano dovrebbe essere preso in carico per un po’. Davanti a una storia così dura e toccante, la Calabria ha deciso di non restare a guardare. L’appello che ha innescato questa mobilitazione è stato pubblicato il 21 novembre sul nostro giornale. Nell’articolo si ricordava la lunga storia sanitaria di Mariano, raccontata dal Corriere della Calabria già nel 2023, quando la madre, Tamara De Fazio, aveva descritto per la prima volta la loro “battaglia” in un sistema sanitario «che ha le mani legate». Già allora il bambino, più piccolo di tre anni, pesava 138 chili e affrontava viaggi continui tra Sud e Nord per diagnosi e cure. Nel 2024 il giornale era tornato sul caso, registrando il peggioramento delle condizioni del piccolo e il suo aumento di peso fino a 160 chili. Poi il pezzo del 21 novembre che ha aggiornato i lettori: Mariano oggi ha 12 anni e vive col rischio di apnea notturna, gravi impedimenti nel camminare, la vista indebolita, il sonno interrotto e la necessità di seguire lezioni e vita parrocchiale dallo schermo di un dispositivo. Il pezzo dei giorni scorsi ricordava che il ragazzino «non ha bisogno di miracoli» ma di un sistema pubblico capace di garantire la presa in carico in un centro altamente specializzato. Mancavano due elementi: un mezzo attrezzato per trasferire in sicurezza un dodicenne di 180 chili e un sostegno economico che consentisse ai genitori di restargli accanto durante il ricovero, senza doversi preoccupare di alberghi, spostamenti e spese vive.
La mobilitazione
Su questi due punti, nel giro di poche ore, si è mosso tanto. Secondo quanto riferito dalla famiglia e da ambienti regionali, la Regione Calabria si è attivata subito dopo la pubblicazione dell’articolo per garantire a Mariano, tramite l’Asp di Catanzaro, di arrivare in reparto in condizioni di sicurezza con un trasferimento adeguato. Mentre le strutture pubbliche avviavano i contatti tecnici e amministrativi, la comunità ha fatto il resto ed è riuscita a colmare il vuoto economico che rischiava di allontanare la possibilità di partire. La risposta è arrivata dalla rete. La campagna lanciata su GoFundMe ha raccolto 549 donazioni in appena due giorni, per un totale superiore a 22mila euro. Non è la prima volta che attorno a Mariano si accende un’onda di solidarietà. Già nel 2023, dopo la prima intervista della madre Tamara De Fazio al Corriere della Calabria, l’Asp di Catanzaro, la Regione Calabria e il Garante regionale della salute si erano mossi per garantire gli ausili protesici necessari. Oggi quella stessa attenzione si manifesta con strumenti nuovi e una consapevolezza più matura. Da un lato l’appello pubblico del Corriere della Calabria, che ha indicato una strada – centro specialistico pubblico, trasferimento protetto, presa in carico, superamento di rimpalli burocratici tra Sud e Nord – e dall’altro la politica che, almeno in parte, ha raccolto il segnale. Difatti, a stretto giro la Regione ha contattato la famiglia di Mariano, mentre il senatore Nicola Irto, segretario del Pd Calabria, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute per chiedere un intervento urgente per garantire le migliori cure al ragazzo e a tutti i minori nelle stesse condizioni. Sullo sfondo ci sono anni di “viaggi della speranza” verso il Bambino Gesù di Roma, il Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova, tra visite brevi, controlli rinviati, terapie modificate a partire dai sintomi, ripartenze e ritorni senza una presa in carico unitaria. La diagnosi è arrivata tardi, quando la situazione era già da allarme. Nel frattempo Mariano è cresciuto, ha continuato a studiare, a seguire la catechesi, a coltivare vari interessi. Ora le immagini di un dodicenne che non può andare a scuola in presenza, che fatica a respirare, che si muove per pochi metri, che vive appeso all’incertezza delle cure, hanno colpito la coscienza di tante persone. La raccolta fondi non risolve la questione generale, cioè l’assenza in gran parte del Mezzogiorno di strutture pubbliche adeguate a gestire casi di obesità pediatrica estrema e patologie rare complesse. Ma toglie alla famiglia l’angoscia immediata del “come fare”: come pagare il viaggio con un mezzo sanitario speciale, come sostenere il costo di settimane lontano da casa, come affrontare le spese impreviste che un percorso di cura in altro posto impone. Risponde di fatto a una richiesta precisa contenuta nel recente articolo pubblicato dal nostro giornale: sostenere il viaggio, permettere ai genitori di restare vicino al figlio, trasformare un appello in fatti. Resta la domanda più importante, che riguarda tutti. Quante volte una storia simile passa nel silenzio perché non trova una voce capace di raccontarla? (redazione@corrierecal.it)
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