Tari 2025: aumenti ovunque, Reggio Calabria tra le aree più care d’Italia – I DATI
Spesa media nazionale a 340 euro (+3,3%), raccolta differenziata in crescita ma con divari profondi. Calabria ancora sotto la media

Il Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva conferma una tendenza ormai consolidata: la Tari continua a crescere in gran parte d’Italia. La spesa media nazionale per la gestione dei rifiuti urbani raggiunge i 340 euro, con un incremento del 3,3% rispetto al 2024. Parallelamente, però, aumenta anche la raccolta differenziata, che nel 2023 arriva al 66,6%, segno di un sistema che, pur tra difficoltà e profonde disparità territoriali, prova a migliorarsi.
Il quadro nazionale: Nord virtuoso, Sud più caro
Le regioni più economiche restano Trentino-Alto Adige (224 euro), Lombardia (262 euro) e Veneto (290 euro). Dall’altra parte della classifica, a tenere il primato della Tari più alta sono Puglia (445), Campania (418) e Sicilia (402). Il divario territoriale è evidente anche nelle performance ambientali: al Nord la raccolta differenziata sfiora il 73%, mentre al Sud si ferma al 59%, con costi medi più alti (385 euro annui contro i 290 euro del Settentrione).
Calabria: Tari in crescita, differenziata ferma

La Calabria si colloca in una posizione intermedia ma tendenzialmente critica: nel 2025 la Tari sale a 353 euro, +1,2% rispetto al 2024. La regione rimane sotto la media nazionale per raccolta differenziata, attestandosi al 55,1%, un dato in miglioramento ma ancora lontano dagli standard del Nord e persino da alcune realtà del Centro. Più di ogni altro numero, però, questi dati raccontano una difficoltà strutturale: impianti insufficienti, costi di smaltimento più alti, organizzazione spesso disomogenea tra province. Nonostante ciò, alcuni comuni stanno accelerando con buone pratiche, segno che la crescita è possibile.
Reggio Calabria tra le città più care
Sul fronte dei capoluoghi, Reggio Calabria emerge con una Tari di 484 euro, tra le più elevate del Paese. A superarla ci sono solo colossi del caro-rifiuti come Catania (602 euro), Pisa (557 euro) e Genova (509 euro). Il dato reggino riflette un quadro urbano complesso: costi di conferimento ancora altissimi, livelli di raccolta differenziata migliorati ma non sufficienti a ridurre la spesa per le famiglie. Per una famiglia tipo, la Tari reggina incide notevolmente sul budget annuale, più di città come Roma (396), Venezia (388), Torino (377), Palermo (361) o Milano (291). In Calabria, oltre a Reggio, Crotone ha una Tari di 384 euro, Cosenza 349 euro, Catanzaro 279 e Vibo Valentia 266 euro.
L’indagine mette sotto la lente anche regioni come la Liguria, dove la Tari media sale a 370 euro (+2,9%) e la raccolta differenziata resta bassa (58,3%). Un caso emblematico: nonostante alcuni capoluoghi siano più economici, i costi si mantengono alti proprio per l’insufficiente trattamento e smaltimento dei rifiuti.


Le richieste di Cittadinanzattiva: trasparenza e tariffazione puntuale
L’associazione sottolinea che solo il 57% degli italiani percepisce adeguato il servizio rispetto al prezzo pagato. Da qui la proposta di quattro direttrici di intervento: ridurre le disuguaglianze territoriali, con particolare attenzione al Mezzogiorno; promuovere la partecipazione civica, rendendo i cittadini più consapevoli; estendere la tariffazione puntuale (Tarip), premiando comportamenti virtuosi; rendere strutturale la trasparenza dei costi, attraverso il Portale Tari e rendicontazioni pubbliche. (f.v.)
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